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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il sindaco blinda il suo programma: "Eletto per quello, altrimenti a casa"

La prefettura di Lecce ha corretto il verbale dell'Ufficio Elettorale in coerenza con la sentenza del Consiglio di Stato. Salvemini ribadisce: a partire dal bilancio, convergenza sulla linea del cambiamento oppure dimissioni e commissariamento

LECCE – La prefettura ha proclamato i nuovi consiglieri, domani mattina, giovedì, è prevista la presa d’atto del provvedimento che ha corretto il verbale dell’Ufficio Elettorale durante l'assise cittadina convocata per le 9.30.

Da quel momento il centrodestra avrà circa 24 ore di tempo per depositare le firme necessarie allo scioglimento dell’assise cittadina, che il giorno successivo passerebbe alla presidenza della Repubblica per il relativo decreto. Trascorso il termine, si perderà l’opportunità di tornare al voto entro l’estate e, in caso di dimissioni del sindaco o di “sfiducia” in aula ci sarebbe comunque un lungo commissariamento, almeno fino alla primavera del 2019.

Gli scenari sono stati disegnati dal sindaco nella conferenza stampa che ha fatto seguito, lunedì, alla sentenza del Consiglio di Stato che lo ha privato del premio di maggioranza, configurando quindi un’assemblea composta da 17 consiglieri di centrodestra, 14 del centrosinistra, 1 del M5S (e il primo cittadino). A quelli Paolo Perrone, ma anche Gaetano Messuti e altri, hanno aggiunto un’altra opzione: che le firme degli esponenti della coalizione di governo si aggiungano a quelle dell’opposizione per arrivare alla soglia delle 17, essendoci al momento diversità di vedute tra le forze del centrodestra rispetto al da farsi.

Salvemini, da parte sua, anche oggi ha ribadito di avere le idee chiare: “Abbiamo così garantito nel più breve tempo possibile il rispetto della sentenza definitiva del giudice amministrativo. Ora spetta alla politica - legittimamente - prendere le proprie decisioni, manifestare le proprie scelte, indicare le proprie volontà. Quelle che mi spettano le ho annunciate e argomentate: se mi dimettessi la città verrebbe commissariata fino all'estate del 2019, come accadrà nel Comune di Avezzano, dove un identico caso di anatra zoppa ha convinto il sindaco a tornare a casa”.

Il suo margine di manovra è condizionato dalla decisione del Consiglio di Stato, ma il sindaco che al ballottaggio ha vinto con quasi dieci punti di differenza sull’avversario, Mauro Giliberti, non è disposto a farsi tirare per la giacchetta o a farsi cucinare a fuoco lento, strategia alla quale nel centrodestra puntano in molti in attesa di serrare le fila e trovare un accordo su rapporti di forza interni e metodo di selezione del candidato sindaco (primarie). Con riferimento testuale (che riportiamo in corsivo) alle parole usate dal coordinatore regionale di Forza Italia, Salvemini taglia corto facendo capire che chi decidesse di sostenere la sua amministrazione con l'approvazione del bilancio (in aula entro metà marzo) lo farà accettando il progamma già presentato in campagna elettorale: “Non posso accogliere, infatti, la proposta di chi nel centro-destra mi invita a seguire le indicazioni della maggioranza consiliare nella guida politico-amministrativa della città. Sono stato eletto sindaco per portare un cambiamento dopo un lungo ciclo di governo, non per essere il portavoce di un continuismo deciso da altri”.

Per il sindaco dunque la strada è tracciata e a Perrone, che lo taccia di governo fallimentare, pone i termini dell’alternativa possibile: “Presentare entro venerdì mattina le firme per lo scioglimento del consiglio comunale, e portare la città al voto entro l'estate del 2018, con un commissario in carica per pochi mesi, o bocciare il bilancio di questa amministrazione quando verrà presentato in aula (entro la metà di marzo) e quindi - nel ribadire il giudizio politico negativo sul sindaco e al sua giunta - portare la città al voto entro l'estate del 2019, con un commissario in carica per oltre un anno”.

Nel pomeriggio di oggi i consiglieri di centrodestra e i dirigenti delle forze della coalizione dovrebbero tornare a riunirsi, dopo l'incontro di martedì all'Hotel Tiziano: il nodo è se accettare la sfida lanciata dal sindaco e fare in modo di tornare alle urne a giugno, oppure rimanere in consiglio comunale aspettando la prova dell'approvazione del bilancio per capire il grado di unità delle posizioni al proprio interno.

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