rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Pronto soccorso, tensioni e denunce: interrogazione urgente a Emiliano

Nuovi casi di aggressioni nel reparto dell'ospedale "Vito Fazzi", dove la situazione, come già ampiamente denunciato da questa testata, sta diventando esplosiva. Ora interviene il consigliere regionale Congedo: "Questione è diventata troppo grave perché sia sottaciuta”

LECCE – Tre episodi in una settimana, l’ultimo di qualche giorno addietro e che ha costretto anche a un intervento della polizia: il padre di una giovane incinta, stanco per l’attesa, ha iniziato a urlare e battere i pugni contro il vetro del triage, usando termini molto rudi. E generando una forte apprensione dall’altra parte. Sono momenti che non si sa quale piega possano assumere.

Il fatto è che la situazione al pronto soccorso di Lecce diventa ogni giorno che passa sempre più esplosiva. E i casi si sovrappongono. Il reparto soffre a causa di un afflusso eccessivo, dopo la chiusura di altri pronto soccorso (ad esempio, Nardò e Campi Salentina, che avevano un bacino molto ampio). I tempi d’attesa si allungano inevitabilmente, specie per i codici bianchi e verdi e così si vengono a creare situazioni di pericolo anche per chi lavora, costretto a fare le spese della scarsa tolleranza di qualche (im)paziente.

Tutto già visto e descritto in un ampio reportage di questa testata del 24 ottobre scorso. Ognuno ha da accampare le proprie ragioni, è ovvio, ma è chiaro che il dialogo non sempre funziona. E così oggi anche Erio Congedo, consigliere regionale di Oltre con Fitto, come già fatto qualche settimana addietro dal segretario cittadino del Pd, Fabrizio Marra, interviene nella questione, definendo la “situazione non più tollerabile”.

Congedo, sul caso, ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione e assessore alla Sanità, Michele Emiliano. “Non si può rimanere in silenzio e indifferenti davanti all’ennesimo episodio, né limitarsi alle dichiarazioni di solidarietà al dottor Silvano Fracella (primario del pronto soccorso del “Vito Fazzi”, Ndr) e al suo staff”. “Un episodio da censurare senza appello – prosegue Congedo, che ha anche parlato con Fracella per avere conferma sui fatti - e sul quale accendere i fari per richiamare l’attenzione di chi ha responsabilità in ordine alle politiche della salute e, quindi, sui rischi e sulle molteplici problematiche di chi opera in un servizio complesso e delicato come i reparti di emergenza”.

Il consigliere regionale ricorda anche come il quadro generale si sia “ulteriormente complicato con la chiusura di diversi presidi ospedalieri”, senza rincalzi per far fronte alle emegenze. “A fronte di ciò il personale e i mezzi sono rimasti quelli di sempre”. E l’affondo parte da lontano, cioè rivolto dall’ex presidente di via Capruzzi, Nichi Vendola “La tanto sbandierata ‘sanità migliore’ – dice - non ha saputo dare alla Puglia un’organizzazione degna di questo nome, mentre si chiudevano decine di ospedali contestualmente non si procedeva alla  creazione di servizi alternativi territoriali in grado di soddisfare il bisogno di sanità dei cittadini”.

Al Consiglio regionale ora Congedo chiede che la questione sia affrontata in modo serio, perché “è diventata troppo grave perché sia sottaciuta”. L’andazzo attuale, peraltro, sembra caratterizzato da una sorta di muro contro muro. Gli operatori di pronto soccorso sono sempre meno restii a dimenticare minacce e ansie accumulare, tanto che si sta passando sempre più spesso all’uso della denuncia alle autorità. E un luogo di cura non può certo trasformarsi in un ring.  

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pronto soccorso, tensioni e denunce: interrogazione urgente a Emiliano

LeccePrima è in caricamento