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Ipotesi riforma territoriale: 12 regioni, alla Puglia province di Matera e Campobasso

Presentata in entrambi i rami del Parlamento una proposta di legge costituzionale: delle attuali regioni rimarrebbero invariate solo Sicilia, Sardegna e Lombardia. Nel Pd salentino si levano voci favorevoli ad una discussione aperta e coraggiosa

LECCE – Una sfida epocale, quella della riorganizzazione territoriale, di cui la riforma Delrio e il ridimensionamento delle Province non possono che essere il primo passo. Al quale, secondo Alfonso Rampino, esponente della minoranza del Partito democratico salentino, ne devono seguire altri e ben più incisivi considerando che una parte considerevole di spesa pubblica viene, per l’ex consigliere provinciale, da quegli enti intermedi – dalle comunità montante ai Gal – che invece sono usciti indenni dalla prima sforbiciata.

“Rispetto a tutto ciò – spiega Rampino -, il nostro partito deve avviare un’immediata e coraggiosa riflessione che giunga ad immaginare una rivoluzione della filiera di governance territoriale definita dalla Costituzione, prendendo in esame, a mio parere, la possibilità di un ridisegno degli attuali territori regionali con la costituzione di  entità territoriali intermedie con funzioni di area vasta. Il Partito Democratico deve affrontare con coraggio questa sfida ambiziosa, non potendo rimanere silente rispetto ad un dibattito che deve, anzi, sollecitare, per cogliere le opportunità che potranno emergere da questa fase di cambiamento”.

Il tema della ridefinizione dell’assetto degli enti territoriali è quanto mai attuale: il deputato Roberto Morassut e il senatore Raffaele Ranucci hanno presentato in entrambi i rami del Parlamento una proposta di legge costituzionale che affronta la questione della revisione dell’articolo 131. Cosa cambierebbe con le indicazioni dei due esponenti del Pd, è presto detto: Roma e la sua provincia acquisirebbero lo status di regione alla quale se aggiungerebbero altre 11.

Rimarrebbero invariate solo la Lombardia, la Sicilia e la Sardegna, L’Emilia Romagna “annetterebbe” il Pesarese, mentre la Puglia diventerebbe Regione del Levante includendo le province di Matera e di Campobasso.  Smembrate quindi la Basilicata e il Molise tra la Puglia allargata e la Regione del Ponente (Calabria e provincia di Potenza), ma anche l’Umbria, le Marche e il Lazio le cui province andrebbero a confluire nella Regione Adriatica (Abruzzo e le provincie di Macerata, Ascoli, Ancona, Rieti e Isernia), in quella Tirrenica (Campania più Latina e Frosinone) e in quella Appenninica (Toscana, Umbria e provicnia di Viterbo)  il Trentino finirebbe nel Triveneto (con Friuli Venezia Giulia e Veneto), la Valle d’Aosta nella “Regione Alpina” con Piemonte e Liguria.

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