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Licenziamenti alle porte nella Asl. Al ministero si apre uno spiraglio

L'associazione 'Salute Salento' rende noto che l'assessore regionale Pentassuglia avrebbe presentato una proposta per la proroga dei 347 contratti fino alla fine dell'anno. Mazzotta: "Le risorse prese dai fondi non spesi per i lavoratori a tempo indeterminato"

LECCE – Una manciata di giorni prima del licenziamento: nella Asl di Lecce, a partire dal primo giorno di novembre, 347 lavoratori sono a rischio di rinnovo del contratto a tempo determinato. A meno che non si intervenga dai ‘piani alti’ del ministero della Salute.

Uno spiraglio, infatti, sembra essersi inaspettatamente aperto nelle ultime ore. Lo rende noto l’associazione ‘Salute Salento’ che parla di una proposta alternativa, pensata proprio per allungare i tempi di permanenza dei servizi fino alla fine dell’anno, presentata a Roma dall’assessore regionale al ramo, Donato Pentassuglia.

La soluzione sembrerebbe essere stata accolta dai funzionari del dicastero che, stando a quanto riferisce il presidente dell’associazione, Cesare Mazzotta, avrebbero già  accordato il loro via libera. “Le risorse per pagare i salari a questi lavoratori, tutte figure indispensabili nella gestione della Asl, dovrebbero essere prese dai fondi non spesi per il tempo indeterminato”, spiega Mazzotta.

Sì, ma in che modo? A chiarire il concetto ci pensa Giuseppe Melissano, responsabile per la Cisl della Funzione pubblica-Sanità: “E’ vero che la Asl di Lecce ha superato il 50 per cento delle spese riservate al personale a tempo determinato nel 2009 – spiega il sindacalista -, ma una precedente legge finanziaria aveva stabilito un altro tetto per il tempo indeterminato: la spesa complessiva  non doveva superare 1,4 per cento sulla spesa storica del 2004”.

“Nel corso di questi anni, tuttavia, le assunzioni non sono state fatte perché c’era il blocco  del turn over- aggiunge il sindacalista - , quindi noi teoricamente potremmo assumere. Si tratta di una sorta di compensazione almeno fino all’atto di stabilizzazione”. 

Secondo Melissano quest’operazione porterebbe ad una conseguenza ovvia, e cioè che la Asl si impegnerebbe a licenziare progressivamente le unità a tempo determinato, man mano che si rimpingua il tempo indeterminato. “I primi ad avere diritto sarebbero i lavoratori che non hanno completato i 18 mesi, ma sembra che nessuno rimarrà fuori – precisa il referente Cisl -. Una parte di questi lavoratori, inoltre, usufruisce della norma 101 del 2013 che stabilisce che chi ha superato i 3 anni a tempo determinato negli ultimi 5 anni, ha diritto alla riserva del 50 dei posti, senza concorso”. Ed in settimana, annuncia Mazzotta,  l’assessore Pentassuglia  dovrebbe ottenere l’ok.

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