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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Tensione no stop in Alba Service. Un altro giorno di proteste e disagi

I dipendenti della società partecipata non mollano la presa. Il prefetto ha convocato un tavolo tecnico ma i sindacati continuano a rivendicare, innanzitutto, gli stipendi mancanti

LECCE – Avevano minacciato manifestazioni ad oltranza e sono stati di parola. I lavoratori di Alba Service anche questa mattina si sono dati appuntamento di fronte alla prefettura di Lecce per rivendicare il diritto al lavoro ed al salario e chiarezza sulla destinazione dei fondi per la società partecipata.

Il risultato è stato quello di una mattinata ad alta concentrazione di traffico nelle strade attigue a via XXV luglio. Né più né meno di ciò che è avvenuto ieri, sostanzialmente. E la manifestazione, nelle prossime ore, potrebbe assumere la forma di un corteo in marcia verso i punti nevralgici della città. Alcuni dipendenti hanno già preso una direzione autonoma, decidendo di recarsi presso l’hotel Tiziano dove è in corso un convegno del sindacato Uil sul tema del lavoro e delle pensioni, presieduto dal segretario nazionale Carmelo Barbagallo.

L’unica novità emersa sulla vertenza, nel giro di poche ore, è la convocazione per domani 22 aprile alle ore 18 presso la prefettura di Lecce rivolta alle organizzazioni sindacali ed alla deputazione salentina, mentre incerta rimane la partecipazione da parte del viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova.

Nel corso della mattinata si terrà, invece, un tavolo tecnico che vedrà la presenza delle istituzioni direttamente coinvolte dal problema. Provincia di Lecce e Regione Puglia, dunque: le destinatarie della legge Delrio che, perseguendo l’intento di riordinare le funzioni degli enti provinciali, ha di fatto scatenato un caos sul territorio.

Le organizzazioni sociali, tuttavia, a partire da Cobas, ripongono poca fiducia nell’esito di quest’ennesimo incontro. Il balletto dei tavoli tecnici - sanno per esperienza-  troppo spesso allunga i tempi della soluzione. Lo dichiara, senza parole superflue, il sindacalista Giuseppe Mancarella: “Gli incontri sono stati già troppi e ormai dubitiamo che domani si potrà giungere ad un esito concreto. Al di là delle chiacchere, 130 persone, compresi gli assistenti sociali, aspettano di essere retribuite da nove mesi”.

I servizi essenziali di manutenzione e pulizia di strade e scuole, è bene ricordarlo, sono stati sospesi dall’ente di palazzo dei Celestini perché sprovvisti di copertura economica. Un’iniezione di fondi è stata prevista in seno alla legge di Stabilità, ma la data del 28 febbraio, fissata per il riparto delle risorse tra le province, nell’attesa che venisse varato l’apposito decreto, è stata di gran lunga superata. La Corte di conti, infine, ha bloccato la giunta guidata da Antonio Gabellone nella sua intenzione di anticipare una parte di questa somma (pari a circa 2 milioni di euro), in attesa del trasferimento dal governo centrale. Una lunga ombra si è stesa sulla società partecipata e i dipendenti non possono fare altro che lottare affinché la procedura di licenziamento collettivo venga revocata al più presto.

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