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La “deriva” di Securpol Security. Guardie giurate alle prese con i soliti problemi

I 27 impiegati sull'appalto Asl, insieme ai colleghi dello stesso istituto di vigilanza, hanno protestato ai piedi della prefettura. Ritardi nei pagamenti, mancato rispetto di riposi e turni di lavoro, rischio di perdere la clausola sociale: la denuncia Usb al viceprefetto

LECCE – Fermare la “deriva” verso cui si sarebbe avviata la ditta Securpol Security. E’ questo il motivo dell’ennesima manifestazione ai piedi della prefettura indetta dal sindacato Usb. Le 27 guardie giurate, assorbite dall’istituto di vigilanza che gestisce l’appalto Asl su vari presidi (ospedale “Vito Fazzi”, Sert e portinerie), ad un mese esatto dall’ultima protesta, sono tornate a farsi sentire.

Lamentando gli stessi, identici, problemi che riguarderebbero anche i colleghi impegnati su altri appalti gestiti della stessa ditta. Nodi mai sciolti e che avrebbero fatto precipitare la situazione, sino ai recenti licenziamenti disposti dall’azienda. Due dei quali addirittura “discriminatori”, a detta del sindacato. Si tratta, nello specifico, di due iscritti all’organizzazione Usb ed un delegato sindacale. “Abbiamo atteso per mesi una risposta da Securpol e abbiamo ottenuto soltanto che si procedesse con il licenziamento di queste persone. Senza contare che al momento vi sono 6 sanzioni disciplinari rivolte ai nostri iscritti”, spiega il referente Gianni Palazzo ai margini dell’incontro tenuto con le autorità prefettizie.

Il sindacalista non  usa mezzi termini nel tratteggiare la situazione: “Il comportamento irresponsabile di Securpol Security, in un periodo di crisi come questo,  non fa altro che diffondere un clima lavorativo alla "Caligola" con la naturale risultanza di rendere l'ambiente sempre più ostile sia per i lavoratori che per il servizio di vigilanza presso gli enti in cui le persone prestano servizio”.

Insieme al viceprefetto Beatrice Mariano sono state sviscerate, e ripetute, le numerose criticità che renderebbero particolarmente gravoso il compito delle guardie giurate. Al ritardo nei pagamenti (per molti manca il saldo del mese di dicembre e circa il 40 percento dei dipendenti attende la retribuzione della tredicesima) si aggiungerebbe anche il sospetto, paventato dagli interessati, che i licenziamenti possano comportare la perdita del diritto alla “clausola sociale”, e quindi al mantenimento del posto del lavoro, nel caso di un cambio di ditta sul medesimo appalto.

Ma sul piatto della bilancia pesano anche una gestione dei turni e dei riposi definita “irregolare”. “Il tempo di riposo tra un turno e l’altro, fissato dalle norme contrattuali in 11 ore, non viene sempre rispettato – precisa Palazzo -. Lo stesso dicasi per la rotazione del personale in servizio: ci sono persone che coprono sempre la fascia oraria notturna ed altre a cui questa turnazione viene risparmiata”.

Anche il contratto full-time, formalmente in vigore, non verrebbe rispettato. “La società retribuisce  i dipendenti calcolando solo le ore di servizio ed il rapporto di lavoro si è trasformato, nei fatti, in un part - time”, aggiunge il referente dell’ Unione sindacale di base.

Queste denunce avanzate dal sindacato sono già state inviate all’indirizzo dell’ufficio provinciale del Lavoro che ha redatto una relazione relativa all’esito dell’indagine ispettiva. Ora, questo resoconto è passato nelle mani della prefettura di Lecce che ha avviato l’istruttoria per valutare la situazione.

“Abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo, alla presenza sia dell’azienda che della dirigenza Asl, per superare l’impasse – prosegue Palazzo-. Non abbiamo interesse a che Securpol lasci l’appalto, ma i diritti sindacali e delle guardie vanno rispettati, a cominciare dal reintegro delle persone ingiustamente mandate a casa”. Intanto il direttore generale della Asl, Giovanni Gorgoni, ha fissato un appuntamento con Usb già mercoledì 28 gennaio, nelle prime ore del pomeriggio.

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