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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica Gallipoli

Gabellone, pressing su scarichi a mare.“Basta silenzio dalla Regione”

Nuova iniziativa del presidente della Provincia che scrive all'assessore Barbanente sollecitando la ripresa delle attività per trovare la soluzione concreta e condivisa per il recapito finale del depuratore consortile di Gallipoli

GALLIPOLI - Scarichi a mare sul litorale di Gallipoli, il presidente della Provincia, Antonio Gabellone di nuovo in pressing sulla Regione. E all’indirizzo istituzionale dell’assessore regionale all’Urbanistica e all’assetto del territorio, Angela Barbanente, arriva una nuova sollecitazione per affrontare di petto la questione del recapito finale dell’impianto di depurazione consortile di Gallipoli. Con una recente missiva a firma del numero uno di palazzo dei Celestini, si è nuovamente riaperta la discussione sulle soluzioni tecniche più idonee da adottare per impedire lo scarico sottocosta del depuratore e per salvaguardare la balneabilità del litorale nord gallipolino. Soluzioni per altro già intavolate nel corso dei numerosi tavoli tecnici e politici che si sono svolti tra Gallipoli e Bari nei mesi scorsi, e avvalorati anche dall’annuncio di Acquedotto pugliese circa la disponibilità di fondi pari a 4 milioni e 450mila euro (fondi Cipe) per consentire di dare il via anche al progetto e ai lavori per il potenziamento della struttura a servizio del comune ionico e di quelli di Alezio, Tuglie e Sannicola. Il tutto era stato affrontato anche nel corso delle audizioni nella V commissione della Regione Puglia, e in terra salentina, a detta di Gabellone, si attendono ancora le risultanze e gli aggiornamenti definitivi sulle soluzioni concrete da adottare.

“La soluzione c’è già e su questa si sta intensamente lavorando d’intesa anche con il Comune di Gallipoli. È una soluzione sostenibile che consente di riusare le acque affinate ed evitare anche lo scarico in mare e quindi di consentire la balneazione nel tratto di costa nel quale oggi è vietata” aveva precisato già nel luglio scorso l’assessore Barbanente sulla questione specifica. E il riferimento della vice di Vendola era alle riunioni e sopralluoghi tecnici consumati alla fine di maggio nel territorio gallipolino. A cui ha fatto seguito la riunione della Commissione regionale del 12 giugno scorso aggiornata poi di un mese per avere contezza dei progetti in itinere. Ma da allora, secondo il presidente della Provincia, solo annunci e nessuna buona nuova. Da qui la decisione di scrivere e sollecitare nuovamente la Regione, ripercorrendo le ultime vicende legate al procedimento tecnico e istituzionale legato allo scarico del depuratore gallipolino.      

“Le problematiche connesse alle modalità tecniche di gestione dell’impianto depurativo consortile di Gallipoli hanno formato oggetto di periodiche riunioni interistituzionali, di ripetuti accertamenti di natura tecnica, di proposte, variamente articolate, per l’attivazione di un sistema di trattamento in linea con la normativa vigente in materia e tale da garantire la piena balneabilità, per il suo intero sviluppo, della fascia di costa marina interessata” scrive Gabellone. Che rammenta come in seguito alle valutazioni effettuate dall’Autorità idrica pugliese era maturata, nel corso degli incontri, la decisione di scegliere, fra le varie alternative possibili, quella “che prevede il potenziamento del trattamento di affinamento fino all’intera portata di acque reflue, nel periodo di maggior fruizione turistico-resienziale e trattamento terziario per la portata di esubero, con scarico diretto a mare, nonché trattamento depurativo secondario, con scarico diretto a mare, nel restante periodo”, riconducibile ad una nota dell’Aip del novembre 2012.

“A distanza di circa sette mesi, più precisamente, il 12 giugno 2013” evidenzia nella missiva Gabellone, “nel corso di una riunione allargata della V^ Commissione consiliare della Regione Puglia, persistendo notevoli perplessità sulla praticabilità e sulla capacità risolutiva degli interventi, l’assessore manifestò l’opinione che il problema, per la complessità delle implicazioni che ogni singola soluzione praticabile poteva comportare - di ordine finanziario, di compatibilità con tempi d’esecuzione per forza di cose ristretti, di portata risolutiva, in via definitiva, rispetto alla balneabilità del tratto di costa interessato - meritasse un approfondimento ulteriore ed assunse l’impegno di curarne l’attuazione, attraverso il suo ufficio, in un intervallo di tempo di trenta giorni”.

Da qui il nuovo appello rilanciato dal presidente della Provincia leccese. Che incalza: “Rendendomi interprete delle preoccupazioni di larghe fasce della popolazione di Gallipoli e dei paesi del bacino per il protrarsi dei tempi per la definitiva soluzione del problema” scrive sempre Gabellone, “faccio appello alla sua ben nota sensibilità politica e sociale affinché adotti le misure più opportune per ottenere che, entro un termine ragionevolmente breve, siano portati a compimento gli approfondimenti tecnici da lei stessa disposti e possa quindi delinearsi il quadro preciso delle iniziative da intraprendere. Sono certo che non sfugge alla sua attenzione” prosegue la nota inviata all’assessorato regionale, “il danno d’immagine che sta derivando alla località per la persistenza del divieto di balneazione lungo il tratto di costa interessato dagli scarichi. Divieto che ha provocato tangibili implicazioni negative anche per via della coincidenza col ricorrente diffondersi di insopportabili odori sgradevoli su ampie superfici della fascia costiera e dell’entroterra. Confido” conclude Gabellone, “che, grazie al prestigio personale che la circonda ed all’autorevolezza che le deriva dalla carica, l’annosa questione, che risale agli inizi del passato decennio, potrà finalmente trovare una soluzione convincente e condivisa”.

          

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