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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Provinciali: i "piccoli" iniziano ad alzare la voce

Nel centrosinistra, De Vito chiede unità alla coalizione e più flessibilità al Pd sulle primarie. A destra Azzurro Popolare vuole subito candidato: "Basta attendismo: noi pronti ad andare soli"

II "piccoli" dettano le regole: sia a destra che a sinistra, le coalizioni che si affronteranno nella prossima tornata elettorale per il rinnovo del consiglio provinciale di Palazzo Celestini, ricevono scossoni dai partiti alleati, minori. Se nei giorni scorsi, a sinistra, erano stati i Socialisti, il Pdci, l'Idv e i Verdi a chiedere al Pd di non esasperare la proposta delle primarie, onde evitare eventuali fratture, ora è il turno di due nuove voci che alimentano il già complesso quadro politico leccese. A sinistra, arriva l'appello all'unità della coalizione che oggi amministra la provincia, che passa da quanto affermato dall'ex segretario provinciale di Rifondazione comunista (ora nell'area vendoliana) Vinicio De Vito, e, cioè, da un atteggiamento da parte del Pd "meno ideologico" sulla tematica delle primarie.

De Vito chiede il riconoscimento "reciproco" dei partiti: "Il Partito Democratico - afferma - deve riconoscere questo dato di buon senso e corretta gestione di rapporti fra alleati con pari dignità, evitando di considerare i suoi deliberati alla stregua delle Tavole della Legge. Così come, allo stesso tempo, i partiti minori, che sono caduti per l'ennesima volta nella trappola della definizione di cespugli, non possono porre pregiudiziali, a meno che non si tratti del rispetto delle singole posizioni politiche, riguardo all'utilizzo di strumenti che permettono la decisionalità".

L'ex segretario provinciale di Rifondazione ritiene "poco fruttuoso" sia "immaginare di sciogliere la coalizione di centro-sinistra", che "sperare di inviare un messaggio a Roma, a Veltroni, che riguarda le elezioni europee, utilizzando la discussione sulle Provinciali": per questo, De Vito incoraggia alla definizione di un percorso comune, attraverso un tavolo che raccolga l'effettiva volontà di non ricandidatura di Pellegrino, per elaborare insieme le strategie per la definizione di un candidato condiviso. E ritiene in definitiva le primarie uno strumento di "estrema ratio", solo nel caso di un'oggettiva impossibilità di un accordo.

A destra, non si chiedono né si criticano le primarie. Ma di certo arrivano moniti importanti per la definizione delle scelte elettorali: Aldo Aloisi, guida di Azzurro Popolare, che nei mesi scorsi aveva trovato un accordo di massima con le forze del centrodestra, per stringere un'alleanza in vista delle provinciali, oggi bussa alle porte della coalizione di opposizione, chiedendo tempi celeri per l'indicazione del candidato a Palazzo Celestini. Azzurro Popolare, dunque, dimostra di non appoggiare l'attuale immobilità del centrodestra, ancora stordito dal caso Poli Bortone e dalle sirene del partito del Sud, e preme per una soluzione rapida: "È scoraggiante assistere - affermano il congiuntamente presidente Aloisi e il segretario provinciale, Salvatore Perrone - allo spettacolo di un Pdl nel pallone, scorato e impigrito alla vigilia dello scontro capitale. Le lancette dell'orologio sono ancora ferme al 2004, ed ora va in onda la replica. Allora un ritardo colposo nella designazione del candidato presidente ci regalò una sconfitta cocente ed immeritata, gemella di quella del '99 e di quella del '94, figlie legittime del pressappochismo e dell'approssimazione nostrani". Azzurro Popolare chiede la convocazione urgente di una cabina di regia, che sappia dribblare "campanilismi correntisti segnando una svolta decisiva" e, senza mezzi termini, lo stesso Aloisi fa sapere che qualora i tempi si dovessero ulteriormente prolungare all'infinito, Azzurro Popolare inizierà la propria campagna elettorale da sola. A buon intenditore, poche parole.

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