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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Uno spiraglio per gli operai dell’ex manifattura. Tap convitato di pietra

Massima prudenza dopo l'incontro di questa mattina. I curriculum saranno inviati in prefettura, i lavoratori rimarcano la distanza dai sindacati e chiedono un impiego che vada oltre il tempo di uno scavo

LECCE – Nella lunga e lacerante vertenza sulla ex manifattura Tabacchi dismessa da Bat oramai sette anni addietro si è aperto oggi un passaggio, ma non è ancora chiaro se e in quanti riusciranno ad attraversarlo e a trovare un impiego nell’ambito della realizzazione e della gestione del gasdotto Tap che parte dall’Azerbaijan per approdare a San Foca (ma anche del metanodotto di Snam per la connessione con la rete nazionale).

Regna la massima prudenza al termine dell’incontro avvenuto questa mattina in prefettura con il vice ministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, i sindacati, il comitato spontaneo dei lavoratori, i rappresentanti di Regione Puglia (assessore Sebastiano Leo) e Comune di Lecce (vice sindaco, Alessandro Delli Noci). La consegna sembra quella di parlare il meno possibile di Tap e di ricondurre il confronto nell'ambito di un più ampio tavolo permanente sul lavoro.

La rappresentante del governo ha infatti tenuto a sottolineare che la vertenza occupazionale va tenuta distinta da quella sull’infrastruttura energetica e che la possibilità di trovare nei cantieri della seconda una soluzione parziale della prima è nata presso un altro tavolo, quello interministeriale sugli investimenti aggiuntivi relativi al gasdotto: “Io ringrazio il prefetto – ha dichiarato Bellanova a margine del vertice di oggi - per aver ascoltato tutte le aziende che hanno piani di investimento e di ampliamento sul territorio. Senza creare illusioni, sappiamo che questa vertenza è difficilissima e che è stata gestita in maniera pessima. Tra le aziende c’è anche Tap perché abbiamo una cabina di regia nazionale dove i sindacati hanno condiviso il progetto di ulteriori investimenti sul territorio e hanno chiesto a Tap e Snam di avere particolare attenzione al personale locale. Sulla base di questo il prefetto ha sentito la società, chiedendo di valutare i curriculum eventualmente con l’intervento di un percorso di formazione”.

La vice ministro non ha voluto parlare di numeri: “Noi dobbiamo puntare a far rientrare quanti più lavoratori possibile ma non possiamo vendere illusioni anche perché siamo in una fase particolare che è anche di competizione elettorale. Voglio solo continuare a garantire l’impegno che abbiamo sempre messo, purtroppo senza risultati importanti, ma dobbiamo proseguire su due versanti: uno per la ricerca di imprenditori interessati a investire nel sito leccese, un altro per chiedere alle aziende già presenti di fare uno sforzo per venire incontro a questi lavoratori”.

Fatte queste premesse, sono state fissate alcune “regole di ingaggio”: gli operai presenteranno i loro curriculum direttamente in prefettura (alcuni sarebbero stati già consegnati direttamente presso gli uffici di Tap), successivamente i loro profili saranno valutati dalle aziende che stanno eseguendo nel tratto italiano la messa in opera del gasdotto Tap.  Garantita anche la loro partecipazione agli incontri a venire: il continuo pressing sul prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ha prodotto una piena legittimazione al pari delle sigle sindacali, dalle quali peraltro molti operai hanno preso da tempo le distanze ritenendoli responsabili, al pari delle istituzioni, della firma nel 2013 dell’accordo per la riconversione dello stabilimento che ha di fatto esonerato il colosso del tabacco da ogni responsabilità per le clamorose inadempienze delle aziende subentranti.

“Noi ci aspettiamo delle risposte da chi ha firmato quell’accordo – ha dichiarato Alessandro Chiriatti per conto del comitato -, perché anche se oggi gli amministratori non sono più gli stessi, gli enti che rappresentano restano quelli”. Evidente la volontà dei lavoratori di avere una copertura istituzionale davanti all’ipotesi di una contrapposizione con il vasto fronte che si oppone alla realizzazione del gasdotto e che ha sollecitato le aziende e le maestranze locali a non accettare appalti e impieghi connessi con il gasdotto: “Non vogliamo essere specchietto per le allodole per nessuno, la nostra richiesta è di una occupazione duratura, che vada oltre il tempo di uno scavo. Non vogliamo, insomma, essere utilizzati come scudo umano”.

Le dichiarazioni sindacali

Dal versante sindacale apprezzamento per l’opera di concertazione del prefetto di Lecce, anche se non mancano le precisazioni e i distinguo. La segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi, e quella della Fiom, Annarita Morea, pur riconoscendo il tentativo di aprire un confronto permanente sulle vertenze del territorio, mettono in guardia dal rischio di false promesse: “Oggi, in maniera irrituale e senza il preventivo coinvolgimento dei sindacati, si tenta di dare un’altra speranza ai lavoratori della ex Bat, ma lo si fa in un momento molto scivoloso, come il periodo elettorale: un tempismo che può dare adito a facili strumentalizzazioni. Una coincidenza assai strana, visto che si torna a parlare di ricollocamento di questi lavoratori nella realizzazione e gestione di un’opera non ancora compiuta. Eppure gli ex dipendenti della Bat sono senza lavoro da molti anni, così come da anni operano sul territorio le aziende che oggi dicono di volerli ricollocare. Già in passato altri imprenditori hanno prospettato faraonici piani assunzionali poi rivelatisi inconcludenti e infondati. Siamo convinti che, come in passato ampiamente dimostrato, il prefetto di Lecce saprà evitare il rischio di creare false aspettative, guidando con sensibilità, senso di responsabilità e capacità di coinvolgimento delle parti sociali il tavolo sul lavoro, evitando in questo modo lotte tra poveri di cui il territorio non ha bisogno”.

“Come Uil e Uilm, - hanno commentato Salvatore Giannetto e Pietro Fioretti -: abbiamo ribadito che non ci interessa scatenare una battaglia tra poveri e che questo non deve essere considerato un tavolo pro o contro Tap. Quello che portiamo avanti in Prefettura è un tavolo sul lavoro, finalizzato esclusivamente a trovare soluzioni concrete per risolvere le tante vertenze ancora aperte sul nostro territorio. È ovvio che terremo conto di tutte le proposte pervenute e di quelle che arriveranno in futuro, perché spiragli importanti per l’occupazione potrebbero aprirsi anche grazie alle Zes. Sia chiaro, dunque, che sull’insediamento Tap sono altri i tavoli chiamati a decidere. Salutiamo con favore, pertanto, l’iniziativa del Prefetto di istituire un tavolo permanente sul lavoro, perché sono tante ancora le vertenze irrisolte sul nostro territorio e come organizzazione sindacale continueremo a essere al fianco dei lavoratori fino all’individuazione di soluzioni concrete”. 

Per Antonio Nicolì, segretario generale Cisl Lecce, e Maurizio Longo, segretario generale Fim Cisl Lecce si è trattato di un “incontro che senza generare facili illusioni, specie in un periodo di ormai aperta campagna elettorale, ha posto le basi per la ricognizione di tutte le opportunità occupazionali, derivanti da programmi di investimento nel nostro territorio che, anche sulla base di affinità professionali o di percorsi di riqualificazione finalizzata, possano essere indirizzate prioritariamente verso un bacino di lavoratori da troppi anni in grave sofferenza, quale quello dei lavoratori provenienti dalle aziende Iacobucci e Korus del fallito piano di riconversione ex Bat. Grande merito va riconosciuto all’incessante lavoro della Prefettura di Lecce che si è impegnata direttamente in questa attività di monitoraggio, che opportunamente supportato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Puglia può generare risposte significative, anche se non esaustive, al bisogno di lavoro. Importante, infine, l’impegno dichiarato dal Comune di Lecce a mantenere anche per il futuro il vincolo di destinazione industriale per l’area dello stabilimento ex Bat”.

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