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Pug e piano coste di Nardò: verso un’urbanistica sostenibile

Intervento dell'ingegnere edile della commissione urbanistica dell'ordine, Marco Gaballo, propone un suo intervento sui temi della pianificazione urbanistica neretina

Il recente incontro promosso dall'Amministrazione Comunale sul Piano delle Coste, ad oggi in fase di elaborazione, va accolto di sicuro con favore. Temi di questa portata, riguardanti lo sviluppo urbanistico della città, meritano attenzione e partecipazione.

La pianificazione urbanistica di Nardò, va chiarito e ribadito, necessita tuttavia di una visione strategica ed unitaria. E' infatti indispensabile avere una visione, un'idea di città, globale, svincolandosi da interventi puntuali e slegati tra di loro, per far compiere il salto di qualità ad un territorio metropolitano. Il Piano coste (ovvero la ri-progettazione di un pezzo di città, le Marine) va quindi contemplato, inserito e considerato all'interno di una ri-progettazione e ri-pianificazione complessiva di Nardò, attraverso il nuovo strumento urbanistico, il P.u.g..

Il P.u.g. è indispensabile, non tanto per espandere ulteriormente la città, quanto per risolvere i problemi esistenti e migliorare il già costruito, orientamento ormai predominante nei moderni ed innovativi strumenti urbanistici.

L'urbanistica di un tempo, l'urbanistica degli anni '60-'70 (ed il P.r.g. di Nardò, per concezione e filosofia, risale a quegli anni) con i suoi strumenti di pianificazione assoluti, totalizzanti, rigidi, lenti e ridondanti (quando non resi nulli a colpi di varianti selvagge) spesso imbolsiti e tuttora inattuati (complice anche il confronto con l'eccessiva ed inutile burocrazia odierna) è completamente superata. La società moderna, iper-dinamica, ha bisogno di strumenti veloci, elastici, efficienti, operativi. L'orientamento, le caratteristiche, la direzione da seguire nell'urbanistica moderna li indica ormai da tempo l'Unione Europea, lo Stato e, soprattutto, con molta chiarezza, la Regione Puglia: innovazione, sostenibilità, efficienza energetica, integrazione col contesto, tutela ambientale, valorizzazione delle risorse paesaggistiche. In uno, costruire meno e meglio, non più sul-territorio ma col-territorio, a partire dal-territorio, rispettando ed interfacciandosi con esso. Di conseguenza, i vecchi progetti invasivi, intensivi e pensati sul-contesto e non a partire dal-contesto, vengono giustamente bocciati senza appello dalla Regione Puglia dovunque, Nardò compreso (le lottizzazioni "Costa dei Cafari" e "Sarparea" tra le tante, per esempio). Molteplici ormai sono gli esempi illuminati di città che puntano sullo sviluppo urbano sostenibile, le famose eco-cities: dalla funzionale Friburgo alla variegata Stoccolma, alla stravagante Amsterdam o, a noi più vicino, l'emiliana Faenza, ma anche Lecce, seppur ancora in fase embrionale.

Riguardo al Piano Coste nel dettaglio, vanno fatte alcune considerazioni, affrontando le problematiche più importanti.

Va bene fare uno screening del territorio censendo vincoli ed emergenze paesaggistiche ed individuando così, al netto degli stessi, le possibili aree per stabilimenti balneari, chioschi, etc.. Va benissimo prevederne la realizzazione con strutture rimovibili, pochissimo impattanti ed integrate col territorio, nel verso della sostenibilità e dell'innovazione. Ma bisogna poi affrontare e risolvere una volta per sempre le questioni cruciali delle Marine neretine, due su tutte.

La prima riguarda la viabilità ed i parcheggi. Ad oggi, nel periodo estivo, le Marine sono già congestionate ed incapaci di smaltire il traffico veicolare "ordinario". I nuovi insediamenti turistico - commerciali previsti nel Piano Coste (stabilimenti balneari, chioschi, etc.) ben vengano finalmente, ma scaricheranno ulteriori flussi di autoveicoli e motoveicoli che peggioreranno ancor di più la situazione. Ci sono due reali soluzioni (al di là di interventi palliativi) possibili: una, più invasiva (e già esplorata in tempi passati) prevede la realizzazione di nuove sezioni stradali, nuove strade, e tuttavia appare anacronistica e totalmente superata, specie alla luce degli odierni e prima richiamati concetti di sostenibilità ambientale, tutela paesaggistica e sviluppo sostenibile. L'altra, meno invasiva e certamente più moderna ed indicata, consiste nell'individuazione di una o più ampie aree di parcheggio (integrate il più possibile con il contesto ambientale e magari dotate di piccoli impianti ad energia rinnovabile come pannelli fotovoltaici) a monte delle località marine dove lasciare gli autoveicoli, per poi raggiungere con servizi di bus-navetta o (se abbastanza vicino) addirittura a piedi (magari con interessanti percorsi naturalistici) le località medesime.

La seconda questione fondamentale da risolvere nelle Marine riguarda la scelta del tipo di turismo che si vuole promuovere e perseguire. Se si opta per un turismo con la "t" minuscola, un turismo locale, se ci si ostina a considerare le Marine il salotto buono dei neretini ed il leccese o galatinese come turista "straniero", se si vuole continuare a guardare inermi la vicina Gallipoli prosperare sulla ricettività, allora l'attuale impianto e stato dei luoghi potrebbero anche rimanere invariati (ovvero restare fermi agli anni '70, quando furono pensate le Marine).

Se invece si sceglie un turismo vero, un turismo con la "t" maiuscola, rivolto anche al di fuori dei confini provinciali e magari nazionali, allora è necessario ri-pensare, ri-progettare le Marine. E' necessario progettare infrastrutture (parcheggi, miglioramento di sedi viarie), progettare attrezzature (strutture turistico - ricettive, commerciali, di intrattenimento, ludiche, ma sempre nell'ottica della sostenibilità), progettare un porto turistico in posizione tale da essere accessibile e funzionale (quindi, dei tre siti individuati dallo studio dell'Università di Lecce, scegliere tra quelli esterni al centro urbano, ovvero S. Maria, più indicato in quanto vicino alle Marine, o S. Isidoro, più lontano ed adiacente Porto Cesareo), progettare un "centro" destinato prevalentemente ad attività commerciali, ludiche e turistiche e prevedere la delocalizzazione, lo spostamento delle residenze all'esterno del centro medesimo (incentivando i residenti a spostarsi con bonus volumetrici o aiuti finanziari), progettare una riqualificazione del lungomare, il famoso water - front, che possa essere un elemento distintivo ed un biglietto da visita per le nostre bellissime ma ancora incomplete Marine di Nardò. A queste (ed altre) problematiche l'Amministrazione Comunale deve dare soluzione e compiere scelte, per un vero sviluppo della città ed, in ultimo, per il bene della collettività tutta.

Marco GABALLO

Ingegnere Edile libero professionista

Commissione Urbanistica Ordine Ingg. Lecce

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