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Quaranta giorni di pena e finalmente la giunta

Ore 13,30: il sindaco di Lecce Paolo Perrone convoca la stampa a Palazzo Carafa e fa i nomi dell'esecutivo. Forza Italia, qualche minuto prima, indica i suoi, ma il grande escluso resta Messuti

Finiti i tormenti in Forza Italia, si fa per dire, alle 13,30 di oggi il sindaco forzista Paolo Perrone raduna la stampa per rendere noti i nomi che compongono l'esecutivo di Palazzo Carafa. Ci ha messo quaranta giorni, visto che come primo cittadino di Lecce si è insediato lo scorso 7 giugno, per definire la sua giunta. E a breve salirà in macchina per recarsi a Napoli, dove questa sera in piazza Plebiscito lo aspettano Silvio Berlusconi e gli altri sindaci azzurri dei Comuni del Sud per un incontro pubblico di fronte agli elettori.

Ma non è stato un percorso facile, quello di Perrone, prima della fumata bianca: prima le tensioni con An, poi quelle interne al suo partito (fino a ieri sera nel coordinamento provinciale di via Oberan) e tutto per la spartizione delle poltrone. Che questa mattina sono state designate mentre un comunicato stampa giungeva nelle redazioni, ma da via Oberdan. Dove l'onorevole Fitto, coordinatore regionale degli azzurri, si diceva certo "che gli uomini in Giunta forniranno un contributo importante al governo cittadino sostenendo e realizzando il programma elettorale del sindaco e dell'intera coalizione. In riferimento alle voci circolate in questi giorni sui contrasti interni al Forza Italia per la scelta degli assessori - precisava a dire - mi preme assicurare a tutti che il partito è impegnato a perseguire un confronto interno sempre più improntato sulla dialettica, al coinvolgimento, alla partecipazione democratica, che culminerà a settembre con la celebrazione del congresso cittadino di Forza Italia di Lecce".

Sì, ma che fine farà, politicamente parlando è ovvio, Gaetano Messuti, ex presidente di Sgm, il quale si aspettava dal suo partito il riconoscimento di un assessorato per aver ottenuto 720 preferenze alle amministrative di maggio? E perché Fulvio Lecciso (478), che di fare il presidente del consiglio non ne voleva sapere nulla, poi è stato accontentato con la carica di assessore alle Politiche sociali? E poi c'era Eugenio Pisanò, anche lui in odore di assessorato, pur contando su meno preferenze dei signori di cui sopra, che da oggi è invece presidente del Consiglio comunale.

Ma giunta s'è fatta, ed ecco i 13 nomi pronunciati dal sindaco, con gli uomini (e una donna) dell'esecutivo che nella tarda mattinata lo hanno raggiunto per presenziare con lui l'ufficialità del governo cittadino: i cinque di Alleanza nazionale sono Adriana Poli Bortone, a cui va la delega alle Politiche comunitarie e Fascia costiera, più la carica di vice-sindaco; Severo Martini, Lavori pubblici, verde pubblico, servizi cimiteriale ed edilizia sportiva; Gianni Garrisi, Politiche ambientali; Luciano Battista, Politiche educative, formative e giovanili; Massimo Alfarano, Turismo, sport e relazioni internazionali.

I tre assessorati di Forza Italia: Roberto Marti, delega alla Pianificazione del territorio, urbanistica, Erp e ufficio casa; Fulvio Lecciso, Politiche sociali e a Michele Giordano va l'assessorato al Personale, Sviluppo organizzativo, qualità dei servizi e tributi.

Della lista civica "La città" collegata al sindaco Perrone sono stati delegati Giuseppe Ripa e Lucio Inguscio, rispettivamente con gli assessorati a Traffico e mobilità il primo, Polizia municipale, sicurezza e protezione civile, il secondo.

Il ruolo di assessore per l'Udc è ricoperto da Attilio Monosi con delega alle Attività produttive. Affari generali è la delega che ricopre invece Fiorino Greco, della lista civica "Lecce città del mondo", mentre riproposto alla carica di assessore con delega a Igiene e sanità, Alfredo Pagliaro, della Dc.

Il Bilancio, come risaputo, resterà al sindaco Paolo Perrone.

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