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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Referendum: la scelta del 17 aprile spiazza i No-Triv. Emiliano preme per Election day

L'accorpamento con le amministrative, previste a giugno, consentirebbe il risparmio di 300 milioni di euro e la possibilità di una campagna informativa più lunga

LECCE – Il governo ha deciso che il referendum abrogativo sulle ricerche petrolifere al largo delle coste italiane si farà il 17 aprile.

Una data troppo ravvicinata, secondo i promotori, che rimproverano al presidente del Consiglio di non voler concedere il tempo necessario per una necessaria attività di informazione dell’opinione pubblica, posto che la Corte Costituzionale ha dato il via libera solo il mese scorso ad uno dei sei quesiti presentati

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ritiene che l’esecutivo nazionale possa ritornare sulla sua decisione: “Il tempo in più occorre per consentire di essere partecipi ad un evento importante: perché la democrazia partecipata che il referendum implica è una democrazia che può essere favorita dall’election day, cioè da un’unica giornata in cui si svolgono sia le elezioni comunali che le elezioni referendarie. E questo può essere molto importante per garantire un buon afflusso e il raggiungimento del quorum”.

L’accorpamento della due consultazioni consentirebbe un risparmio di 300 milioni di euro e anche questa appare al governatore, e non solo a lui, come una ragione sufficiente. Intanto la macchina informativa si deve comunque mettere in marcia: nel caso in cui non venisse modificata la data del 17 aprile si tratterebbe di una vera e propria corsa contro il tempo.

Agli esponenti del centrodestra regionale non sfugge come il referendum metta in un certo imbarazzo il Partito Democratico, di cui fanno parte sia il premier, Matteo Renzo, che il presidente pugliese, Michele Emiliano. Così Ignazio Zullo, capogruppo di Conservatori e Riformisti, risponde a Michele Mazzarano del Pd che ha proposto una mobilitazione massiccia: “Mazzarano e il Pd pugliese devono spiegare bene che a voler concedere le autorizzazioni per trivellare il nostro splendido mare sono il suo partito, il suo segretario e il suo premier. Lo stesso, Renzi, che non ha voluto l’election day e indetto il referendum fra soli due mesi proprio con l’intento di oscurare ed abbreviare  la campagna referendaria-politica di Emiliano. Siamo tutti contro le trivelle. Ma non siamo tutti fessi”.

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