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Cassa integrazione, oltre un milione di ore richieste. La crisi non arretra

Secondo il rapporto Uil, nel primo trimestre dell'anno, in provincia di Lecce, richieste ore in più (1,1 percento) rispetto al 2014. Il segretario Giannetto: "Preoccupati per provvedimenti governo che dovrebbero ridurre le protezioni sociali"

LECCE – La luce in fondo al tunnel della crisi si allontana ancora. Restano, infatti, oltre 1 milione le ore di cassa integrazione richieste e autorizzate nel primo trimestre dell'anno in provincia di Lecce: 463mila ore di cig ordinaria, 881mila di cig straordinaria e 49mila ore di cassa in deroga. È quanto emerge dal II rapporto elaborato dalla Uil - servizio politiche del lavoro, su dati Inps. Rispetto allo stesso periodo del 2014, si registra un aumento dell'1,1 per cento (da 1 milione 380mila e 28 ore si è passati a 1 milione 394 mila e 949).

Nel mese di marzo, invece, le ore di cig complessivamente autorizzate ammontano a 453 mila e 125, contro le 454 mila e 813 di febbraio (-0,4 percento). Nel dettaglio, aumentano cig ordinaria (+122,1 percento) e in deroga (+274,8), mentre diminuisce il ricorso alla cassa straordinaria (-41).

"La crisi non arretra, anzi si fa più grave - è il commento del segretario generale della Uil di Lecce Salvatore Giannetto -. Noi crediamo che sia opportuno leggere questi dati sentendo e ascoltando le sofferenze che quotidianamente vivono territori e lavoratori, quando lamentano l’assenza di risorse per la cassa integrazione in deroga, strumento fondamentale per il mantenimento dei posti di lavoro e per il necessario, quanto fondamentale, vivere dignitoso delle famiglie di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

E ancora: “Siamo in presenza di numeri ancora troppo alti e i dati generali sull’occupazione non danno segnali di una significativa ripresa, obbligando tutti, la politica innanzitutto, a mettere in campo iniziative vere e concrete per il rilancio dell’economia. Condizione, questa, prioritaria rispetto a tutto".

"Il sindacato - continua Giannetto - metterà in campo tutto ciò che è nella sua disponibilità a partire da modelli contrattuali finalizzati alla crescita. Ma, senza investimenti e politiche fiscali utili alla ripresa dei consumi, risulterà, oggi più che mai, velleitaria la teoria che la buona occupazione si sosterrà solo con leggi sulle regole del lavoro”. “Desta, infine, preoccupazione – conclude - l’ipotesi, che sembrerebbe presente nei prossimi decreti delegati del governo (di attuazione del Jobs act), di una riduzione della durata e della qualità di questo strumento di protezione sociale che ha protetto centinaia di migliaia di posti di lavoro in questi anni di crisi".

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