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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Riclassamento degli immobili, dal 2013 altra stangata Imu e Irpef

Per effetto della revisione degli estimi catastali, deliberata dall'amministrazione nel 2010, aumenterà la base imponibile in quasi tutto il perimetro urbano. Lecce Bene Comune presenta una mozione urgente

LECCE – Dal primo gennaio 2013, salvo ripensamenti, sarà vigente il riclassamento degli immobili ultimata dall'Agenzia del territorio che porterà ad un aumento della rendita catastale del 40 per cento nelle zone del centro storico e di Piazza Mazzini e del 20 per cento nel resto del perimetro urbano, con esclusione di poche aree. In pratica circa il 95 per cento del patrimonio immobiliare dei leccesi è stato rivalutato e questo comporterà un aumento di circa il 40 per cento dell’Irpef e l’Imu, le cui aliquote – sia l’ordinaria che per la prima casa - sono state ritoccate al rialzo solo pochi giorni addietro con il risultato di un maggior gettito atteso per la rata di dicembre di 3,7 milioni di euro.

L’annuncio di questa nuova tegola è arrivata da Carlo Salvemini, capogruppo di Lecce Bene Comune, nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche l’altro consigliere della lista, Saverio Citraro. L’amministrazione comunale ha sempre dichiarato di ispirarsi ad un principio di equità fiscale, volendo scovare quelle situazioni – per esempio nella parte antica della città – dove vere e proprie abitazioni di lusso sono classificate come economiche in base all’ultima attività di censimento che risale alla fine degli anni Ottanta. L’esponente della minoranza ha invece spiegato che in questo modo la scure si è abbattuta in maniera indiscriminata su tutti i proprietari di immobili e che, per questo, peserà proporzionalmente di più sulle fasce meno abbienti. Esistevano gli strumenti per intervenire sulle singole situazioni anomale, ha ricordato il consigliere comunale, invece di intervenire con un provvedimento “orizzontale” che non fa differenze.

L’aumento in euro potrà variare da 30 euro circa fino a oltre 700, mentre in termini percentuali dal sedici a oltre il mille per cento. I numeri sono riportati nelle simulazioni allegate al presente articolo, suddivise per classe di appartenenza e ubicazione. 

Sono gli effetti di un'azione amministrativa partita nell’ottobre del 2010 quando il governo cittadino licenzia una delibera, la numero 746, con la quale si affida all’Agenzia del territorio il compito di procedere alla radiografia del patrimonio immobiliare – sulla base dei dati catastali del 2004 - in due delle diciassette “microzone” in cui è divisa la città, ma che da sole includono il 95 per cento circa degli immobili: 23mila nella “microzona 1” e 48mila nella “microzona 2”.

E’ il comma 335 della legge 311 del 2004 – a tutti nota come la Finanziaria del 2005 -  che attribuisce alle amministrazioni la facoltà di chiedere l’intervento dell’agenzia per ridurre l’evasione tributaria e favorire una maggiore equità. Si può dar luogo al classamento, dice la norma, se il valore delle unità immobiliari si discosta in maniera significativa dal valore medio determinato per l’Ici. Detto in maniera poco tecnica ma più accessibile, se per un immobile si paga una tassa  (allora Ici, oggi Imu) sottostimata rispetto al valore di mercato, allora si può procedere alla revisione degli estimi catastali.

mappa-3-3Questo affidamento è arrivato nell’estate del 2010 al termine di una polemica politica piuttosto lunga sull’attività di recupero dell’evasione tributaria (Ici e Tarsu) affidata alla Soget che non dà i risultati sperati e che obbliga l’assessore al Bilancio, Attilio Monosi, a correzioni al ribasso delle stime in entrata. Il 25 ottobre, sulla base delle due precedenti delibere, viene sottoscritto in sala consiliare a Palazzo Carafa il protocollo d’intesa tra il sindaco Paolo Perrone e la direttrice dell’Agenzia del Territorio, Gabriella Alemanno. E l’attività avviata dagli “ispettori” nelle settimane successive è stata portata a compimento, con i risultati che sono stati illustrati oggi e le cui simulazioni sono in allegato e possono essere scaricate.

Salvemini ha precisato di non contestare affatto la legittimità del provvedimento, ma l’opportunità di renderlo esecutivo: “E’ stata una scelta politica, perché la legge non obbliga le amministrazioni alla revisione del classamento, ma concede loro la facoltà di farlo”. E sarebbero solo diciassette i Comuni italiani, oltre ottomila in tutti, ad essersi avvalsi di questo comma e nessuno con conseguenze di questa portata. L’obiettivo è dunque quello della revoca della delibera del 2010 sulla base di tre considerazioni: il recente aumento delle aliquote Imu, il fatto che dal 2004 la fotografia del patrimonio immobiliare è stata già aggiornata grazie all’emersione dei cosiddetti immobili fantasma e alla segnalazione al catasto delle situazioni non conformi (secondo un’attività in capo alla Soget), la constatazione che i cittadini leccesi, di fatto, saranno penalizzati rispetto a tutti gli altri italiani o quasi, dovendo subire in pochi mesi un duplice aumento della tassazione – diretto o per effetto della revisione degli estimi – che equivale ad una vera e propria stangata.

Gli unici "miracolati" saranno i proprietari di immobili di Villa Convento, della zona di Sant'Oronzo fuori le mura, di via Vecchia Merine, della 167 B, di San Ligorio, degli insediamenti tra Lecce e San Cataldo compresa la marina, della zona industriale, di Frigole, delle zone agricole (in foto, sopra, la mappa: il perimetro rosso equivale alla zona 1, quello giallo alla zona 2).

 

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