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Ambulatorio di fisioterapia ed ecografo in carcere, Sappe chiede intervento di Emiliano

Il portavoce del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, ha chiesto l’intervento del presidente della Regione Puglia. Da oltre un anno, i finanziamenti giù stanziati per l’acquisto della strumentazione e l’allestimento di un ambulatorio nel carcere leccese non sono ancora stati spesi

LECCE  - Un ambulatorio di fisioterapia all’interno del carcere di Lecce, come previsto dai fondi stanziati. Questa la richiesta avanzata dalla segreteria nazionale del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. L’organizzazione sindacale, infatti, è venuta a conoscenza della disponibilità di circa 500mila euro di fondi europei,  già stanziati dalla Regione Puglia.

I finanziamenti, pronti   da circa una anno,  non sono ancora spesi dalla Asl di Lecce per  l’allestimento di un ambulatorio di  fisioterapia all’interno del carcere dell’istituto penitenziario, né per l’acquisto di un ecografo. I portavoce del Sappe hanno evidenziato che la mancanza di tale ambulatorio o di un ecografo,  costringe il personale di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere leccese a decine di movimenti di detenuti.

Tra questi ultimi anche ergastolani, che vengono accompagnati in strutture sanitarie in predeterminati orari e per parecchi giorni di continuo, nonostante la grave carenza di personale. Oltre che uno spreco enorme di risorse umane e di mezzi, crea enorme pericolo sia per le scorte che viaggiano sotto organico, sia per la popolazione cittadina in caso di eventi critici posti in essere da complici dei detenuti, per aiutarli ad evadere. Il sindacato ha chiesto l’intervento del presidente dell’ente regionale, Michele Emiliano, affinché agisca al più presto.

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