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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Enti locali, giunte comunali da rifare subito? Obbligatorio il rapporto tra i generi

Il disegno di legge Delrio è in vigore da aprile. Le elezioni amministrative del 25 maggio sono disciplinate dalla nuova normativa che riduce assessori e consiglieri, ma non è chiara la tempistica per le consiliature che sono ancora in corso

LECCE – Il comma 137 dell’unico articolo del disegno di legge Delrio dispone che i comuni con più di 3mila abitanti si dotino di una giunta in cui nessuno dei due sessi sia rappresentato per più del 60 per cento del totale. Si tratta di una previsione entrata in vigore con la pubblicazione del ddl sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 7 di aprile. C’è però un grosso punto interrogativo per quanto concerne l’esecuzione pratica.

Se, infatti, è scontato che all’esito delle elezioni amministrative del 25 maggio i consigli comunali e le giunte saranno disciplinati dal disegno di legge, i dubbi riguardano i municipi che non sono chiamati al rinnovo, come Lecce dove al governo della città siedono nove uomini e una donna, Carmen Tessitore, che ha la delega alle Politiche sociali e alla Pubblica Istruzione. Una situazione, stando alla lettera della riforma, che nel migliore dei casi è destinata a terminare con la prossima tornata amministrativa, dopo la quale i consiglieri saranno 24 e la giunta formata da 7 assessori. Le donne, quindi, saranno almeno tre.

Secondo alcuni addetti ai lavori, però, non sarebbe necessario attendere le prossime elezioni perché la giunta non è un organo elettivo, come il consiglio comunale. Sembra suggerirlo anche una nota del dipartimento per gli Affari generali e territoriali del ministero dell’Interno del 24 aprile che precisa che nei comuni con più di 3mila abitanti “occorre lo svolgimento da parte del sindaco di una preventiva e necessaria attività istruttoria preordinata ad acquisire la disponibilità allo svolgimento delle funzioni assessorili da parte di persone di entrambi i generi. Laddove non sia possibile occorre un’adeguata motivazione sulle ragioni della mancata applicazione del principio di pari opportunità. Nel caso in cui lo statuto comunale non preveda la figura dell’assessore esterno e il consiglio comunale sia composto da una rappresentanza di un unico genere, per la piena attuazione del citato principio di pari opportunità si dovrà procedere alle opportune modifiche statutarie che, comunque, sono rimesse alla autonoma valutazione dell’ente”.

Chiare quindi le indicazioni su come si procederà per il futuro. Ma si dà il caso che nell’attuale maggioranza consiliare già siedano tre donne non titolari di cariche di governo: Nunzia Brandi, Francesca Mariano, Giordana Guerrieri. Lo Statuto di Palazzo Carafa, inoltre, prevede che il sindaco possa avvalersi di figure esterne. Le condizioni, quindi, per un rimpasto e quindi per un adeguamento pieno alla norma ci sono già. E’ altrettanto vero che la questione riguarda tutto il Paese e che, fino ad oggi, non risulta che un solo Comune abbia proceduto alla rimodulazione per adeguarsi alla lettera del comma 137 che è in vigore a tutti gli effetti. Si tratterebbe, d’altra parte, di una scossa molto forte dal punto di vista politico che rimetterebbe in discussione delicati equilibri politici. 

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