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Riscritta legge per prevenire speculazioni sui terreni colpiti da Xylella

Per quindici anni le aree coltivate e colpite dalla piaga del batterio che sta colpendo gli ulivi non potranno cambiare destinazione d’uso. E’ passato oggi in maniera definitiva l’emendamento presentato da Sergio Blasi. "Prossima battaglia: rimuovere il divieto di reimpianto degli ulivi voluto dall'Ue"

BARI – Per quindici anni i terreni coltivati a uliveti e colpiti dalla piaga della Xylella Fastidiosa non potranno cambiare destinazione d’uso. In questo modo, si cercherà di prevenire possibili speculazioni. E’ passato oggi in maniera definitiva l’emendamento presentato da Sergio Blasi, consigliere regionale del Pd, alla legge regionale 41/2014. Il via libera alla modifica del testo è arrivata oggi dalla Commissione agricoltura, presieduta da Donato Pentaussuglia. Riscritto, dunque, il testo del primo articolo della legge.

La nuova formulazione sarà questa: “1. Al fine di garantire la continuità dell'uso agricolo e della destinazione rurale i terreni soggetti a espianto a causa della xylella fastidiosa, per effetto della decisione di esecuzione 2014/87/EU della Commissione Europea, del 13 febbraio 2014, relativa alle misure per impedire la diffusione nell'Unione della xylella fastidiosa e successive sostitutive e integrative, non possono cambiare per 15 anni la tipizzazione urbanistica vigente al momento dell'espianto, salvo che per la realizzazione di opere pubbliche prive di alternativa localizzativa e necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell'ambiente. Di tale divieto è dato atto nei certificati di destinazione urbanistica sulla base di specifiche segnalazioni da parte di strutture regionali di cui all'art.2.

Come ben illustrato, la destinazione d’uso potrà cambiare solo in casi particolari, e cioè per opere pubbliche fondamentali e per le quali non vi sia possibilità di una scelta diversa rispetto a un determinato terreno. “Dopo il passaggio in Consiglio regionale di questo emendamento, non sarà consentito a nessuno speculare sulla tragedia della Xylella”, dichiara il promotore dell’emendamento. “Mettere nero su bianco il divieto di cambiare la destinazione d’uso di quei suoli – aggiunge il consigliere regionale - significa affrontare la gravità della situazione con il fermo obiettivo di continuare a puntare sullo sviluppo agricolo e paesaggistico del Salento e della Puglia”.

“La prossima battaglia da vincere è quella sulla rimozione del divieto di reimpianto degli ulivi, imposto dall’Unione Europea e giustamente contestato dagli olivicoltori salentini”, prosegue Blasi. Ieri sul tema si sono espressi con molto vigore i produttori che fanno capo al comitato “Voce dell’ulivo”, contestando aspramente il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e chiedendo al premier Matteo Renzi di provvedere, prima che sia troppo tardi per il territorio. A loro avviso, solo con gli innesti e con la ricerca di specie resistenti si può sconfiggere il morbo. E sul punto, Martina è stato contestato per non essersi imposto rispetto alle restrizioni dell'Unione Europea. 

Blasi è schierato fermamente sulla stessa linea dei produttori, ritenendo, cioè, non solo che gli innesti siano necessari, ma anche che per fermare il Codiro sia fondamentale concentrare gli sforzi sulla ricerca. “Non abbiamo altra arma che il sapere scientifico. Tutto il resto – conclude -, comprese le eradicazioni, sono misure dal fiato corto, tese a contenere con scarsi risultati  il propagarsi della malattia, ma non a fermarla”.

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