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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Comunali 2017, affondo al Pd: "Lotte di potere portano dritte alla sconfitta"

Carlo Salvemini ritiene miope la decisione di subordinare le decisioni per le elezioni di primavera all'esito del referendum del 4 dicembre

LECCE – Il Pd si sta suicidando, portando con sé tutto il centrosinistra leccese in vista delle elezioni amministrative di primavera.

Per Carlo Salvemini, consigliere a Palazzo Carafa e promotore di Lecce Città Pubblica, il rinvio a gennaio (come emerso sostanzialmente da una riunione dei giorni scorsi a Bari col segretario regionale Marco Lacarra, ndr) di ogni sostanziale decisione sul percorso di avvicinamento alla scadenza elettorale, è un esercizio di miopia politica dietro il quale si nasconde, nemmeno troppo, un regolamento dei conti tra i democratici. 

Il 4 dicembre, infatti, si vota per il referendum sulla legge costituzionale che, come noto, vede nel Pd una frangia molto attiva schierata contro la riforma voluta dal governo del suo segretario, Renzi. Ma cosa c’entra – si chiede Salvemini – la Costituzione con Palazzo Carafa? “Nulla se si ragiona di politica come impegno di servizio per le proprie comunità. Tutto se la si interpreta soprattutto come lotta di potere”.

“Il ragionamento nel Pd è questo - spiega Salvemini -: se vince il no i suoi sostenitori (Abaterusso è il coordinatore regionale del comitato Scelgo No) forti del successo pensano di poter imporre un candidato unitario perché ritengono, sbagliando, che Dario Stefano sia ancora in corsa; se vince il sì il percorso delle primarie, proposto da Teresa Bellanova e Sergio Blasi, diviene inevitabile. Attorno a questo braccio di ferro - l'ultimo in ordine di tempo nella federazione provinciale del Pd da oltre due anni impegnata in uno scontro senza esclusione di colpi - si sta consumando la vicenda comunale leccese”.

Salvemini sottolinea come questo congelamento del dibattito e dell'iniziativa politica sia l’annuncio di una sconfitta, l'ennesima, anche perché si sta perdendo tempo utile per la formazione di liste forti, che ritiene l’unico vero strumento per contrastare l’egemonia del centrodestra nel tessuto cittadino. E ricorda pure, come, nella prima e unica riunione del centrosinistra, il 2 settembre, i dirigenti democratici avessero garantito che non c'era alcuna volontà di subordinare le scelte per la città all'esito del referendum.

“Il Pd - conclude il consigliere comunale - invece di pacificarsi per trovare una soluzione condivisa e sostenuta da tutto il partito, pensa di individuarla dividendosi sempre più e imponendo la regola più forte che comanda. L’esibizione muscolare di un presunta forza politica, per loro, vale più di provare a governare Lecce”.

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