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Salvemini con Delli Noci: "Davanti non abbiamo un'armata invincibile"

Incontro con ex assessori, consiglieri, cittadini presso la sede di Lecce Città Pubblica. Nessun annuncio sull'eventuale ricandidatura, ma si lavora per preparare un'altra lunga campagna elettorale

LECCE – Se per vincere, nel 2017, ci si è dovuti liberare di quello che aveva allora definito “il complesso della sconfitta”, oggi bisogna emanciparsi dal “complesso dell’armata invincibile”, con riferimento al centrodestra di Paolo Perrone, Roberto Marti e degli altri storici esponenti leccesi.

Questo il messaggio che Carlo Salvemini, l’ex sindaco di Lecce, ha trasferito ai suoi sostenitori rimettendo in marcia quel pezzo di città che nelle scorse elezioni amministrative ha determinato un’inversione nel corso della vicenda politica del capoluogo con una vittoria che, seppur azzoppata dall’esito del primo turno, ha segnato un momento di rottura con il ventennio precedente, alterando equilibri che parevano immutabili come del resto è ovvio che sia indipendentemente dallo schieramento, quando le leve del governo sono sempre in mano alla stessa parte politica.

Lo ha fatto nella sede di Lecce Città Pubblica, in un incontro organizzato per fare il punto dopo le dimissioni che hanno aperto la gestione commissariale fino alle elezioni di maggio. Presenti anche Alessandro Delli Noci, l’ex vice sindaco, Carlo Mignone, che aveva in giunta la delega all’Ambiente, gli ex consiglieri Marco Nuzzaci e Marco Giannotta. Insomma, c’erano i rappresentanti di tutta la coalizione che si era imposta al ballottaggio contro il centrodestra, eccezion fatta per Andare Oltre la cui incomunicabilità con l’amministrazione si è progressivamente accentuata nel corso del tempo.

Salvemini non ha anticipato nulla rispetto al suo destino personale, ma ha ribadito che nel giro di alcune settimane saranno definiti tempi e modi per proseguire sul cammino iniziato. Ha chiesto pazienza e ringraziato tutta la squadra di amministratori senza la quale, ha precisato, "avrei potuto fare ben poco, sebbene si abbia ancora questa visione salvifica del sindaco". Il legame con Delli Noci appare solido e le due compagini che si unirono al ballottaggio con l’apparentamento, durante questo anno a mezzo a Palazzo Carafa hanno condiviso una visione comune della città e delle sue prospettive, superando qualche iniziale diffidenza reciproca.

Anche l'ex vicesindaco, che nel 2017, ruppe il fronte del centrodestra dopo essersi dimesso dalla giunta Perrone e decidendo di correre da solo al primo turno, ha incoraggiato i presenti: "Se c'è una cosa che è stata riconosciuta nella scorsa campagna elettorale, è il coraggio, quello di aver affrontato a mani nude una corazzata. Ma mentre l'altra volta erano sciuri di vincere, questa volta hanno paura di perdere perché sanno che per gran parte della loro classe dirigente è l'ultima chiamata e faranno di tutto per riprendersi ciò che sentono loro. Se nei giorni precedenti l'ultimo consiglio, noi addetti ai lavori sapevano che poteva essere l'ultimo, e dopo le dimissioni eravamo sinceramente dispiaciuti, devo dire che la loro conferenza stampa ci ha dato tanto coraggio perché è stata la rappresentazione di ciò che noi abbiamo combattuto, non mi riferisco solo ai pasticciotti e allo champagne, e che fa torcere lo stomaco a una parte dell'elettorato di centrodestra".

Al netto di alcune variabili che vanno ponderate e per valutare le quali ciascun protagonista si è preso qualche giorno di tempo, l’amministrazione uscente ha già un profilo definito e una squadra pronta per quattro mesi di campagna elettorale. È cioè riconoscibile, tanto per i suoi sostenitori, quanto per i suoi avversari e detrattori.

Nel centrodestra, l’associazione Movimenti ha acquisito la disponibilità dell’ex consigliere Daniele Montinaro, che nel 2017 si era tenuto fuori dalla competizione elettorale, lavorando però a stretto contatto con il candidato Mauro Giliberti. L’avvocato leccese è un volto noto a Palazzo Carafa: eletto nel 2007 con una civica nelle fila della minoranza, è poi transitato nelle fila della maggioranza quando Paolo Perrone estromise Adriana Poli Bortone e i suoi dal governo cittadino, ripresentandosi nel 2012 con Grande Lecce.

Questa “fuga in avanti” – resta da capire quanto strategica e quanto, invece, meramente tattica - ha colto di sorpresa le forze politiche, chiamate a definire un metodo per la scelta del candidato: Forza Italia deve misurarsi con la disponibilità manifestata da Adriana Poli Bortone e ha già frenato sulle primarie, che invece sono per Perrone la “strada maestra”. L’ex sindaco ha già annunciato di non volersi candidare in consiglio comunale, mentre il cognato Saverio Congedo, il cui nome è stato “bruciato” in altre occasioni, attende guardingo un chiarimento definitivo della coalizione. Nel centrodestra, però, bisogna fare i conti anche con altre ambizioni, come quella di Gaetano Messuti che da tempo ha indossato da tempo una veste civica. Non sembra avere un candidato interno da proporre agli alleati, ma sì voce in capitolo la Lega che dopo l’elezione di Marti in Senato nel marzo scorso è l’unica forza a poter vantare un rappresentante nella maggioranza di governo.

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