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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

"Salviamo le terme romane: Lecce valorizzi la storia"

Acceso il dibattito nel capoluogo sulla sorte dei ritrovamenti in piazzetta Santa Chiara. "Tutelare i meravigliosi reperti". E c'è chi propone l'accensione di un mutuo per reperire i fondi necessari

Due lunghe e-mail giunte in redazione, un'unica richiesta: salvare le terme romane dall'insabbiamento. I reperti emersi in questi mesi durante il rifacimento di piazzetta Santa Chiara stanno portando la città di Lecce ad un dibattito in realtà non nuovo, che ritorna ciclicamente ogni volta che uno scavo, fortuitamente, rimette in luce vestigia del passato. Si sa che, rimuovendo ogni singola pietra di questa città, riemergono strati di civiltà remote. Basti pensare all'anfiteatro, scoperto ai primi del ‘900, solo uno spicchio di quello che nell'antica Lupiae doveva essere un imponente stadio in grado di accogliere decine di migliaia di persone. Polemico, l'intervento di Pasquale Aralla, presidente della prima circoscrizione, "Centro-Mazzini", che lamenta il mancato invito al dibattito pubblico. "E il nostro parere? Sembra non interessare a nessuno. Questo quanto emerge alla luce del mancato invito alla riunione "megagalattica" della commissione Lavori pubblici, che aveva il compito di decidere il destino di piazzetta Santa Chiara, di alcun esponente del Consiglio circoscrizionale Centro-Mazzini nel quale ricade la piazza in oggetto".

"E' vero che nessun regolamento impone la nostra presenza - sottolinea Aralla -, ma è altrettanto vero che, eticamente, visto l'ascolto di associazioni ed eminenti personalità, sarebbe stato opportuno ascoltare anche il parere di chi, vivendo quotidianamente tra i residenti ed ascoltandone direttamente le problematiche, avrebbe potuto dare alcuni indirizzi probanti così come si è fatto per altre scelte (vedasi il regolamento sugli artisti di strada). Cosa rispondere a chi giornalmente ci chiede di riavere la piena fruibilità della piazza, quando si è tagliati fuori da qualsiasi decisione o qualsivoglia parere? Eppure il nostro obiettivo, sin dall'inizio del mandato, è stato quello di adottare tutti gli accorgimenti necessari per un lavoro in sinergia che portasse a risultati ottimali (piste ciclabili, sostituzione condotte fognarie Ina case, per fare qualche esempio)".

"Augurandoci un'inversione di tendenza mi auguro una immediata ripresa dei lavori che portino alla piena fruibilità di questo simbolo della città con buona pace di residenti e commercianti adottando, inoltre, un sistema di copertura momentaneo che tuteli i meravigliosi reperti storici che, all'atto del reperimento delle risorse necessarie, possano essere portati facilmente a vista, consentendone la visione ai cittadini e ai turisti e arricchendo, così, il meraviglioso patrimonio storico culturale della città. Soluzione - conclude il presidente della Circoscrizione - in linea, quindi, con quella espressa dall'assessore ai Lavori pubblici Severo Martini".

La seconda e-mail è di un lettore leccese, Cesare De Carlo, che già di recente aveva alimentato la discussione, con un proprio intervento in cui si chiedeva di valorizzare il patrimonio, piuttosto che nasconderlo (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=11199). "Si sta vivacizzando in questi giorni il dibattito sui reperti archeologici rinvenuti in piazzetta Santa Chiara, se cioè debbano "sopravvivere" o se debbano essere "oscurati" riportandoli in quel buio che li ha custoditi per tanti secoli. Quello che è venuto fuori, afferma il professor D'Andria, è solo una parte e tante meraviglie sono ancora da riportare alla luce in questo sito così generoso. Ma sembrerebbe che l'ostacolo a questo progetto di sopravvivenza sarebbe costituito dal reperimento di 100mila euro per completare il tutto e restituire alla città qualcosa di meraviglioso fino a pochi mesi fa sconosciuto. La suddetta somma - dice De Carlo -, più o meno, è l'importo che le famiglie chiedono alle banche per l'acquisto di una casa. E se facesse la stessa cosa il Comune, accendesse cioè un mutuo presso un istituto di credito per regalare alla città e a tutti i suoi visitatori gioielli archeologici di inestimabile valore?".

"Ma veramente - si chiede De Carlo - è impossibile recuperare una somma tanto esigua tra i bilanci milionari di istituzioni, enti e privati? Il ferro bisogna batterlo quando è caldo, dice un antico proverbio. Perché se malauguratamente si dovesse reinterrare tutto con la promessa di recuperare un domani i reperti scoperti e da scoprire, allora siamo sicuri che i tempi diverranno biblici. Altre città pagherebbero chissà che cosa per avere anche una minima parte di quello che abbiamo noi. A Roma in questi giorni nella centralissima Piazza Venezia si stanno tagliando (nonostante le proteste degli ambientalisti) pini e palme secolari perché nel terreno sottostante hanno individuato altri reperti archeologici, nel contesto del foro di Traiano, che debbono essere portati alla luce secondo il giudizio del soprintendente Angelo Bottini".

"Se da noi la fretta ora è quella di riaprire al traffico la piazza per le giuste rivendicazioni di residenti e commercianti, ciò si può fare lasciando recintato il perimetro degli scavi in cui si può continuare ugualmente a lavorare non appena si reperiscono le risorse finanziarie necessarie. E se in questo progetto si coinvolgessero personalità come Giovanni Semeraro o Roberto Memmo, per citarne alcuni - propone De Carlo -, che già in passato si sono fattivamente impegnati a favore della città, il primo con la creazione di Fondazioni e il secondo con progetti riguardanti proprio un'altra parte archeologica di Lecce? Con "soli" 100mila euro si potrebbe restituire alla città molto di più di quanto si è restituito in piazzetta Castromediano, dove i costi sono stati veramente altissimi. E si potrebbe davvero cominciare a parlare della creazione di un parco archeologico riprendendo, anche il discorso della Lecce sotterranea. L'appello allora - conclude - è principalmente per il sindaco Perrone. Caro sindaco, ritiene veramente che la cosa più giusta sia quella di reinterrare i resti delle antiche Terme romane impedendo che la nostra Lecce diventi storicamente ancora più importante e turisticamente ancora più appetibile?"

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