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Samari, monta la protesta. Oltre ai reflui, il degrado

La questione dello sversamento dei depuratori di Taviano e Casarano approda in Consiglio provinciale. E da Gallipoli pronta a partire una "agguerrita" delegazione. L'argomento "relegato" in coda

E' ormai conto alla rovescia per la mobilitazione di cittadini, operatori turistici e forze politiche gallipoline sul nodo degli scarichi delle acque reflue dei depuratori di Taviano e Casarano nei canali Raho e Samari. Un primo duro faccia a faccia si è consumato nella commissione Ambiente di Palazzo dei Celestini dove a condurre la crociata contro gli scarichi destinati a sfociare sul litorale sud di Gallipoli c'erano il consigliere Giuseppe Coppola e il vice commissario prefettizio Vincenzo Calignano in rappresentanza del Comune ionico. Non "pervenuti" invece i rappresentati del Comune di Casarano e il consigliere provinciale della città, Claudio Casciaro. Così come assente "giustificato" era l'altro consigliere gallipolino e capogruppo del Pd, Flavio Fasano (fuori sede per impegni politico-istituzionali). Una seduta che nello specifico non ha risolto il nodo cruciale lamentato dalla comunità gallipolina: ovvero la decisione del Comune di Casarano di avviare l'impianto di depurazione consortile finora bloccato da problemi procedurali e autorizzazioni (anche provinciali) mancanti. Autorizzazioni necessarie per permettere lo scarico previsto in prima battuta nel canale Raho e da qui lo sversamento delle acque nel canale dei Samari e fino al litorale della Baia Verde.

Allarme ambientale alle porte per il litorale gallipolino che con lo sversamento delle acque reflue del depuratore di Taviano, già autorizzato dall'agosto scorso, e quelle dell'impianto di Casarano non ancora legittimate, ma pronte a correre veloci lungo la dorsale del canale Raho e poi in quello dei Samari (come disciplinato dall'apposita delibera del 15 novembre scorso sottoscritta dal sindaco Remigio Venuti e dalla sua giunta), minaccia seriamente il tratto di costa del litorale sud. Una volta raggiunta la foce del Canale dei Samari, il Comune di Gallipoli sarà costretto a decretare il divieto di balneazione nel raggio di 500 metri dello specchio d'acqua interessato dallo sversamento dei reflui. Facile intuire il danno ambientale e turistico che grava sulla "testa" della città di Gallipoli. La mobilitazione è già attiva da tempo. Dopo l'incontro pubblico di sabato scorso del coordinamento delle forze politiche, sociali e imprenditoriali della città e del Comitato "Mare pulito" degli operatori turistici, resta sempre i piedi la plateale protesta annunciata dal consigliere provinciale Giuseppe Coppola: "l'insabbiamento" coatto del tratto terminale del Canale dei Samari per bloccare i reflui. Nel frattempo è stato chiesto al commissario prefettizio di dare attuazione alla deliberazione del Consiglio Comunale che già da tempo aveva chiesto il monitoraggio degli impianti di depurazione e degli scarichi ricadenti direttamente o indirettamente sul territorio e di porre eventuali azioni risarcitorie nei confronti dell'Acquedotto per i danni ambientali e le eventuali inibizioni alla balneazione.

In più sabato mattina, di concerto con gli istituti scolastici cittadini, è stata organizzata una manifestazione degli studenti e una raccolta di firme promosso dal Coordinamento in piazza Tellini dalle 9,30 alle 11,30. Domani mattina invece con partenza dalla sede comunale di via Pavia, una folta e "agguerrita" delegazione di cittadini e politici locali, raggiungerà in pullman il capoluogo salentino per presenziare ai lavori dell'assise provinciale. Sarà proprio il Consiglio provinciale ad affrontare la questione depuratori e scarico nel canale dei Samari. Anche se il gruppo consiliare di Forza Italia aveva chiesto la convocazione di una seduta ad hoc, l'argomento è stato invece posto in coda ai 15 punti all'ordine del giorno di domani mattina. Probabile che i proponenti ad inizio seduta chiedano un'inversione dello stesso ordine del giorno per discutere subito della delicata questione.

E mentre la protesta pubblica continua a montare e andrà decisamente avanti se dal Consiglio provinciale non giungeranno risposte soddisfacenti per fermare lo sversamento dei reflui, da quel di Casarano rimbalza l'ipotesi di un'attivazione del nuovo depuratore consortile (a servizio anche di Matino e Parabita) ma con lo scarico previsto non più nel canale Raho e in quello dei Samari, ma nella Vora, cioè nella stessa zona posta sulla provinciale per Taviano nella quale già oggi confluiscono i reflui del vecchio depuratore. E sempre dal polo casaranese rimbalza anche la vox populi secondo cui gli scarichi del nuovo depuratore "dovrebbero" confluire nei Canale Raho e Samari e dirottati verso Gallipoli, anche per poter preservare integri una quindici di ettari di terreno "di spandimento" di quella zona che invece di assorbire le acque reflue "buone" per l'agricoltura, forse sono più appetibili per altri usi dagli imprenditori autoctoni. Ma queste, come si diceva, sono solo voci incontrollate.

Di certo invece c'è che le acque reflue del depuratore di Taviano lambiscono già il territorio gallipolino e quelle di Casarano sono pronte a seguirle. Mentre il corso del il Canale dei Samari oltre che essere minacciato dagli scarichi in arrivo, versa già in condizione a dir poco di degrado e di insalubrità ambientale: la vegetazione incolta e i rifiuti la fanno da padrone.

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