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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Melendugno

Fra Tap e penali scatenati contro i pentastellati: "Solo bugie per i voti"

I No Tap pronti alla mobilitazione a San Foca. Accuse al vetriolo verso Barbara Lezzi e governo intero. Mali di pancia interni allo stesso Movimento e sarcasmo degli oppositori politici: "Menzogne per raccattare voti"

LECCE – I No Tap scatenati, gli oppositori politici pungenti nei commenti, mali di pancia nel Movimento 5 stelle stesso, dove i senatori Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis e la senatrice Sara Cunia, in pieno contrasto con il premier Giuseppe Conte, sostengono che “non ci possono essere penali semplicemente perché non esiste alcun contratto tra Stato e Tap”.

Il giorno dopo le parole del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che, sugellando l’assenza di illegittimità nell’iter autorizzativo per il gasdotto, ha dato formalmente il là al premier Giuseppe Conte per le determinazioni del governo (Conte ha ribadito ieri quanto già espresso in passato, e cioè che bloccare il gasdotto sarebbe troppo oneroso) il clima è pressoché avvelenato. Il portavoce dei No Tap, Gianluca Maggiore, con un videomessaggio indirizzato alla senatrice Barbara Lezzi (da mesi ormai nel mirino degli oppositori dell’opera), ha chiesto apertamente di “tirare fuori le carte”, in riferimento alle penali o in alternativa le dimissioni di massa per quanti pentastellati hanno promesso che qualora fossero andati al governo, avrebbero bloccato tutto in due settimane.

“Il mantra delle penali”

“Il mantra delle penali e dei costi di rinuncia rappresenta la vergognosa conferma di come Tap sia stata pensata, sostenuta e giustificata grazie alla menzogna spudorata”, urlano gli attivisti, che con una loro nota hanno indetto per domani mattina alle 10 una mobilitazione generale davanti alla torre  di San Foca (sede della Delegazione di spiaggia della guardia costiera) “al fine di scongiurare uno sprofondamento generale delle istituzioni, della società e del Paese nell’autoritarismo e nella sospensione dello stato di diritto”.

marco potì-2Il premier Conte viene accusato di dichiarare “pubblicamente il falso sui costi di rinuncia all’opera, quando tutti i ministeri hanno dichiarato ufficialmente, a seguito della richiesta di accesso agli atti avanzata da cittadini e associazioni (cosiddetto Foia), che non esistono documenti relativi a un calcolo costi benefici”. E l’indice è puntato sui parlamentari dei 5 stelle, “soprattutto quelli che hanno presentato esposti alla magistratura e che hanno rastrello voti in nome della causa no Tap”, invitandoli a presentare “una mozione di sfiducia”. Il sindaco di Melendugno, Marco Potì (nella foto), con un altro videomessaggio, ha rincarato la dose, annunciando che la battaglia non si ferma qui e che proseguirà per “la nostra dignità, il nostro mare, la nostra terra, la sicurezza e il futuro dei nostri figli”, chiamando a raccolta gli altri primi cittadini.

"Da Di Maio solo chiacchiere"

Ma sono stati davvero tanti i contributi arrivati in giornata al dibattito (o, meglio, alla baruffa). Sul vicepremier Luigi Di Maio, il senatore di Forza Italia, Luigi Vitali (vicepresidente della Commissione affari costituzionali), si è espresso parlando di bluffatore e citando a tale proposito Ilva, Tav e Tap. “Vi ricordate le roboanti promesse fatte in campagna elettorale dai grillini e in prima persona da Di Maio? Chiuderemo l’Ilva, bloccheremo il Tap e così via. Chiacchiere”.

“Sono bastati poco più di 100 giorni e le bugie hanno dimostrato di avere le gambe corte. Le promesse sono state tradite in Puglia. Lo saranno anche le altre”, ha continuato il parlamentare che ha così concluso: “Basta un reddito di cittadinanza, per altro in deficit, per avere la coscienza a posto? Di Maio non vuole migliorare le condizioni di vita dei cinque milioni di poveri in Italia: vuole abbassare quelle di tutti gli italiani. Forse questo Governo tirerà a campare sino alle elezioni europee. Ma dopo il banco salterà e gli italiani si accorgeranno di essere stati gabbati. Ci auguriamo che non sia tropo tardi”.

"Ora via con i ristori"

Il presidente della commissione regionale Bilancio, Fabiano Amati (Pd) ha invece chiesto l’audizione del consorzio Tap e dei sindaci dei Comuni interessati, per facilitare il dialogo sui ristori, ritenuti per molti, ormai, l’unica compensazione davanti all’opera che avanza. “Mi pare che su questo argomento la Regione possa svolgere un ruolo coerente con la sua funzione, aggiungendo un po’ di forza negoziale alla posizione dei Comuni, oggettivamente indebolita dopo aver seguito per anni i profeti dell’impostura oggi seduti comodamente in Parlamento”, ha dichiarato.

“Come per Ilva era chiarissimo che la storia sarebbe finita così”, prosegue. “Il problema è che nonostante la chiarezza si è cincischiato per prendere in giro la gente, forse facendo perdere ai Comuni la forza negoziale nell’ottenere ristori o indennizzi. Mi pare, per questo, opportuno sondare le intenzioni della società Tap ed eventualmente schierare la Regione a fianco dei Comuni per ottenere i ristori perché, a fronte d’indiscutibile utilità generale, l’opera genererà ingenti introiti economici, per cui sarebbe davvero curioso – conclude Amati - se il territorio che ne paga l’impatto non dovesse essere partecipe di un ristoro equo e congruo”.

"Bugie per prendere voti"

Commissario e vicecommissario di Forza Italia Puglia, il deputato Mauro D'Attis e il senatore Dario Damiani, e presidente del gruppo consiliare alla Regione, Nino Marmo ha diramato una nota congiunta, spiegando che “con senso di responsabilità, non abbiamo mai illuso i cittadini sul gasdotto Trans-Adriatico. Forse, abbiamo preso qualche voto in meno, ma oggi possiamo guardare negli occhi ogni cittadino a cui ci siamo rivolti, soprattutto in campagna elettorale, utilizzando un linguaggio di verità: fare dietrofront sulla Tap era ed è impossibile perché costerebbe oltre 20 miliardi di euro e sarebbe una scelta irrazionale nel campo delle infrastrutture”. E le accuse, tornano sempre contro il Movimento 5 stelle, reo ai loro occhi di aver “bombardato i cittadini di bugie: sull'Ilva, che doveva diventare un giardino, ed anche sul gasdotto”.

IMG_5858-3Sulla stessa lunghezza d’onda i consiglieri regionali del gruppo Direzione Italia/Noi con l’Italia (Ignazio Zullo, Francesco Ventola, Luigi Manca e Renato Perrini) chiedono ai consiglieri regionali grillini una riflessione sul loro Movimento e sui giudizi dati a quella che chiamano “vecchia politica”. “Perché la ‘vecchia politica’ – dicono - fa quello che propone ai cittadini e  promette cose che poi realmente riesce a mantenere. Voi siete peggio, propagandate, prendete voti ingannando la gente e poi fate le stesse cose che avrebbe fatto la ‘vecchia politica’. Noi abbiamo perso elezioni, ma non abbiamo mai preso in giro gli elettori. Alle ultime politiche avremmo potuto anche noi ribattere: se andiamo al Governo non in due ma in una settimana blocchiamo il Tap, chiudiamo l’Ilva e strappiamo il contratto con Acelor Mittal…”.

Molto più sintetico, ma sempre diretto, Raffaele Fitto (nella foto), presidente di Noi con l’Italia. “La ministra Lezzi e i parlamentari del Movimento 5 Stelle salentini eletti in tutti i collegi della provincia non hanno nulla da dire sulla vicenda Tap? La comunità salentina ha il diritto di sapere cosa pensano i loro rappresentanti in Parlamento ed al Governo? Dopo fiumi di parole, le urla e gli impegni assunti solennemente ora nemmeno una dichiarazione striminzita?  Attendiamo fiduciosi…”, conclude con una punta di sarcasmo.

"Barbara Lezzi, hai fallito"

A chiedere, fra gli altri, le dimissioni di Barbara Lezzi da ministro del Sud è Filomena D’Antini, responsabile regionale dei Diritti umani di Forza Italia in Puglia. “La costruzione del gasdotto proseguirà – dice - e ad  affermarlo in una lettera indirizzata ai sindaci pugliesi interessati dal passaggio dell’infrastruttura che collegherà Azerbaijan e Italia è stato proprio il premier Giuseppe Conte che ha affermato che dopo un’istruttoria di due mesi il governo ha fatto tutto quello che poteva fare, ma fermare l’opera avrebbe comportato costi insostenibili”. 

IMG_6805-3“Il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio ha aggiunto che ci sono fino a venti miliardi di euro di penali da pagare, cioè più del reddito di cittadinanza e di quota cento insieme”. “ Se sono serviti solo due mesi di istruttoria per comprendere che l’opera ha penali che comportano costi insostenibili vuol dire che Il ministro per il Sud, Barbara Lezzi (nella foto), e i parlamentari salentini o non hanno mai letto le carte o volutamente hanno mentito ai cittadini – aggiunge - per prendere voti e occupare quelle poltrone che oggi impropriamente occupano perché non più rappresentativi del nostro territori. Eppure la Lezzi è stata 5 anni in parlamento avrebbe dovuto sapere che c’erano le penali.  Un ministro per ilo SUD che non è in grado di rappresentare e difendere il Sud non serve”.

Di "abuso della credulità popolare" parla Adriana Poli Bortone. L'ex ministro ed ex sindaco di Lecce ritiene che il Mezzogiorno sia indifeso, e "sbeffeggiato e in particolare lo è il Salento, terra d'origine proprio del ministro Lezzi che nonostante i ripetuti proclami non è riuscita a far valere la sua autorità, smentendo l'obiettivo unico  della sua campagna elettorale. Da questo si deduce che il contratto di governo è stato basato esclusivamente  bramosia di potere, che il Sud è ancora più emarginato, che la rappresentanza parlamentare del territorio non conta nulla. E nonostante tutto ciò nessuno tira le dovute conseguenze. Credo - conclude - che ancor più sembra necessaria ed indispensabile la nascita di un partito del Sud."

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