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Sanità territoriale, la Regione Puglia si gioca la carta dei fondi europei Fesr

Individuati 139 progetti, definiti con scale di priorità. Emiliano: "Dobbiamo riequilibrare il sistema, in molti casi ancora molto ospedalocentrico"

BARI - Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha presentato in una conferenza stampa presso il Consiglio regionale, il piano di investimenti di Fondi europei (Fesr), per un totale di 404 milioni di euro, nell’ambito della programmazione 2014/2020. Erano presenti l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Negro, il direttore del Dipartimento salute, Giovanni Gorgoni e i direttori generali delle sei Asl pugliesi.

“Siamo ad una vera svolta che non ci consente alcun altro tipo di ragionamento, né di campanile né di altra natura, se non quello ispirato a criteri di territorialità, solidarietà ed economicità”, ha dichiarato Emiliano. “Con l’ultimo piano di riordino sono state chiuse in Puglia molte strutture ospedaliere con l’intesa, con i territori, che sarebbero state riaperte con funzioni non ospedaliere ma sociosanitarie, soprattutto medicina del territorio. Molte cose di straordinaria importanza che prima venivano scaricate sugli ospedali, ad altissimo costo – aggiunge -, ora potranno essere gestite in modo diverso, direttamente sul territorio”.

L’obiettivo dichiarato è di potenziare i servizi di assistenza e cura extraospedalieri. La prima fase è stata avviata a fine dicembre, individuando 139 progetti. Di questi, 66 hanno una priorità alta e ammontano a più di 230 milioni di euro, 52 media (circa 200 milioni di euro) e 21 bassa (60 milioni di euro).

I progetti finanziati con fondi Fesr, illustra una nota, dovranno essere funzionali al completamento del piano di riconversione dei presidi ospedalieri dismessi. Serviranno per l nuove strutture sanitarie territoriali, poliambulatori specialistici, consultori, strutture dei dipartimenti territoriali. E’ prevista anche la riconversione di immobili per creare strutture extraospedaliere per le cure intensive per anziani gravemente insufficienti, per le cure palliative a pazienti oncologici e malati terminali, per la riabilitazione. Sono inclusi obiettivi di sviluppo della telemedicina.

La scala di priorità (alta, media e bassa) dovrà servire ad avviare entro 90 giorni gli interventi immediatamente cantierabili e in seguito quelli che necessitano di una fase di progettazione.  Al momento (ma potranno esservi modifiche) i progetti a priorità alta sono venti nell’Asl di Foggia, quindici in quella di Bari, cinque in quella di Taranto, nove in quella di Brindisi, sette in quella di Lecce e dieci in quella della Bat. I progetti a priorità media invece sono così distribuiti: otto a Foggia, sedici a Bari, due a Taranto, sei a Brindisi, dieci a Lecce e dieci nella Bat.

“Quello che presentiamo oggi dunque, in connessione con il piano di riordino ospedaliero, - ha aggiunto Emiliano - è il vero punto di svolta della sanità pugliese che consiste nel riequilibrare il sistema, in molti casi ancora molto ospedalocentrico, sul territorio. Ciò si rende necessario non solo perché questa è una regola che deriva da un migliore trattamento delle patologie, e quindi dall’interesse del cittadino, ma soprattutto perché questo ci consente di abbassare la nostra spesa sanitaria”.

foto2 confza stampa sanità-2“Noi – ha detto ancora Emiliano - spendiamo di più per un cittadino malato che non per un cittadino sano. Quando accade questo, vuol dire che sei organizzato male. E non solo in Puglia, ma in Italia. Il servizio sanitario nazionale infatti negli anni è diventato il più potente meccanismo, distorto, di spesa pubblica”. E per abbattere questo sistema, ad avviso del presidente regionale occorre seguire una strada che preda, per esempio, “investimenti in tecnologia, per curare le persone da casa e monitorarle, o avere la possibilità di prevenire le malattie cardiologiche e gestire gli scompensi cardiaci”.   

Emiliano invoca quindi un’inversione di tendenza, con una spiccata vocazione al sociosanitario e al territorio. “E questo perché evidentemente – ha concluso - il processo è giunto a maturazione e le regole che ci sono imposte sono molto particolari. Ad esempio, il costo del personale ha dei limiti fortissimi in sanità”. A Roma, in commissione sanità, venerdì prossimo bisognerà “decidere cosa fare della quota eccedente la cifra che dobbiamo pagare come stipendi e che ammonta a circa 242 milioni di euro”. Ovvero: “Quale parte di questa somma andrà in deroghe sulle assunzioni del personale e quale invece andrà sul rinforzo del sistema del quale stiamo parlando oggi con l’utilizzo di altre fonti di finanziamento quali i fondi europei”.

L’assessore Salvatore Negro ha poi aggiunto che “con questa importante dotazione finanziaria tendiamo ad implementare soprattutto i servizi sul territorio, i servizi sociosanitari, ma cerchiamo anche di dare attuazione a quanto previsto dal piano di rientro già nel 2010, cioè la riconversione delle strutture ospedaliere dismesse”. “Abbiamo detto ai direttori generali – ha concluso - che nei prossimi 90/120 giorni dovranno essere avviati i cantieri”.

Per Giovanni Gorgoni “quella garantita dai finanziamenti Fesr è un’opportunità che coglieremo pienamente e in questa fase di avvio del nuovo piano di riorganizzazione ospedaliera diventa un’occasione preziosa di sostegno al potenziamento della sanità territoriale”.

“Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con tutti gli organi tecnici delle Asl che conoscono i territori e le esigenze – ha aggiunto -, a loro chiederemo il sostegno continuo alla realizzazione delle progettualità nel rispetto dei termini previsti”.

Le slide illustrative presentate in conferenza: direttrici e priorità.

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