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Sanità, Vendola indagato: "Mi accusa Lady Asl senza prove"

Lea Cosentino, leccese, ex dirigente dell'Azienda sanitaria di Bari, è indagata insieme con il presidente della Regione. Questi avrebbe favorito il primario Sardelli al concorso. Vendola: "Un attacco personale animato dal rancore"

 

BARI – “E’ Lea Cosentino ad accusarmi, ma io sono sereno”. Leccese, ex dirigente dell’Asl di Bari, Lea Cosentino è una delle persone finite nel calderone, per una vicenda legata alla sanità pugliese. E a essere tirato in ballo è anche e soprattutto il presidente della Regione, Nichi Vendola, che risponde di concorso in abuso d’ufficio, per la nomina di un primario. Si tratta di Paolo Sardelli, specialista in chirurgia toracica dell’ospedale San Paolo di Bari. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato oggi al presidente della Regione dalla guardia di finanza. Vendola, appena ricevuto l’avviso, ha subito giocato d’anticipo, convocando una conferenza stampa urgente e, di fatto, anticipando la notizia stessa.

Il presidente della Regione, dunque, secondo le accuse, avrebbe favorito Sardelli nella nomina a primario, ma lui, alla stampa, e come riporta l’Ansa, ha spiegato di essere tranquillo. “Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato, perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza”. Nella stessa indagine, come detto, figura anche l’ex dirigente dell'Azienda sanitaria barese, ribattezzata in passato Lady Asl, per altri filoni d’inchiesta.

“L'accusa nasce solo e soltanto dalle dichiarazioni della dottoressa Lea Cosentino”, ha dunque spiegato Vendola, la quale “asserisce che all'origine di questa mia veemente interferenza ci sarebbe l’amicizia con il professor Paolo Sardelli, elemento, questo, che è stato già autorevolmente smentito nei mesi scorsi dal professor Sardelli stesso, che ho conosciuto per essere una vera promessa della scienza medica".

“Io - ha proseguito Vendola - a questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore. Qualunque direttore generale sa che i miei unici interventi, rari, relativamente ai concorsi sono stati sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore", ha continuato Vendola.

“Chi mi accusa? Mi accusa - ha proseguito il presidente della Regione - la dottoressa Cosentino, sulla base di sue dichiarazioni rese tre mesi fa, non suffragate da nessuna altra prova, nessuna altra documentazione. Mi accusa una persona animata da forte risentimento nei miei confronti, avendola io licenziata al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità. La dottoressa Cosentino è comprensibilmente animata da rancore nei miei confronti, tanto che ha fatto causa recentemente alla Regione chiedendo un risarcimento di tre milioni di euro”, ha concluso.

Legata, come già detto, ad altre indagini sull’Asl, come ricorda l’Ansa, Lea Cosentino, nei mesi scorsi, ai pm ha rilasciato varie dichiarazioni, accusando apertamente Vendola e altri assessori, di favorire nomine di professionisti vicini alla sinistra. A proposito dell'episodio attuale, disse: "Un'altra pressione riguarda la nomina di primario per l'unità operativa complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. Nel 2008 era andato in pensione il professor Campagnano, molto bravo e infatti quel presidio andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo: espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in un istituenda unità complessa”.

“Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, già capo di gabinetto di Vendola, che l'istituzione dell'unità di chirurgia complessa del Di Venere non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi", spiegò ancora Lady Asl. "Io, a fronte di tali richieste, e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata".  E su questa parte finale, Vendola dice: “Le frasi non sono attribuibili a me, ma alla dottoressa Cosentino che liberamente descrive i fatti secondo la sua memoria”. 

“E’ sorprendente come, dopo anni, le montagne di inchieste giudiziarie aperte sulla gestione degli enti locali pugliesi da parte della sinistra partoriscano ostriche, cozze pelose e topolini”. E’ il commento del coordinatore e del vice coordinatore regionale del Pdl della Puglia, Francesco Amoruso e Antonio Distaso, alla notizia sull’indagine riguardanteVendola. “Per carità, siamo garantisti e non a corrente alternata, non cominceremo certo oggi a gioire dei guai giudiziari dei nostri avversari politici. Siamo anzi felici che a loro sia consentito, oggi a Vendola ieri ad Emiliano, di sedere serenamente e con i loro tempi dinanzi ai giornalisti per fornire direttamente la loro versione dei fatti, senza subire preventive gogne mediatiche generate da ‘casuali’ fughe di notizie. Prendiamo altresì atto che, ancora una volta, e come accaduto per Emiliano, anche Vendola poteva non sapere”.

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