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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Collepasso

SANSA A COLLEPASSO: OPPOSIZIONE CRITICA PROGETTO

Non si spengono le polemiche circa il progetto di un sansificio nel territorio tra Collepasso e Casarano: il gruppo di opposizione di Collepasso sottolinea le "incongruenze" dell'iter progettuale

Torna sotto osservazione l'autorizzazione per la costruzione di un impianto per l'essiccazione delle sanse a ridosso di Collepasso, rilasciato dal comune di Casarano. I consiglieri comunali di opposizione tornano a puntare il dito sul provvedimento, peraltro già rilasciato dallo stesso comune il 26 gennaio alla società "Bioenergia Investimenti S.p.a.", che ha già comunicato l'inizio dei lavori nella stessa data. Preliminarmente si rileva che l'area su cui dovrà sorgere l'impianto è individuata dallo strumento urbanistico del comune di Casarano in zona "E - agricola" ove sarebbe consentita anche la costruzione di industrie per la trasformazione di prodotti agricoli: ma la sansa, fanno notare dall'opposizione, "pur essendo un prodotto derivato da un prodotto agricolo, ottenuta dal processo di molitura delle olive, non costituisce un prodotto agricolo e, quindi il progetto presentato al comune di Casarano costituisce variante allo strumento urbanistico".

"Lo Sportello unico delle Attività Produttive del comune di Casarano - sostengono dall'opposizione -, ritenendo che la sansa sia un prodotto agricolo, ha intrapreso l'istruttoria della pratica edilizia, così come richiesto dalla Bioenergia Investimenti S.p.a., utilizzando l'art. 4 del D.p.r. n. 447/1998 procedimento mediante conferenza di servizi e non attraverso l'art. 5 dello stesso D.p.r. progetto comprovante la variazione di strumenti urbanistici, qualora nella zona industriale non ci sia disponibilità di suoli per l'insediamento dell'impianto".

Il progetto presentato non prevede la costruzione di un frantoio oleario, da considerarsi "un'industria per la trasformazione di prodotti agricoli": si tratta, nel caso specifico, di trasformare un prodotto di scarto o sottoprodotto, "che ha perduto le caratteristiche per essere considerato un prodotto agricolo e che dovrà subire ancora un trattamento industriale, per essere trasformato in un altro prodotto finito". Ma, se anche così non fosse, per l'opposizione sono "tante e tali le anomalie, che vale la pena elencarne alcune": viene convocata una conferenza di servizi il 21 maggio 2008, dove ci sono due interventi importanti, quello del geometra Antonio Fasiello, per l'ufficio urbanistica Lecce, che sostiene l'impossibilità della Regione Puglia "ad esprimere il parere di legittimità di propria competenza", e quello dell'architetto Andrea Carrozzo per l'Ufficio Urbanistica del comune, che evidenzia "parere sfavorevole" all'impianto "in quanto in contrasto con lo strumento urbanistico vigente che riporta la zona classificata come agricola".

In merito al parere sfavorevole del Dirigente del Settore Urbanistica comunale viene depositata una relazione dell'avvocato della Società, che cerca di smontare il parere del dirigente e di chiarire che la sansa non sia da considerarsi "rifiuto" e che la zona E - agricola dello strumento urbanistico di Casarano sia tipicamente residuale, nel senso che ciò che non è tipizzato diversamente è zona agricola. Le tre successive conferenze dei servizi sono rinviate, finché il 4 agosto 2008 si tiene un nuovo appuntamento, dove lo stesso architetto Carrozzo dichiara: "Fermo restando quanto già espresso da questo ufficio nella seduta del 21 maggio 2008, acquisita conoscenza del parere prodotto dall'avv. Adriano Tolomeo per conto della società Bioenergia Investimenti S.p.a., si osserva che, impregiudicata ogni valutazione in ordine alla ammissibilità/non ammissibilità del progetto in questione, necessita l'acquisizione di apposita relazione di impatto ambientale da parte della società relativa allo specifico progetto da depositarsi entro il 25 settembre 2008, ai fini del prosieguo dell'istruttoria".

La relazione d'impatto ambientale del settembre 2008, conferma a pag. 6, quanto prescritto dal Putt/Puglia e cioè che "il sito di progetto ricade in ambito territoriale esteso con valore distinguibile C, laddove cioè sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti ed è pertanto soggetto al disposto dell'art. 2.01, comma 2.1, del Titolo II e dell'art. 5.01 del Titolo V delle N.t.a. del P.u.t.t./p Regione Puglia", ma nessuno sembra preoccuparsi, secondo la ricostruzione dell'opposizione, di chiedere alla Regione Puglia l'autorizzazione paesaggistica e l'attestazione di compatibilità paesaggistica.

Il 26 novembre 2008, viene acquisita dal Comune di Casarano la nota della Provincia di Lecce - Settore Territorio e Ambiente, in risposta alla richiesta formulata dal responsabile del settore Urbanistica di Casarano, dalla quale risulta che l'ente non può esprimere alcun parere in quanto il progetto presentato è carente di documentazione tecnica relativa ai vincoli urbanistici, al trattamento e smaltimento delle acque meteoriche di dilavamento, alle emissioni in atmosfera. Inoltre vengono formulate quattro osservazioni tecniche: "a) il deposito della materia prima, la sansa vergine con il 50-55% di umidità, va effettuata esclusivamente all'interno di capannoni chiusi e a tenuta stagna (…) Nel progetto invece sono previste grandi vasche senza copertura, che danno origine ad emissioni diffuse di sostanze odorigene, tanto più moleste quanto più la sansa è soggetta a processi fermantativi di invecchiamento. Anche la tramoggia giornaliera va alloggiata in ambiente chiuso"; "b) La fase di essiccazione della sansa vergine viene attuata con l'utilizzo di due forni provvisti di bruciatori alimentati a sansa che producono aria calda (...) L'aria in uscita da ciascun cilindro contiene quindi il vapore acqueo che umidifica la sansa, le ceneri (polveri) della sansa usata come combustibile, le sostanze odorigene, le particelle oleose distillate dalla corrente di vapore. Tali fumi devono essere obbligatoriamente depurati (...), ma non vi è traccia nel progetto di alcun sistema di abbattimento!"; c) "La fase di estrazione dell'olio si realizza con l'impiego di acqua calda, la caldaia di produzione energia termica utilizza sempre sansa esausta come combustibile e dovrebbe avere un punto di emissione a valle di un sistema di abbattimento costituito da filtro a maniche di tessuto, ma dal progetto non risulta sia previsto alcun filtro".

Nessuna evoluzione è nota dopo un ennesimo rinvio dell'ultima conferenza dei servizi prevista: quel che resta certo è che "il dirigente dell'Ufficio Urbanistica del comune di Casarano rilascia, in data 29/12/2008, il parere di conformità urbanistica", "la Regione Puglia non ha rilasciato l'autorizzazione paesaggistica perché mai richiesta"; "la Provincia di Lecce non ha rilasciato alcuna autorizzazione in merito ai problemi sollevati, perchè non messa in grado di esprimersi per la mancanza di documentazione tecnica"; "l'Ufficio provinciale Agricoltura non esprime alcun parere in quanto non di competenza"; " l'Arpa Puglia - Dipartimento provinciale Lecce esprime parere favorevole condizionato"; "l'Asl Le/2 esprime parere favorevole con prescrizioni"; "il comando Provinciale dei VV.F. esprime parere favorevole con prescrizioni e ai soli fini antincendio"; "la responsabile dello Sportello Unico Attività Produttive del comune di Casarano rilascia, invece, in data 26 gennaio 2009, alla Bioenergia Invesimenti S.P.A. il Provvedimento Autorizzativo Unico".
Quest'ultimo, secondo l'opposizione, "è da ritenersi illegittimo sotto il profilo tecnico e quello giuridico".

Nella Relazione di Impatto Ambientale, presentata dalla Bioenergia Investimenti S.p.a., a pag. 23, al paragrafo "Ragioni della scelta del sito", viene dichiarato "Inoltre, la scelta di un sito isolato, situato in piena campagna, lontano dai centri abitati, scongiura eventuali molestie per il rilascio di eventuali emissioni odorifere che comunque l'impianto di progetto, nel rispetto della legge e applicando le migliori tecnologie disponibili, non genererà".

L'affermazione sulla lontananza dal centro abitato, secondo l'opposizione, "non è del tutto veritiera", perché "il concetto di lontano è soggettivo" e "il sito prescelto per la costruzione dell'impianto dista dal centro abitato di Collepasso appena un chilometro e mezzo"; perché nella relazione "non si fa affatto menzione che l'impianto da costruire lambisce la zona industriale di Collepasso dove sono insediate molte realtà produttive ed espositive" e "perché l'impianto da costruire dista poco meno di un chilometro e mezzo dalla struttura villaggio Euroitalia, dove, oltre alle attività sportive ci sono strutture sanitarie, riabilitative, ricettive ed alberghiere, nonché la casa di riposo per anziani di recente apertura".

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