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Santa Cesarea Terme, la crisi viene da lontano

Gli screzi sulla gestione delle Terme, con la caduta della Giunta, erano partiti già nel maggio scorso. La scoperta nei giorni scorsi di fondi dell'aumento di capitale non versati ha fatto il resto

Bocche cucite negli uffici del comune di Santa Cesarea. La caduta della giunta comunale lascia tracce di malumore facilmente individuabili anche a diversi giorni di distanza dall'ufficializzazione delle dimissioni del sindaco Osvaldo Maiorano. È difficile strappare un commento a qualcuno, per approfondire i motivi di una crisi annunciata. Sì, perché tutto si può sostenere, tranne che la fine del secondo "mandato Maiorano" sia stato un fulmine a ciel sereno. E se nei giorni scorsi era prevalsa l'idea che fosse stata determinante per la crisi la scomoda partecipazione del Comune di Minervino all'interno della società delle terme, oggi sembra logico contestare che non sia così.

La posizione di Minervino (non è un mistero) non è stata vista di buon occhio da chi voleva aprire le terme alla sola partecipazione di capitali privati. Ma la crisi dell'amministrazione di Santa Cesarea ha a che vedere con la gestione delle terme, ma parte evidentemente da lontano. Già, nel maggio scorso, il sindaco dimissionario aveva a mezzo stampa segnalato le sue difficoltà amministrative, dovute ad una mancanza di reale volontà di collaborazione tra i componenti della sua maggioranza. Di lì a poco tre assessori diedero le proprie dimissioni, aprendo formalmente la prima crisi, superata non senza problemi, nel giro di quindici giorni. I "ribelli" della maggioranza contestavano al sindaco il fatto che non rendesse partecipi i cittadini della gestione delle terme, in un momento di particolare importanza, visto che si andavano delineando le strategie future della struttura con una probabile privatizzazione di quest'ultima.

La società delle terme, per il 51 per cento della Regione Puglia e per il 49 per cento del Comune di Santa Cesarea, era appena uscita da due anni controversi, dove la presidenza speciale del Cda da parte del Presidente della Provincia, aveva già lasciato in eredità forti strascichi polemici. Negli ultimi giorni, la crisi era tornata attuale dopo un batti e ribatti tra l'assessore regionale al turismo, Massimo Ostillio, ed il Comune di Minervino, sull'opportunità di partecipazioni comunali dentro la realtà delle terme; il sindaco di Minervino, Ettore Caroppo, dal canto suo, sottolineava lo strano caso di un mancato versamento di decimi sull'aumento di capitale societario, sottoscritto due anni prima: un'operazione, per la quale risulterebbe ad oggi versato solo il 25 per cento del contratto. La mancanza di questi fondi ha suscitato nuovi attriti all'interno della maggioranza cittadina, con un rincorrersi di sospetti e di accuse, culminate nelle dimissioni di sei consiglieri di maggioranza, uno di minoranza e del sindaco Maiorano. Mai, nella storia di Santa Cesarea si erano registrate tante dimissioni in soli tre anni.

Ma, tra i cittadini, è forte l'idea che i problemi della maggioranza caduta non si esaurissero nella sola questione delle terme; tra i consiglieri dimissionari, più di uno, ha sottolineato "l'oggettiva difficoltà di tener fede agli impegni assunti nei confronti dei cittadini, per orientando l'indirizzo politico comunale a favore della ripresa e dello sviluppo di Santa Cesarea e delle sue due frazioni, Vitigliano e Cerfignano". L'unica cosa certa è che il commissario prefettizio, che dovrà traghettare Santa Cesarea fino alla prossima campagna elettorale, non avrà un compito troppo facile.

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