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Scelte dall'alto e risposte tardive su Tap e xylella: "Così si frena lo sviluppo del Salento"

I sindacalisti Uil a gamba tesa sulle grandi questioni del territorio: "Candidati sindaco e istituzioni, parliamone insieme". E sul gasdotto lamentano il mancato spostamento dell'approdo

LECCE – Grandi opere ferme al palo, trasporti fatiscenti, precariato, illegalità e povertà diffusa. Non manca proprio nulla nel bilancio tracciato dai segretari della Uil riuniti, questa mattina, all’Hilton Garden Inn di Lecce.

Nel dibattito aperto durante il Consiglio territoriale hanno tenuto banco le grandi vertenze del Salento. A partire dalla questione della Tap “emblematica di una mancanza di coesione e visione strategica delle forze politiche di questo nostro territorio”. Secondo il segretario Uil Lecce, Giannetto, la mancanza di un accordo sullo spostamento del punto di approdo del gasdotto, diverso da San Foca, è stata sintomo di "irragionevolezza".

Posizione rafforzata dal neo segretario organizzativo nazionale Rocco Palombella che ha sottolineato la necessità di coniugare lo sviluppo con la salvaguardia dell’ambiente, della salute e della sicurezza: "Le scelte calate dall’alto non trovano mai facile condivisione tra i cittadini. Facile dire che il cittadini di Lecce o di Melendugno sono contrari allo sviluppo, ma lo sviluppo deve tenere insieme la difesa del territorio. E anche i ristori rappresentano solo un palliativo che rischia di far innervosire ancora di più i cittadini perché suonano come un contentino. Non siamo contrari al progetto, ma questo andava ripensato nel rispetto anche della posizione dei cittadini di Melendugno”.

Un’altra emergenza, non secondaria, è quella della diffusione della xylella che ha messo in ginocchio il comparto agricolo, bruciando centinaia di posti di lavoro. L’esponente regionale della Uil, Franco Busto, ha stigmatizzato le risposte tardive al problema: “Le misure sono state peraltro insufficienti alle esigenze di un settore trainante per l’economia pugliese: siamo ancora, infatti, nel campo delle promesse e le risorse restano sulla carta nonostante le rassicurazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte”.

Trasporti, disoccupazione e precariato: serve un piano di sviluppo

Ma a preoccupare i sindacalisti è lo sgretolamento del tessuto economico e la dilagante disoccupazione: vere e proprie piaghe della Puglia e nell’intero Sud.

Risposte e soluzioni per la ripresa della produzione e la valorizzazione delle specificità tardano ad arrivare. Ed è per questo che proprio dal capoluogo è partito l’ennesimo appello rivolto a tutte le istituzioni: puntare sulle infrastrutture per rimettere in moto le energie del Mezzogiorno. I sindacalisti hanno quindi chiesto di incontrare i candidati sindaco della città di Lecce per mettere sul piatto tutte le questioni più spinose.

“Il Salento ha bisogno di interventi urgenti e risposte concrete su più fronti: lotta al precariato dilagante e alla povertà, sblocco dei cantieri, impegno su trasporti, legalità, sicurezza e assistenza sanitaria”: ha chiosato Salvatore Giannetto, che ha sciorinato numeri da profondo rosso.

L’edilizia registra 5mila addetti in meno negli ultimi 10 anni; nel manifatturiero continuano a mancare figure specializzate. Solo il settore metalmeccanico registra un’interessante novità data dal rinnovo del contratto di lavoro di Fca Cnh Industrial e Ferrari che coinvolge lo stabilimento di Lecce.

"Abbiamo bisogno di aumentare i collegamenti aerei e di migliorare il collegamento con lo stesso aeroporto di Brindisi, servono linee ferroviarie moderne, porti turistici adeguati, maggiore sicurezza sulle strade e un di un piano di rilancio serio dello scalo merci ferroviario di Surbo", ha aggiunto.

Anche la sanità “annaspa nell’ormai cronica carenza di medici e personale infermieristico e Oss ridotto al minimo, così a pagarne le conseguenze sono i cittadini, in particolare le fasce deboli e pensionati”.

Il Salento, nella visione del segretario Uil Puglia, Franco Busto, avrebbe bisogno quindi di una “cura shock, forte e concreta” che riporti al centro dell’agenda politico-amministrativa il lavoro, a cominciare dallo sblocco dei tanti cantieri ancora al palo, “spesso per annose e inconcepibili pastoie burocratiche”.

“Il Sud è stato, per anni, il grande assente dell’agenda dei governi – ha chiosato in conclusione Palombella -.  Mi preoccupa il fatto che nell'iniziativa della “Via della Seta”, ovvero il tentativo del governo di stabilire dei rapporti commerciali con la Cina, ancora una volta siano stati volutamente esclusi i porti del Sud puntando sui porti di Genova e Trieste. Lo stesso Sud che viene sempre etichettato come quella parte d'Italia che chiede mera assistenza”.

Eppure i numeri dicono altro: “Dobbiamo quindi sfatare il luogo comune e ribadire con forza che il nostro Sud non chiede assistenza, ma chiede sviluppo. Noi dobbiamo continuare a insistere, coinvolgere tutte le istituzioni intorno al tema dello sviluppo infrastrutturale per far crescere il Mezzogiorno".

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