Schirosi replica a Pacciolla: "Nessuna verità univoca"
Il professore gallipolino, capogruppo di opposizione comunale, replica alle dichiarazioni di ieri del militante Pdl, Pacciolla: "C'è sempre da imparare, se nessuna verità è mai univoca ed egemone"
GALLIPOLI - Una replica garbata e personale dal "Professore" a Maurizio Pacciolla, dopo la polemica innestatasi ieri sul voto di scambio e sui rischi di questo "inquinamento" nel comune di Gallipoli. Gino Schirosi risponde alla lettera piuttosto forte del militante del Pdl gallipolino: "Ti ringrazio sinceramente - scrive - della tua risposta, sebbene alquanto velenosa per una palese acredine verso una parte politica a te giustamente avversa, a quanto mi dici e a cui non ho motivo per non credere. L'illuminismo però mi insegna che io darei la mia vita perché tu potessi esprimere e difendere sempre le tue idee manifestando apertamente e liberamente quella che è la tua verità".
Schirosi spiega, dunque, il perché della propria appartenenza politica: "Non guardo alla storia nazionale o internazionale, guardo alla mia famiglia, a mio padre e a mia madre, ai loro sacrifici per sei figli, in tempi in cui contava a scuola solo l'estrazione sociale. E non dico altro". Quindi, cita "un certo Schirosi Luigi, il cui nome è inciso sulla lapide della Resistenza accanto all'ingresso di Palazzo Balsamo": "Guardo a me - scrive -, non a quanti mi circondano o mi hanno preceduto nel bene e nel male. Quelle persone del passato non mi interessano e di quelle presenti non mi servo per farmi dettare il pensiero. Ho esercitato con onore la professione di docente nelle aule del Liceo Classico di Gallipoli".
"Mi scuso con te - dichiara - se ti ho voluto in piena trasparenza e in tempo reale informare della mia attività politica e non da professore (vi sono altri canali e strumenti), mi scuso ancora se non ti ho chiesto l'autorizzazione ad inviarti i testi, frutto del mio libero pensiero, discutibile senz'altro in quanto soggettivo, ma non degno di essere men che meno denigrato. Su tutto si può aprire il dialogo per un confronto e un chiarimento, pur restando fedeli alle proprie idee, ma ti assicuro che c'è sempre da imparare, se nessuna verità può mai essere univoca ed egemone".
Schirosi spiega, dunque, il perché della propria appartenenza politica: "Non guardo alla storia nazionale o internazionale, guardo alla mia famiglia, a mio padre e a mia madre, ai loro sacrifici per sei figli, in tempi in cui contava a scuola solo l'estrazione sociale. E non dico altro". Quindi, cita "un certo Schirosi Luigi, il cui nome è inciso sulla lapide della Resistenza accanto all'ingresso di Palazzo Balsamo": "Guardo a me - scrive -, non a quanti mi circondano o mi hanno preceduto nel bene e nel male. Quelle persone del passato non mi interessano e di quelle presenti non mi servo per farmi dettare il pensiero. Ho esercitato con onore la professione di docente nelle aule del Liceo Classico di Gallipoli".
"Mi scuso con te - dichiara - se ti ho voluto in piena trasparenza e in tempo reale informare della mia attività politica e non da professore (vi sono altri canali e strumenti), mi scuso ancora se non ti ho chiesto l'autorizzazione ad inviarti i testi, frutto del mio libero pensiero, discutibile senz'altro in quanto soggettivo, ma non degno di essere men che meno denigrato. Su tutto si può aprire il dialogo per un confronto e un chiarimento, pur restando fedeli alle proprie idee, ma ti assicuro che c'è sempre da imparare, se nessuna verità può mai essere univoca ed egemone".