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Successo dello sciopero in Sanitaservice. “Fermiamo l’attacco alle società in house”

L’astensione del 25 e 26 marzo proclamata da Usb ha raggiunto una larga adesione: 80 percento nel “Vito Fazzi”, 100 percento nel Ced. Segnali di apertura dalla politica: “Disponibili a ridefinire le linee guida e discutere del full time e mantenimento servizi a Lecce”

BARI – Lo sciopero paga. Sempre. Ne sono convinti i lavoratori di Sanitaservice, affiliati al sindacato Usb, che sin dagli esordi del percorso di internalizzazione dei servizi nelle Asl regionali, non hanno mai smesso di lottare. Ed ora che quell’esperienza che ha portato alla fondazione delle relative società in house sembra minacciata da nuovi venti politici che spirano in direzione contraria, sono tornati a farsi sentire. Più agguerriti che mai.

L’Unione sindacale di base, tanto per non smentirsi, ha indetto due giornate di astensione per il 25 e 26 marzo che hanno raccolto una larga adesione. I lavoratori che hanno aderito allo sciopero, conclusosi nella serata di oggi, sono stati oltre 200 nella Sanitaservice leccese. Ottimi i risultati dei presidi ospedalieri di Gallipoli, Galatina e Campi Salentina che hanno raggiunto punte del 50 percento, mentre all’interno del Vito Fazzi di Lecce la partecipazione è stata addirittura dell’80 percento.

Il sistema di gestione informatica (Ced), quello più direttamente minacciato dalla prospettiva di essere nuovamente ceduto a ditte esterne, ha conosciuto un’astensione completa dei suoi dipendenti: 22 unità hanno incrociato le braccia negli ultimi due giorni.

Collaterale allo sciopero è stata la manifestazione che si è tenuta a Bari, dinanzi alla sede del Consiglio regionale. Al termine di un lungo presidio, teso a scoprire i nervi delle istituzioni pugliesi, i lavoratori hanno incontrato il presidente del Consiglio, Onofrio Introna, gli assessori regionali Donato Pentassuglia e Loredana Capone e i capigruppo Mazzei, Congedo, Pellegrino, Disabato e Buccoliero.

Da loro hanno ottenuto segnali di apertura che i sindacalisti ritengono “importanti”. In particolare, un nuovo impegno a modificare le linee guida approvate dalla giunta regionale nel dicembre 2013, mantenendo i servizi già internalizzati (come il Ced leccese) ed una convocazione delle parti sociali fissata il 13 aprile, presso l’assessorato alla Salute. 

Il fine? Quello di predisporre congiuntamente la bozza delle nuove linee guida e discutere del passaggio al tanto atteso full time; affrontare la problematica relativa all’esclusione dai corsi di riqualificazione in operatori socio sanitari dei dipendenti di Lecce;  verificare la possibilità di estendere il processo di internalizzazione ad altri servizi (118, trasporto sanitario e via dicendo).

“Siamo ormai arrivati al capolinea di questa giunta e non consentiremo che tutto torni come prima – commenta l’esponente Usb, Gianni Palazzo -. Ci aspettiamo, dopo anni di lotta in difesa delle legittime aspettative dei dipendenti delle Sanitaservice,  che la politica e le istituzioni regionali difendano le scelte fatte, salvaguardando il futuro delle società in house, dei servizi a loro affidati e delle condizioni di lavoro di chi vi opera. La giornata di oggi dimostra ancora una volta che, al di là degli atteggiamenti compiacenti delle altre sigle sindacali, delle promesse dei politici e dei tecnici, la lotta paga sempre”.

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