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Scontro sulle tasse. Congedo attacca Salvemini che replica citando Perrone

Il candidato del centrodestra passa in rassegna l'aumento di alcuni tributi, indicando un elenco di atti amministrativi dell'ultima giunta cittadina

LECCE – Il candidato del centrodestra, Saverio Congedo, ha fatto i “conti in tasca” a Carlo Salvemini, accusato di aver aumentato la pressione fiscale sui cittadini leccesi.

L’attuale consigliere regionale ha aperto la sua conferenza stampa, alla quale hanno partecipato Gaetano Messuti e Antonio Finamore, facendo riferimento a provvedimenti: “Io credo che chi si candida a diventare sindaco debba parlare principalmente per atti, e questo intendo fare, mettendo in fila le singole tasse e gli atti che ne hanno decretato l’aumento, così che ognuno possa poi liberamente farsene un’opinione”.

Con la ricostruzione che ne è seguita, Congedo ha segnalato l’aumento dell’addizionale Irpef per il 13 per cento, richiamando la delibera di giunta del 19 dicembre scorso. Quindi è passato alla Tosap con un incremento del 33, formalizzato nella stessa sede e data. Centrale, perché molto dibattuto di recente, il tema della tassa sui passi carrabili: “Il canone era stato abolito con la delibera di consiglio comunale del 2000. Successivamente, nella delibera di consiglio comunale del maggio del 2004, si specificava che tale abolizione era da considerare efficace anche per gli anni successivi, fino ad un eventuale espresso passo indietro da parte del Comune. Passo indietro – aggiunge Congedo - che effettivamente c’è stato con la delibera di giunta del dicembre scorso”.

Al marzo del 2018 risale invece l’aumento della tassa sui rifiuti, al febbraio scorso invece quello sulle insegne, del 50 per cento: la firma del provvedimento, in questo caso, è però del commissario Sodano, ma in conseguenza – ha spiegato Congedo – del piano di riequilibrio pluriennale varato dall’amministrazione Salvemini poco prima della sua caduta.

L’ultimo tassello del mosaico è stato quello dei canoni ricognitori e non ricognitori: “Previsti dal regolamento del 2012 – ha detto Congedo - ma mai attivati, in quanto mai affidati per l’accertamento e la riscossione alla società concessionaria (Dogre); affidamento al concessionario, e quindi attivazione, operata su proposta del sindaco Salvemini con delibera di consiglio comunale nel gennaio del 2018.

“Certo – ha aggiunto il candidato del centrodestra - nel momento in cui afferma di voler eliminare quei canoni ricognitori e non ricognitori che lui stesso ha attivato, tra cui quelli sui passi carrabili, evidentemente riconosce un suo errore, e di questo sarebbe ingiusto non dargli atto. Ciò che resta incomprensibile, a mio avviso, è perché li abbia attivati”. Insomma, per Congedo, le prove dell'aumento delle tasse sono tutte negli atti, con una firma precisa, quella di Carlo Salvemini.

La risposta inizia dalle parole di Perrone

Il diretto interessato ha annunciato una replica pubblica, in una conferenza giovedì mattina, per quelle che ritiene "un mix di omissioni, inesattezze, imprecisioni, approssimazioni, spregiudicatezze" fino a una vera e propria fake news, cioè la responsabilità di una decisione autonoma del commissario Sodano, proprio quella relativa alle insegne pubblicitarie.

Salvemini ha voluto però ricordare da subito quello che il suo predecessore a Palazzo Carafa, Paolo Perrone, dichiarò nel 2010, tre anni dopo la sua prima vittoria: "Quando mi fu offerta la candidatura a sindaco di questa città sapevo benissimo che in caso di elezione non avrei fatto una passeggiata, ma anzi avrei dovuto tentare di portare a termine un'opera difficilissima: recuperare una situazione economica disastrosa.[…]chiaramente ciò che all'inizio maggiormente mi turbava era sapere di essere quello che avrebbe dovuto evitare che il comune finisse in dissesto. in questi tre anni abbiamo coperto spese maturate negli anni precedenti per oltre 21 milioni di euro. Se non avessimo messo riparo ai danni del passato il Comune di lecce sarebbe già da tempo in dissesto".

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