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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Sergio Mattarella presidente, umori altalenanti fra strappi e "nazarenate"

Il pensieri dei politici pugliesi e salentini. Burrasca in Forza Italia, dove Fitto annuncia che porterà "proposte chiare". Vendola: "Bella pagina di democrazia, ma non è rinato il centrosinistra". Poli voleva un presidente di destra. Capone e Massa elogiano Renzi

LECCE – Sergio Mattarella è il dodicesimo presidente della Repubblica, con 665 voti. Fratello di Piersanti, il presidente della Regione Sicilia assassinato da Cosa Nostra nel 1980, prima parlamentare della Dc e poi del Ppi, quindi tra i fondatori dell’Ulivo, nel suo nome da un lato si consuma lo strappo ampiamente preannunciato in Forza Italia, mentre dall’altro il Pd ritiene di aver ritrovato la sua coesione. Che però non coincide ancora appieno con quella di tutta la sinistra.

Il vero dramma è però in Forza Italia. Sulla sponda dell’ex Cavaliere in molti sono convinti che i fittiani abbiano tradito, votando quel nome tanto inviso. Inviso perché correva il 1989 quando Mattarella si dimise dal sesto governo Andreotti nel momento in cui il presidente del Consiglio poneva il voto di fiducia sulla legge Mammì, che regolava la riorganizzazione del sistema radiotelevisivo in maniera concessiva nei confronti del gruppo di Berlusconi.

L’ordine di scuderia era di votare scheda bianca, e l’eurodeputato di Maglie Raffaele Fitto, in varie interviste televisive, oggi ha assicurato: i suoi fedelissimi hanno fatto esattamente come indicato. In fin dei conti, ha precisato, non c’era certo la necessità di nascondersi “sottobanco” per manifestare il proprio pensiero.

E’ noto da tempo quanto sta accadendo in Forza Italia e cosa Fitto pensi sulle strategie di Berlusconi. Infatti, sul suo blog, dopo aver rivolto i rituali auguri di buon lavoro al presidente Mattarella (“per cultura personale, sensibilità istituzionale e saggezza politica, sarà un garante per tutti, per la maggioranza e per le opposizioni”), sul quadro politico precisa: “Sono note le mie opinioni sulle scelte di Forza Italia di questi mesi, i fatti, purtroppo, mi hanno dato pienamente ragione, e sono convinto che anche chi la pensava diversamente, possa oggi onestamente riconoscerlo”.

La conclusione? Piuttosto netta e decisa. “Mi assumerò nei prossimi giorni la responsabilità di fare proposte chiare, di contenuti, di assetti, di strategie, per ricostruire un centrodestra alternativo e competitivo rispetto alla sinistra. Basta nazarenate: abbiamo già dato”.

Non usa neologismi, ma anche Nichi Vendola si sofferma sull’aspetto politico e, quindi, sul Patto del Nazareno. Per il presidente di Sel “Mattarella sarà un punto di riferimento per l'Italia dei giusti e degli onesti” e quindi “oggi è una buona giornata per la democrazia”, perché “questa scelta non è il frutto di trame di Palazzo, dietro questo nome non c'è la puzza del Patto del Nazareno”. E “tuttavia bisogna evitare di trarre da questa bella giornata conseguenze sul piano politico, evitando di immaginare che oggi sia rinato il centrosinistra che abbiamo conosciuto”.

“Il centrosinistra – tiene a precisare - è stato affossato dal Patto del Nazareno e dall'agenda del governo Renzi, dai suoi provvedimenti di carattere sociale e dalle riforme di stravolgimento della Costituzione”.

Addirittura caustica Adriana Poli Bortone, dell’ufficio di presidenza di Fratelli d’Italia-An, che coglie invece l’occasione del voto per “denunciare la miopia politica di Renzi e la grande modestia di cultura politica: questa elezione del presidente della Repubblica – dice - sarebbe stata l’occasione buona per eleggere una persona di destra e chiudere così il lungo, anacronistico ciclo della democrazia escludente del dopoguerra per partire, o meglio ripartire, da una completa, quanto vera, pacificazione nazionale e presentarci uniti in Europa”.

“Tutto ciò – aggiunge - dimostra che la democrazia reale è ancora molto lontana dal realizzarsi nel nostro Paese, nel quale, purtroppo, gli aspetti interni di un partito contano molto più del bene degli italiani. C’è da augurarsi che si affermi in Italia un fronte nazionale – conclude - che sappia connotarsi con il ribellismo tipico di un movimento di destra”.

Il senatore Dario Stefàno di Sel definisce Mattarella “il presidente degli Italiani”, e aggiunge: “Abbiamo contribuito convintamente alla sua elezione perché ne riconosciamo la statura morale, politica e istituzionale e perché questa scelta può premiare chi si è opposto da sempre alle logiche del Patto del Nazareno. L’obiettivo politico dichiarato fin dall’inizio era, infatti, quello di superare e andare oltre uno strano patto che rischiava di trasformarsi in una palude per gli stessi partiti di centrosinistra al governo e, ancor peggio, per il Paese”.

“L’elezione di Mattarella apre sicuramente una stagione nuova per le istituzioni ma anche per le forze politiche in campo perché potrebbe essere una buona occasione per segnare un cambio di rotta con cui si può recuperare una traccia comune e un rapporto ‘sano’ e genuino tra i partiti di centrosinistra. E questo il centrodestra l’ha capito, agendo scomposto – conclude nella sua analisi - e non riuscendo a nascondere la propria agitazione”.

Salvatore Capone, parlamentare del Pd, definisce il neoeletto presidente “una personalità di assoluto rilievo che il recente incarico a tutela della Costituzione rende indiscutibile”, in riferimento alla nomina di giudice costituzionale, risalente al 2011. A suo avviso “tutto questo ha ricomposto un fronte interno alle forze politiche, in primo luogo al Pd e, in ultimo ma non per ultimo, alla maggioranza di governo. Lo dicono le 665 preferenze e l’applauso che ha salutato il nuovo presidente”.

Gongola il presidente del gruppo regionale pugliese Udc Salvatore Negro che subito ricorda: “Ci accomuna la militanza nello stesso partito, la Democrazia cristiana, di cui ci portiamo dietro i valori politici e morali che ne hanno segnato la storia. Figlio del cattolicesimo democratico italiano, Mattarella è stato sempre un cattolico impegnato in politica con la schiena dritta, che mai si è piegato ai giochi di potere né tantomeno alla mafia che pure lo ha colpito al cuore con l’uccisione del fratello Piersanti a cui era molto legato”.

Per il consigliere regionale del Partito democratico, Antonio Buccoliero “il largo consenso con il quale il Parlamento italiano ha eletto il suo dodicesimo presidente della Repubblica testimonia la volontà politica di superare i consueti tatticismi di comodo per dare all’Italia e agli italiani nuova speranza e la giusta attenzione alle difficoltà”.

“Egli incarna – prosegue Buccoliero – il paradigma del buon rappresentante istituzionale, che deve essere sobrio, competente e votato al bene comune. Con questi presupposti, è ora possibile proseguire sulla strada delle riforme intraprese dal governo, forti del supporto di un presidente garante di tutte le posizioni politiche in gioco”.

Al parlamentare Pd Federico Massa “preme sottolineare come sia stato fondamentale l'apporto politico del Partito democratico che, attraverso il suo segretario e l’intero gruppo dirigente nazionale, è riuscito a individuare una figura di alto profilo valorizzando l’unità del Pd, la sua tensione riformatrice e la capacità di costruire una larga ed ampia convergenza oltre i confini del centrosinistra”. 

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