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Sabato, 20 Aprile 2024
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Perrone rilancia la candidatura di Monosi: "La sua versione è veritiera"

Il sindaco uscente al fianco dell'ex assessore al Bilancio, dimessosi nelle scorse ore dopo essere stato coinvolto in una inchiesta che ha fatto clamore

LECCE - Una fiducia politica piena, che prescinde dall'amicizia consolidatasi durante un lungo periodo di tempo. Paolo Perrone, sindaco uscente, davanti ai cronisti sottolinea la lealtà di Attilio Monosi, da qualche ora ex assessore della giunta uscente, e ne rilancia la candidatura come elemento di punta della lista Direzione Italia per le elezioni amministrative dell'11 giugno.

Proprio domenica scorsa Monosi, già indagato per la vicenda relativa alla gestione della case popolari, aveva inaugurato il suo comitato elettorale, ma alle 7 di ieri mattina i finanzieri si sono presentati alla sua porta per la notifica di una interdittiva per un anno dai pubblici uffici ieri nell'ambito dell'inchiesta su una presunta truffa di circa due milioni di euro che vede al centro lo Sportello Antiracket Salento: la presidente, Maria Antonietta Gualtieri è finita in carcere, così come i funzionari del Comune di Lecce Pasquale Gorgoni e Giuseppe Naccarelli. Ai domiciliari, invece Serena Politi, collaboratrice della prima.

Il primo cittadino, dopo aver ascoltato Monosi offrire alla stampa la propriia posizione, dichiara: "Non sono qui perché amico o collega di partito, ma perchè da sindaco, a ragione veduta dopo aver visto le carte, ritengo che l'assessore abbia fatto il suo dovere fino in fondo". Monosi, subito prima, aveva esibito i due documenti - una delibera di giunta e una reversale d'incasso - che proverebbero la sua estraneità a qualsiasi condotta illecita rispetto al pagamento fatto alla ditta Saracino Costruzioni a maggio del 2013 con i fondi del Comune e non con quelli del ministero.

La somma di 130mila euro, ha spiegato, è stata recuperata dall'amministrazione nel luglio del 2016 dopo che, due mesi prima, il governo cittadino aveva deliberato un'azione legale a valle di una interlocuzione con l'azienda partita dopo che l'errore è venuto a galla, nel settembre del 2014: "Ammetto che ho agito un po' in ritardo perchè ho cercato di recuperare la somma bonariamente, ma nell'interesse dell'amministrazione ", ha commentato Monosi che ha definito quei due documenti mostrati come "essenziali per chiudere il cerchio" e che non ha negato l'esistenza di fatti gravi: "Se io avessi conosciuto anche per un momento un episodio di falsità, di irregolarità, lo avrei denunciato, forse avrei dovuto denunciare anche l'errato pagamento, probabilmente ho sbagliato in questo, ma il mio fine primario è quello di fare gli interessi contabili dell'ente".

"Io non sono tra quelli che grida alla giustizia a orologeria, capisco che questi incartamenti che vengono trasferiti da un ufficio all'altro con indagini che sono complesse molto spesso si iniziano ma nemmeno gli attori principali sono in grado di prevedere quando arriveranno a conclusione, però è evidente che Attilio, alla luce dell'ordinanza e delle eccezioni che insieme ai suoi legali ha posto nel corso dell'interrogoatorio davanti al gip, abbia chiarito la sua posizione".

Perrone ha rimarcato la visibilità nazionale che l'inchiesta ha avuto ieri: "Mi auguro che l'indagine prosegua, se dovessero emergere responsabilità spero che non si facciano sconti sia perché la vicenda riguarda l'amministrazioen ma anche un comparto delicatissimo come quello della lotta al racket, però mi sembra giusto che una persona come lui abbia la possibilità di offrire la sua versione che io considero assolutamente veritiera".

Il primo cittadino ha ringraziato l'ex assessore non solo per le dimissioni presentate, ma anche per aver manifestato la disponibilità a non candidarsi: "Ci è sembrata, e io sono d'accordo con i responsabili del mio partito, una ingiusta sanzione e quindi con serenità e adesso si che mi rivolgo all'amico e collega di partito, lo invito a partecipare alla campagna elettorale e per quello che mi sarà possibile, incontrando anche io tante persone, farò in modo di ribadire le ragioni che oggi Attilio ha esposto".

Fiducia piena, dunque. Ma vale lo stesso, è stato chiesto a Perrone, per gl altri appartenenti, a vario titolo, all'amministrazione comunale? A questa domanda il sindaco ha risposto che non se la sentirebbe di mettere la mano sul fuoco su tutti i dipendenti dell'ente così come su tutti i cittadini di Lecce. Monosi ha anche voluto offrire la sua intepretazione di quella conversazione telefonica intercettata col titolare dell'azienda nella quale lo definisce "uno dei nostri". Era il 22 gennaio del 2015. Oggi l'assessore dimissionario ha spiegato: "Significava che era uno dei nostri fornitori", un soggetto, insomma, di quelli spesso a diretto contatto con Palazzo Carafa.

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