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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Il sindaco rivendica l'azione legale contro minoranza e stampa. Il testo dell’intervento

In apertura di consiglio comunale il primo cittadino ha spiegato perché ritiene opportuna e attuale la valutazione di un possibile risarcimento danni a proposito delle notizie su presunti contatti tra amministratori e spacciatori, pubblicate nel 2011

LECCE – Il sindaco rivendica l’opportunità e l’attualità dell’iniziativa legale nei confronti di giornali ed esponenti politici che avrebbero arrecato un danno di immagine all’istituzione comunale e alla città nell’ottobre del 2011, quando per alcuni giorni all’ordine del giorno ci fu la questione relativa ai presunti contatti tra amministratori e personaggi dediti all’attività di spaccio.

Il tema, naturalmente, fu affrontato con diverse impostazioni e sfumature da parte delle singole testate e la delibera di giunta della scorsa settimana sancisce l’affidamento al legale Roberto De Matteis del compito di valutare gli estremi di un’azione di risarcimento in sede civile.

In apertura dell’odierno consiglio comunale Paolo Perrone ha risposto alla domanda di attualità del capogruppo del Partito Democratico, Paolo Foresio, che aveva chiesto il ritiro della delibera. Di seguito, tranne qualche parole persa perché la registrazione audio non è sufficientemente chiara, la trascrizione integrale dell’intervento del primo cittadino.

"Si tratta di una questione molto dolorosa che ha riguardato questa amministrazione. Le notizie che lei ha riportato sono esatte. La notizia dalla quale si evinceva che in alcuni brogliacci dei Ros ci fossero delle notizie per cui qualche amministratore aveva contatti con spacciatori per uso di cocaina sono del 4 ottobre del 2011. Il comunicato stampa del procuratore Motta è del 10 ottobre, una settimana dopo, non quattro giorni. Io ricordo a tutti voi quello che successe allora e devo dire che da questo punto di vista mi feriva non che la stampa locale avesse utilizzato informazioni evidentemente infondate in barba a qualsiasi regola deontologica sul comportamento da tenere nel momento in cui si offre all’opinione pubblica la lettura di informazioni così gravi, ma la cosa che mi colpì in fondo è che su quella vicenda molti di voi (rivolto ai banchi della minoranza, ndr), la stragrande maggioranza, cercò di far da grancassa della notizia per mettere in difficoltà l’amministrazione".

"Non dimentichiamo che ci furono polemiche asprissime: il sindaco di Lecce,  - non perché fui io o per sventura fui io - fu costretto a fare gli esami del capello. C’era un borsino ogni giorno sui giornali di chi aveva fatto gli esami e chi no.  Si riferiva di immagini, riprese dai Ros, di spacciatori che si incontravano con gli amministratori: il danno fu enorme e se non avessimo un procuratore con un altissimo senso delle istituzioni che non era tenuto assolutamente a fare una conferenza stampa per dire che tutto ciò non era avvenuto, questa polemica sarebbe andata avanti per mesi. Sul risalto poi che la stampa dette della conferenza fu pubblicato il comunicato e quello che disse il sindaco. Siccome ci furono delle valutazioni, la stampa non riportò solo notizia sbagliate non verificando l’attendibilità delle fonti, ma se voi riguardate i giornali o i servizi di quel tempo, c’erano fondi di direttori, capiredattori che facevano valutazioni, gli stessi fondi non li abbiamo poi visti alla fine della vicenda né mi è sembrato che le persone che si misero a festa all’epoca, parlo dei miei colleghi consiglieri di minoranza, non sentì le scuse di nessuno di voi".

"Allora se il sindaco avesse voluto imbavagliare la stampa, come qualcuno ha voluto surrettiziamente far credere, questo atto lo avrebbe fatto quattro anni fa, avremmo dato a un legale l’incarico di verificare e poi avremmo lasciato la questione lì. Proprio il fatto che questa cosa si sia fatta oggi, sta a significare che non c’è questo intento, assolutamente. E’ rimasta la ferita però e purtroppo non si rimargina. Se guardo sul profilo facebook del sindaco, più volte accusato di essere un tossicodipendente, cosa che non era mai accaduta nella vita, evidentemente quella notizia regge ancora e siccome è frutto o di dolo o di una dabbenaggine straordinaria di qualche giornale che si lascia trascinare senza aver approfondito la consistenza della notizia, dovrebbe essere per qualsiasi argomento così, a maggior ragione quando si tratta di un argomento così sensibile e delicato, io quando sollecitavo l’approfondimento delle motivazioni ai giornalisti e ai direttori di quel tempo mi veniva detto che avevano letto i brogliacci dei Ros, cosa non vera perché quei brogliacci non esistono. Se Motta non fosse intervenuto, probabilmente, [..]".

"Se il legislatore dà un termine per verificare se qualcuno ha subito dei danni, questo termine è di cinque anni. Dove sta scritto che devo esercitarlo oggi o domani. Io pensavo che la cosa fosse chiusa, purtroppo così non è perché basta scorrere i profili facebook di molti di noi per rendervi conto che quella cosa aleggia ancora. E non riguarda soltanto la persona, riguarda l’istituzione perché vi piaccia o no, vi piaccia o no, io sono il sindaco di Lecce e non lo sono perché qualcuno mi ha messo lì, lo sono perché mi hanno scelto i cittadini, vi piaccia o no. Allora quando si offende il sindaco di Lecce, si offende la città, vi piaccia o no. Se poi vogliamo fare una valutazione su come ci siamo comportati noi, come classe dirigente, come classe politica, come amministratori, io credo che qualcuno di noi avrebbe dovuto avere prudenza,  nel momento in cui la cosa si è risolta, parlo di noi, non dei giornalisti, probabilmente avrebbe dovuto presentare delle scuse all’istituzione che rappresentiamo. Questo è il senso […], lo abbiamo fatto convinti di difendere la dignità, che evidentemente non avevamo riconquistato pienamente, di ciascuno di noi e dell’amministrazione”.

A questa risposta Paolo Foresio ha replicato, sia in aula che al termine del consiglio comunale con una nota: "Sono profondamente insoddisfatto della risposta del sindaco. Sinceramente giustificare questa inspiegabile azione con l'attacco personale di qualche vivace commentatore su Facebook, mi sembra abbastanza esagerato. È assurdo che non ci sia nessun elemento di ripensamento: il fatto che qualcuno lo offenda su un social network è davvero un problema che riguarda l'immagine della città e per cui vale la pena spendere soldi pubblici? Oggi, in consiglio, il sindaco ha dato l'impressione netta che si tratti solo di una questione personale. Se fossi in lui, userei gli articoli e i servizi riportati dagli organi di informazione locale che mettono in luce i problemi della città, dando spesso voce alle segnalazioni dei cittadini, come uno stimolo a fare meglio e non come un'offesa di lesa maestà". 

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