Governance unitaria per l’ateneo. La proposta Snals, oltre le polemiche
Il sindacato spiega come l'assemblea dei candidati a rettore con personale e sindacati sia stata letta solo in chiave provocatoria e polemica. E lancia un appello alla collaborazione dei tre per dar voce alle posizioni minoritarie
LECCE – Continua il tour elettorale dei tre candidati alla successione del rettore Domenico Laforgia, e prosegue a colpi di dibattiti e polemiche. L’ultimo incontro tra Giovanni Laudizi, Michele Carducci e Vincenzo Zara con il personale dell’università del Salento e i sindacati ha suscitato una riflessione nel sindacato Snals.
Quest’ assemblea che le sigle sindacali avevano richiesto e fortemente voluto prima della conferenza di ateneo, non si era tenuta per motivi già noti. L’intento, rivendicato a gran voce, era quello di ottenere un confronto autentico e democratico su una serie di molteplici problematiche sollevate dalla comunità accademica, al fine di raccogliere ulteriori elementi utili alla scelta del candidato ideale.
Snals rileva però, con amarezza, come anche in questo caso sulle prime pagine dei quotidiani, abbiano tenuto banco solo “le contestazioni, i veleni, le provocazioni e l’immagine di una situazione di scontro fuoriuscita da quello che invece era stato pensato e voluto come ultimo confronto democratico”.
Il sindacato stigmatizza come non sia stata data la giusta importanza ai contenuti, alle argomentazioni, alle motivazioni, alla declinazione e all’esplosione degli argomenti nelle risposte dei tre candidati su domande importanti e incisive nella vita odierna e futura dell’ateneo.
“Ai professori Zara, Carducci e Laudizi, cui va il nostro plauso per una campagna elettorale pulita, connotata dalla correttezza anche umana tra di loro, da atteggiamenti dignitosi e di grande prova di equilibrio anche in situazioni incresciose e talvolta al limite del senso di civiltà – spiegano i referenti di Snals - non chiediamo di esprimersi in merito al tentativo di perpetuare la conflittualità da parte di alcuni, come han fatto le altre sigle sindacali”.
L’adrenalina si mantiene viva quando c’è qualcosa di piccante, ma lo Snals ritiene che non ci si possa permettere di soffermarsi ancora su quelle che sono “le uniche cose per cui l’ateneo abbia brillato: ovvero gli scontri, i conflitti , le lacerazioni.
“Cosi si perde di vista l’obiettivo concreto – spiegano loro –. A volte sembra che la competizione sia tra il rettore Laforgia e alcune sigle sindacali, e non tra i tre candidati, relegati solo a prestanomi”
Ricostruire il tessuto democratico, lo spirito unitario e il senso di appartenenza, per Snals deve essere una spinta che deve partire da tutti, nessuno escluso. Il sindacato Snals insiste come l’unica soluzione vincente sia quella del cambio di rotta: “Non si può auspicare la fine dei conflitti e delle lacerazioni e poi continuare a parlarne e per primi a praticarli”.
In questa intelaiatura si è innestata la sottoscrizione dello Snals alla proposta fatta ai candidati in sede assembleare, cioè quella di unire la comunità accademica lacerata, con una governance che li veda coinvolti tutti e tre insieme.
“Il senso della richiesta – aggiungono - era quello di vedere, nella imprescindibile autonomia del rettore eletto, il coinvolgimento anche dell’espressione dei voti di minoranza della comunità accademica, attraverso una legittimazione e riconoscimento delle competenze e dell’entusiasmo degli altri due candidati per il rilancio dell’università del Salento”. Il principio alla base della proposta era “nobile e alto”, quindi. Ma anche in questo caso i più lo avrebbero inteso alla stregua di una provocazione o dell’ennesima strategia sindacale.
“Oneste, motivate e argomentate le risposte dei candidati , i quali tutti e tre hanno condiviso lo spirito e il principio ispiratore della richiesta ma con posizioni diverse: favorevole a prescindere Laudizi , possibilisti con qualche difficoltà gli altri due – aggiungono i sindacalisti - . Zara e Carducci non ci sembra che abbiano escluso il recupero delle competenze degli altri candidati perché possano rappresentare un valore aggiunto in nome della pacificazione, pur condividendo entrambi la diversità dei loro programmi e la difficoltà operativa dell’applicazione di questo principio, ma ci sembra che nessuno abbia sbattuto la porta, sia pur sorpresi da una richiesta cosi forte”.
Per i giorni che restano, ammoniscono i sindacalisti, è giusto che i riflettori siano rivolti solo sui candidati e basta: “Si tratta di una questione di rispetto, perlomeno umano”.