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Sabato, 20 Aprile 2024
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Torre Chianca, assessore e Arif studiano gli interventi per il bacino Idume

Dopo settimane ad alta tensione, tra il comitato spontaneo dei residenti e l'amministrazione comunale di Lecce pare essersi aperta una fase di collaborazione e toni pacati. La stagione estiva è alle porte

TORRE CHIANCA  (Lecce) – Si placano i venti di tempesta sulla marina leccese di Torre Chianca. Nelle scorse settimane i residenti e i commercianti organizzatisi nel comitato spontaneo di protesta hanno avuto scambi anche piuttosto accesi con l’assessore ai Lavori Pubblici, Gaetano Messuti, e con quello all’Ambiente, Andrea Guido, ma negli ultimi giorni il clima di dialogo e di collaborazione sembra aver prevalso.

Le problematiche più volte segnalate nel corso degli anni, con qualche variante dovuta al prevalere ora di una, ora dell’altra, riguardano in generale la condizione di degrado e, nello specifico, la mancata manutenzione dei canali che porta a continui allagamenti, quella delle strade, dell’illuminazione nonché la presenza ciclica di improvvisati campi nomadi che non paiono riscuotere il gradimento dei residenti.

Dopo reciproche scambi di accuse tra comitato e amministratori – culminate con la presentazione di un esposto presso la Procura della Repubblica di Lecce da parte del primo -, la conflittualità pare essere stata incanalata sui binari della comprensione reciproca e della collaborazione. Si è svolto questa mattina, infatti, il sopralluogo intorno all’area dove scorre il bacino dell’Idume. Da tempo la zona tutta intorno è stata abbandonata a se stessa e la fitta vegetazione crea ad oggi non pochi problemi, soprattutto, quello più imminente, è legato al rischio di nuovi roghi, dopo quelli che hanno interessato l’area lo scorso anno.

Presenti il direttore generale dell’Arif (Agenzia regionale risorse idriche e forestali), Giuseppe Taurino, accompagnato dai due responsabili della sede leccese, Vito Greco e Luigi Melissano, e l’assessore Andrea Guido, Errico Grasso e Carlo Leo, del Comitato spontaneo per verificare quali gli interventi più urgenti per la messa in sicurezza dell’area. L’obiettivo è quello di predisporre interventi rapidi nel rispetto però della particolare natura dell’area: come è noto infatti, il cacino e la zona circostante ricadono nel Parco di Rauccio.

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