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Sospesa assegnazione di 85 sedi, ma intanto si recuperano 10 milioni

Doppio fronte giudiziario. Tar conferma lo stop cautelare del secondo interpello e rimborso alle Asl per errati rimborsi del passato

BARI – Da un lato, gli assegnatari di un’attività che attendono da cinque anni di vedersi riconosciuta la possibilità di aprire i battenti; dall’altro, la Regione che batte cassa e che in dodici mesi dovrebbe veder rientrare 10 milioni di euro. Due vicende diverse, entrambe finite davanti a tribunali e che vedono al centro un’unica categoria, quella de farmacisti.

Andando con ordine, il Tar di Bari ha confermato proprio oggi la sospensione cautelare, richiesta da alcuni farmacisti difesi dagli avvocati Pier Luigi e Giorgio Portaluri, del secondo interpello avviato dalla Regione Puglia con una delibera di dicembre.

Questa verte sull’assegnazione delle ottantacinque nuove farmacie distribuite su tutto il territorio regionale, non assegnate con il primo interpello. Si tratta in tutto di 188 nuove sedi, derivanti dall’applicazione del decreto legge “Cresci Italia”. Diciotto farmacie sono quelle in attesa di avviarsi nella sola provincia di Lecce. E lo scorso 1° febbraio il Tar si è già pronunciato su questa vicenda concedendo, in via d’urgenza, la sospensione dell’interpello. Sospensione che oggi è stata confermata con un provvedimento collegiale.

Ma cos'è successo? Dopo la pubblicazione della graduatoria regionale, avvenuta nell’ottobre del 2015, i ricorrenti erano risultati vincitori di una sede farmaceutica, la cui assegnazione – disposta dalla Regione nel corso del primo interpello – è oggetto di un precedente contenzioso amministrativo. E, seppur vincitori del concorso regionale avviato nel 2012, i farmacisti sono ancora fermi.

A dicembre la Regione ha avviato il secondo interpello per l’assegnazione delle ottantacinque sedi vacanti, escludendo però espressamente coloro i quali erano risultati vincitori di una sede farmaceutica sub judice.

La Regione ha ritenuto di assegnare quelle ottantacinque sedi ancora vacanti ai candidati collocatisi in graduatoria dopo la centottantesima posizione in graduatoria, meno elevata rispetto a quella dei farmacisti ricorrenti, i quali secondo la Regione avrebbero dovuto attendere gli esiti del precedente contenzioso, rischiando anche l’eliminazione della sede.

Ma il Tar Bari ha sospeso il secondo interpello, affermando che la relativa definizione pregiudicherebbe irrimediabilmente l’aspettativa dei ricorrenti di ottenere l’assegnazione di una sede farmaceutica.

Su un altro punto, però, l’ha spuntata la Regione Puglia, ed è quella della somma da recuperare (circa 10 milioni di euro) dalle mille e 82 farmacie convenzionate (registrate al 31 dicembre 2015), con il  sistema sanitario nazionale dagli anni 2005 al 2011.

Ebbene, dovranno restituire alle Asl di competenza le somme, a causa di un algoritmo errato applicato, nei sei anni di riferimento, alla scontistica prevista dallo Stato. La Regione Puglia aveva cioè rimborsato ai farmacisti somme superiori a quelle effettivamente dovute.

In primo grado il Tar aveva respinto i ricorsi presentati contro la Regione, ma il Consiglio di Stato, con due sentenze, ha deciso in favore della Puglia. La Corte dei Conti ha indicato di effettuare il recupero nell’arco temporale massimo di 12 mesi. Dopo un incontro con i rappresentanti delle associazioni di categoria, si è arrivati all’accordo di un pagamento rateizzato, per un massimo di dodici rate mensili.

Il sistema Edotto, predisposto già per la generazione di prospetti utili al recupero delle somme, sarà operativo dal 1 marzo 2017.  Due le scadenze dunque per le Asl pugliesi. Entro il 31 gennaio 2018 dovranno rendicontare gli importi recuperati nel 2017 evidenziando, per ciascuna farmacia, gli importi già riscossi e quelli da riscuotere nel caso della rateizzazione. Entro il 31 luglio 2018, spiega in conclusione una nota regionale, le Asl dovranno comunicare la conclusione di tutte le attività di recupero. 

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