rotate-mobile
Politica

Spagnolo: "Ma noi abbiamo lottato per vincere"

Angelamaria Spagnolo, neoconsigliere, eletta con l'Ulivo, analizza il voto: "Cinque assessori non rieletti, altri dimezzano le preferenze: il giudizio del leccesi per la destra non è certo esaltante"

Settima eletta al Consiglio con 434 preferenze nelle liste dell'Ulivo, Angelamaria Spagnolo, segretaria cittadina dei Democratici di sinistra, si sofferma sull'analisi del voto. Nella bufera che s'è scatenata nel centrosinistra, i fronti si dividono fra chi, col senno di poi, sostiene che sarebbe stata necessaria un'altra candidatura, rispetto a quella di Antonio Rotundo, e chi invece difende la scelta, ritenendo che la sconfitta sia da attribuirsi alla coalizione intera, e non ad un singolo uomo. Ma non solo. C'è anche chi sembra essersi arreso di fronte alla cultura cittadina, tradizionalmente di destra e per questo inattaccabile a livello elettorale. "Tesi inaccettabile", questa, per Spagnolo. "La respingo alla radice perché ritengo che l'unione del centrosinistra che governa tante amministrazioni in questo paese non è pensabile se non dentro una cultura di governo. Del resto non affermo nulla di nuovo se dico che le dinamiche politiche anche in questa città sono la sintesi tra processi sociali ed economici lunghi e la capacità soggettiva d'interpretarli, indicando soluzioni e proposte".

"Penso che abbiamo combattuto la battaglia delle amministrative - prosegue il neoeletto consigliere - con l'obiettivo di vincerle e che questo obiettivo si fondava su una lettura dei processi cittadini che anche i risultati elettorali hanno confermato. Basti confrontare il risultato delle preferenze che gli assessori uscenti hanno ottenuto in questa tornata elettorale con quelli che gli stessi avevano ottenuto nella precedente scadenza amministrativa, per evidenziare che il giudizio sulla squadra di governo di questi ultimi cinque anni da parte degli elettori non è certo esaltante".

"Certo - dice ancora Angelamaria Spagnolo - non eravamo di fronte al crollo del centrodestra e chi ha fondato su questo le proprie analisi ha oggi seri motivi per ricredersi. Ma che fosse crescente nella città uno stato di disagio che reclamasse anche segnali di novità nei metodi di governo e negli stessi suoi rappresentanti mi sembra largamente confermato dal fatto che cinque assessori uscenti dell'ultima giunta Poli non sono rieletti, mentre altri dimezzano le proprie preferenze. Quindi la sfida di governo era una sfida possibile e si è giocata sul terreno della capacità di presentare qualcosa di nuovo alla città su cui gli elettori, quelli che nei confronti elettorali si spostano da uno schieramento all'altro, potessero riconoscersi. E su questo la lista dell'Ulivo e il futuro partito democratico devono riflettere".

L'Ulivo, infatti, è la seconda lista cittadina, ha contrastato l'armata di centrodestra alle amministrative e alle circoscrizionali ed oggi si propone con sette consiglieri comunali. "Moderatamente soddisfatti? Non è così", sostiene Spagnolo. "Basti pensare che appena un anno fa alle elezioni politiche il centrosinistra in città raggiungeva il 47 per cento dei voti e la lista dell'Ulivo circa il 30 per cento. E tuttavia in un confronto certamente diverso e più difficile per il centrosinistra quasi 7mila cittadini leccesi che avevano scelto Prodi invece di Berlusconi, hanno preferito Perrone a Rotundo, mentre la lista dell'Ulivo dimezzava consensi e percentuali".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Spagnolo: "Ma noi abbiamo lottato per vincere"

LeccePrima è in caricamento