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Strada dei Lidi, lavori bloccati e varianti. Nota alla Corte dei Conti e polemica

I consiglieri di Gallipoli Futura, Fasano e Cataldi, hanno segnalato alla procura regionale l’ipotesi di danno erariale per l’iter relativo agli interventi della litoranea. Dura replica dell’assessore Palumbo

GALLIPOLI - Il nodo dei lavori di rinaturalizzazione della litoranea sud e della Strada dei Lidi, ancora fermi in attesa delle valutazioni della Regione Puglia sulle perizie suppletive e le varianti (predisposte dai progettisti su richiesta dell’amministrazione comunale per eliminare le criticità per la viabilità e gli allagamenti), approda all’attenta valutazione della Corte dei Conti. La corposa segnalazione è stata presentate nei giorni scorsi dai consiglieri comunali di Gallipoli Futura, Flavio Fasano e Giuseppe Cataldi, che hanno paventato al procuratore regionale della Corte dei Conti, Carmela De Gennaro, l’ipotesi di un danno erariale, diretto e indiretto, nei confronti dell’amministrazione comunale di Gallipoli e di coloro che con essa lo hanno procurato, tra dirigenti tecnici, ditta esecutrice e progettisti. Un’ipotesi sulla quale, oggi, con una lettera di replica, l’assessore ai lavori pubblici, Biagio Palumbo, ha inteso spazzare ogni sorta di dubbio sulla regolarità dell’iter intrapreso dall’amministrazione comunale.

L’esposto alla Corte dei Conti

I rilievi dei consiglieri dell’opposizione, Fasano e Cataldi, sono partiti con un lungo excursus sull’iter procedurale della progettazione e del finanziamento dell’opera per la trasformazione e la "rinaturalizzazione" del tratto stradale tra il Lido San Giovanni e il Canale dei Samari, per l'importo di 3 milioni e 520 mila euro e sulla farraginosa fase di esecuzione dei lavori, interrotti al primo lotto, che ha portato poi alla presa d’atto della giunta comunale della necessità di apportare delle varianti al progetto originario, prima della ripresa dei nuovi intereventi. “La situazione della litoranea sud, alla data in cui scriviamo, è ancora bloccata ed i danni erariali e quelli ai cittadini sono aumentati, anche per l'incertezza sulla futura utilizzazione del tratto stradale, soprattutto alla vigilia di una nuova stagione turistica ormai alle porte” rilevano i consiglieri nella nota inviata alla procura erariale.

“Da questo assurdo comportamento di sconcertante, quanto tardivo, revirement del sindaco e dell’intera maggioranza, unitamente a tutto l’apparato tecnico e burocratico coinvolto in scelte così catastrofiche, desumiamo” incalzano Fasano e Cataldi, “che si intende trasformare la strada, finanziata progettata e realizzata per mobilità lenta e pedonale, in strada a tutti gli effetti, caducando le originarie finalità e le grandi aspettative sbandierate di aver realizzato un’opera di alto valore. Che le varianti suppletive, che prevedono nuovi e diversi lavori, ma anche aggiuntivi, di cui si sta chiedendo l'autorizzazione alla Regione, sono in contrasto con le cause e con lo spirito della misura del finanziamento perché il traffico veicolare che si vuole realizzare è incompatibile con la finalità di mobilità lenta già realizzata, ed è assolutamente incompatibile con i principi della misura che prevede il finanziamento dei lavori del tratto litorale. Vi è inoltre un ulteriore differimento dell'inizio lavori del secondo lotto” sottolineano ancora i due consiglieri, “e l'avvio dei lavori, solo annunciati e sempre differiti, ormai da oltre quattro anni, è ancora incerto e sta causando un danno, già verificatosi, dovuto alle eventuali sanzioni per la restituzione dei fondi stanziati per l'intera opera da parte della Regione, ma anche per la  mancata realizzazione dell'opera entro i termini previsti dal finanziamento, che porterà l'impresa ad assumere iniziative legali dovute alle numerose sospensioni, senza motivi validi, e per una necessaria quanto reale revisione dei prezzi nella parte consentita dal codice degli appalti. Pensiamo inoltre” aggiungono ancora i firmatari dell’esposto, “che la Regione non possa licenziare favorevolmente la variante per la strada pedonale e ciclabile, in assenza di una viabilità alternativa, in quanto andrà a snaturare il progetto originario per il quale era stato consesso il finanziamento. L'impianto di illuminazione stesso, prima escluso e poi previsto nella variante, porta ad una utilizzazione non più compatibile con il finanziamento e con la rinaturalizzazione  della strada, distogliendo così il finanziamento dalle finalità originarie, per le quali era stato concesso lo stanziamento creando danno erariale causato dalla obbligatoria restituzione. E anche la pavimentazione stradale scelta dai progettisti e successivamente sostituita non si sa se a carico della ditta o della stazione appaltante,  non è idonea e sta provocando gravi problemi”.

Le ipotesi a dir poco catastrofiche ipotizzate da Fasano e Cataldi nella loro denuncia, prefigurano che allo stato dell’arte “si aprirà un contenzioso gigantesco già con questi lavori parziali e la situazione porterà probabilmente a due ipotesi alternative tra loro: il ripristino della precedente viabilità e il recupero delle somme a carico dei responsabili compresi coloro che hanno validato il progetto e  l’interruzione dei lavori per procedere ad una completa revisione del progetto avviando la costruzione della strada alternativa, dei parcheggi pubblici, gli attraversamenti, per poi riprendere quell'idea di rinaturalizzazione che era la filosofia ora calpestata e abortita del progetto”.

L’assessore Palumbo “smonta” le accuse 

Dopo la segnalazione dei consiglieri di Gallipoli Futura alla Corte dei Conti è arrivata oggi, puntuale e dettagliata, la replica dell’assessore L'assessore Biagio Palumbo-2ai Lavori pubblici, Biagio Palumbo, che non ha lesinato nemmeno di annunciare che l’amministrazione comunale è pronta a riservarsi anche “ogni azione di risarcimento danni” nei confronti del gruppo consiliare che ha prodotto l’esposto. “Ricorrere all’autorità giudiziaria, in questo caso erariale, e con modi avventati, significa mascherare una certa incapacità a fare politica e trovare soluzioni, rimettendosi sempre e comunque a risposte negative per ogni iniziativa che si intende percorrere ed a provvedimenti eventuali e non preventivabili dell’autorità giudiziaria, che esulano dalle competenze amministrative”, l’incipit del componente dell’esecutivo della giunta del sindaco Minerva.

“L’esposto presentato al procuratore regionale presso la Corte dei Conti per la Puglia da parte del gruppo consiliare Gallipoli Futura è totalmente impreciso e fuorviante e nuoce all’immagine  ed onorabilità degli amministratori locali” stigmatizza Palumbo, “il progetto per la litoranea dei lidi non provoca,  né provocherà alcun danno, né presente né futuro, alla città, ai turisti ed agli operatori turistici. La variante al progetto approvata dalla Giunta Comunale è stata già portata all’attenzione della Regione Puglia e ci si attende la relativa approvazione, senza che questa comporti l’esborso di un solo euro in più rispetto all’originario programma”. Entrando nel dettaglio tecnico e amministrativo l’assessore comunale ha spiegato che già “nel consiglio comunale del 13 settembre scorso, la variante al progetto si era resa necessaria a seguito di alcuni inconvenienti registratisi nel corso della ultima stagione estiva, derivanti da piovosità eccezionale, quasi mai verificatasi in passato, ed al fatto che solo in zone di poche decine di metri, si era verificato un allagamento, dovuto al fatto che non era stato eliminato del tutto l’asfalto preesistente, che quindi non consentiva l’adeguato drenaggio. Non è vero quindi che l’impresa sia stata sollevata da eventuali responsabilità. Ed anzi, la variante approvata ha raccolto anche le idee degli operatori turistici, con i quali c’è stato un continuo confronto, per agevolare le loro attività”.

L’assessore gallipolino ha evidenziato anche come i mezzi di soccorso e di vigilanza potranno usufruire, come è già avvenuto in passato, della corsia pedonale prevista, nei casi in cui occorrerà la loro presenza, ed i rifornimenti delle aziende titolari di concessioni balneari saranno comunque garantiti dalla presenza di un larghissimo parcheggio esistente alle spalle della litoranea. Anche l’allargamento della via vicinale Madonna del Carmine è stato previsto, con altro progetto, per consentire il doppio senso di circolazione delle auto che vanno e vengono dalla Baia Verde e che migliorerà il traffico esistente. “Il progetto presentato rappresenta un miglioramento di quello precedente e sarà realizzato” incalza Palumbo, “la verità è che il gruppo consiliare che ha presentato l’esposto non vuole alcun cambiamento della situazione attuale, preferendo il caos che si è registrato nelle precedenti stagioni estive. Non vi è nessuna incertezza sulla utilizzazione del tratto stradale. Sulla litoranea saranno realizzate una ciclovia ed una corsia pedonale, che permetterà, per ovvi motivi di sicurezza, anche il transito ai mezzi di soccorso, che proprio dalla litoranea precedente e dall’incessante traffico, erano penalizzati, e vi sarà anche un’area riservata alle aiuole, per cui non viene toccato il principio della mobilità lenta e quello della valorizzazione e riqualificazione dei paesaggi costieri della Puglia ad alta valenza. Non si rischia affatto” conclude nella replica l’assessore Palumbo, “la paventata restituzione dei fondi stanziati, perché nessuna variazione sostanziale vi è e soprattutto non vi è alcun danno, né presente né futuro. Assurda è poi la contestazione circa l’impianto di illuminazione. Non è vero che l’impianto previsto non sia compatibile con la rinaturalizzazione della strada, distogliendo il finanziamento dalle finalità originarie e creando danno erariale. Già lo scorso anno si provvide ad installare provvisorio impianto. Oggi lo stesso è necessario per ovvie questioni di sicurezza dei cittadini, sulle quali è intervenuta anche la prefettura di Lecce. Alcun contenzioso, infine, è previsto e potrà essere oggi prevedibile. Gettare benzina su fuoco è oltremodo pericoloso e non tollerabile. L’amministrazione comunale riserva ogni azione di risarcimento danni nei confronti del gruppo consiliare che ha prodotto l’esposto, a tutela della propria immagine e della bontà del progetto, peraltro avallato ed iniziato dalla precedente amministrazione”.

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