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Tagli agli enti locali, la Provincia fa i conti con gli equilibri di bilancio

Il consiglio approva l'esercizio finanziario 2012, caratterizzato dal 70per cento in meno di trasferimenti centrali, dovuti al decreto "salva Italia". E, intanto, viene nominato il nuovo cda dell'Istituto di culture mediterranee

LECCE - Con 22 voti favorevoli e 6 contrari il consiglio provinciale, riunito in seduta ordinaria a Palazzo dei Celestini, ha approvato l’esercizio finanziario 2012 – ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi – verifica degli equilibri di bilancio. Nel corso della sua relazione sull’argomento, l’assessore provinciale Ernesto Toma ha fatto presente come “quest’anno l’importante appuntamento della verifica degli equilibri di bilancio ha margini di imponderabilità per tutti i Comuni e le Province italiane, ancora più accentuati del solito”.

“La pesante scure dei tagli previsti dalla spending review – ha aggiunto -, dopo quelli del 2010 e del decreto Salva Italia del novembre 2011, ha fortemente indebolito le strutture finanziarie degli enti locali e resa incerta la vita degli equilibri. Per dare un’idea della riduzione dei trasferimenti effettuato con le tre manovre della Provincia, si tenga presente che dai 27 milioni di euro si è passati a 12 milioni, che diventeranno 8,3 milioni nel 2013. Una diminuzione del 70 per cento in quattro anni”.

Toma ha sottolineato come a causa dell’incertezza degli importanti tagli, il ministero dell’interno abbia emanato una nota in cui, per la prima volta dall’introduzione dell’obbligo, il termine per la verifica degli equilibri è stato rinviato sine die: “Nonostante ciò – ha chiarito -, la Provincia di Lecce non ha inteso usufruire di tale rinvio, portando in consiglio gli equilibri, così come, tra le prime in Italia, ha approvato il bilancio 2012 nel mese di marzo, nonostante il termine sia stato spostato al 31 ottobre”.

L’assessore provinciale ha evidenziato come siano molti gli enti che hanno dichiarato gli equilibri per il 2012 non tendendo conto dei tagli della spending review, al contrario di quanto fatto dalla Provincia di Lecce, che ne tiene conto per un importo pari a 3,7 milioni nel 2010 e a 7,4 milioni nel 2013: “Le risorse occorrenti per riequilibrare i conti intaccati dai tagli e dai debiti fuori bilancio – ha ammesso - sono state reperite dai recuperi delle somme non versate per l'addizionale sulla Tarsu, dalle entrate della Rca, nonché dall’applicazione di parti dell’avanzo di amministrazione: la programmazione a settembre risponde a quanto previsto in sede di bilancio di previsione e assegnazione degli obiettivi”.

Oltre alla verifica degli equilibri, sono stati portati all’attenzione del consiglio, per il conseguente riconoscimento quali debiti fuori bilancio, otto sentenze per un importo complessivo di circa 330 mila euro. Su fronte del patto di stabilità la situazione resta fortemente condizionata dalla “rigide regole normative che impediscono all’ente di prevedere sblocchi nei pagamenti delle spese di investimento”.

Il consiglio ha poi nominato il nuovo consiglio di amministrazione dell’Istituto di culture mediterranee, che risulta così composto: Mauro Sbocchi (presidente), Luigi Rossetti, Fabio D’Astore, Egidio Zacheo, Ubaldo Villani Lubelli (componenti). Nominato, infine, il consigliere provinciale Alessandro Coricciati quale componente nell’ambito territoriale di caccia “Provincia di Lecce”, in sostituzione del dimissionario Mino Frasca.

Sulle nomine dell’istituto di culture Mediterranee, l’Idv ha abbandonato l’aula: in persona del suo capogruppo Gianfranco Coppola, nel corso della nona commissione tenutasi ieri, aveva sollevato l’opportunità che l’ordine del giorno venisse differito perché al momento della discussione le domande per l’ammissione al bando relativo non erano corredate dei relativi curricula dai quali si potesse evincere la sussistenza dei requisiti richiesti. Lo stesso segretario generale, interpellato, aveva dichiarato che al momento della discussione in commissione non si poteva esprimere in quanto la documentazione era incompleta.

“Come Italia dei valori – affermano in una nota congiunta Coppola e il segretario provinciale, Francesco D’Agata -, ci siamo battuti sempre affinché il merito e le professionalità potessero essere le condizioni imprescindibili per far parte di organi importanti di promanazione politica, affinché non potesse sussistere nessun dubbio circa la circostanza che le suddette nomine potessero essere effettuate solo in virtù di bassi interessi,  per occupazioni di poltrone o per equilibri politici interni tra maggioranza e minoranze”.

“Per tali ragioni – proseguono -, abbiamo insistito affinché questo punto all’ordine del giorno fosse rinviato per un esame più approfondito e per poter affermare definitivamente gli unici criteri possibili che sono merito e professionalità”. Poiché si è proceduto comunque alla votazione l’Italia dei Valori ha deciso di abbandonare l’aula, non partecipando alla votazione, non condividendo questo tipo di politica che si basa “esclusivamente su logiche spartitorie, equilibri già precari per cercare di eliminare fibrillazioni interne e soddisfare singole ambizioni”.

“Idv – proseguono - si dissocia totalmente da tali comportamenti avendo già deciso sin dall’inizio di questa consiliatura di non voler prendere parte ad alcuna spartizione di poltrone utilizzate anche come camera di compensazione tra enti come già dimostrato in passato e in questi ultimi giorni nei quali il comune di Lecce ed in particolare la partecipata Sgm sono stati oggetto di quella che è apparsa a tutti come una compensazione che ha alimentato giuste polemiche e grande indignazione tra i cittadini. Indignazione alla quale si unisce l’Italia dei Valori che in tali condizioni di mortificazione dei requisiti del merito e della professionalità ritiene che sia stata superata la soglia minima che ci consentisse di non umiliare l’istituzione provinciale”.

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