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Tap, valutazioni inviate al premier Conte. "Nessun profilo di illegittimità"

Il dicastero dell'Ambiente dopo una rivisitazione, ha inoltrato le carte per le decisioni del governo. Anche nei punti contestati è tutto in regola, indipendentemente dal merito

ROMA – Il tempo supplementare che il governo s’è preso per rianalizzare tutto il percorso riguardante il gasdotto Tap sta per scadere, ma dalle parole del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, chi si oppone al progetto non sembra intravedere molti spiragli.

E’ stato un lavoro lungo, quello dello staff del ministro. Sono state esaminate oltre mille pagine di documenti. E – fanno sapere dal dicastero - c’è stata anche una nuova interlocuzione con Ispra su alcuni aspetti delle varie fasi della procedura. La conclusione si può, sommariamente, definire in questi termini: non sono emersi profili di illegittimità.

Le valutazioni di legittimità svolte dal ministero dell’Ambiente sulla Valutazione di impatto ambientale, che il ministro Costa ricorda essere stata “rilasciata dallo scorso governo sul progetto Tap”, è stata trasmessa oggi al premier Giuseppe Conte

"Procedimento già autorizzato"

“È bene sottolineare – dice il ministro - che parliamo di un procedimento già autorizzato e concluso nel 2014, su cui si è espresso il Consiglio di Stato con sentenza 1392 del 27 marzo 2017 confermandone  definitivamente la legittimità”.

Ma le proteste che si sono continuamente sollevate, in ultimo anche l’invio di un corposo memorandum del sindaco di Melendugno, Marco Potì, sul gasdotto, con tre rilievi in particolare mossi per richiedere la sospensione del cantiere (sintetizzando: l'impatto sulle praterie di cymodocea nodosa; il rischio di infiltrazioni nella falda e di inquinamento del sottosuolo nelle aree del cantiere in località San Basilio; la pista di cantiere che, anche nella versione della variante di progetto, non avrebbe tenuto in debita considerazione l'esistenza di habitat naturali meritevoli di tutela) hanno indotto il governo “gialloverde” a prendere ulteriore tempo prima della decisione definitiva.

"Abbiamo ascoltato tutti"

“Abbiamo ascoltato tutte le osservazioni provenienti dal territorio, sia dai portavoce del Movimento 5 Stelle sia dal comune di Melendugno”, spiega oggi Costa. “Abbiamo valutato se tutte le autorizzazioni fossero state emesse a norma di legge. Il risultato di questo lavoro è ora nelle mani del presidente del Consiglio per le opportune valutazioni che il governo dovrà esprimere”.

“Ricordiamo – precisa, però, il titolare dello scranno all’Ambiente - che l’opera è stata già autorizzata dal precedente governo e che i ricorsi sulle autorizzazioni già in passato non hanno trovato gli esiti giudiziari sperati dai cittadini. In questo percorso, nella fase finale, è arrivato il nostro governo. Abbiamo in particolar modo riesaminato quelle prescrizioni che, secondo i rilievi provenienti dai territori, non sarebbero state ottemperate”.

"Nessun profilo di illegittimità"

“Ricordiamo – aggiunge - che la Valutazione di impatto ambientale è stata rilasciata sul progetto definitivo che, per sua natura, è suscettibile di adattamenti in fase esecutiva, e pertanto le prescrizioni possono essere aggiornate via via che in tale ultima fase dovessero emergere  nuove e mutate situazioni. Anche nei punti contestati non sono emersi profili di illegittimità, indipendentemente dal merito, in quanto la Commissione Via, unico soggetto titolato a pronunciarsi, ha ritenuto ottemperate le prescrizioni”.

In conclusione, Costa tiene a dichiarare che “la valutazione fatta dal ministero dell’Ambiente esula dal mio pensiero personale  e dal mio convincimento politico, se l’opera sia giusta o no. Ma nella fase attuale ogni valutazione da parte del ministero deve essere fatta solo ed esclusivamente sulla base del principio della legittimità degli atti e non sul merito tecnico dei medesimi in quanto non consentita dall’ordinamento”.

Le reazioni

Il portavoce del Movimento No Tap, Gianluca Maggiore, ha commentato in modo laconico le notizie delle ultime ore: "La battaglia continua su tanti tavoli, dal territorio all'Europa". E ha aggiunto: "Per quanto riguarda i politicanti che hanno fatto campagna elettorale in zona Tap è arrivata l'ora di rassegnare le dimissioni".

Anche Raffaele Fitto, presidente di Noi con l’Italia, attacca apertamente il Movimento 5 stelle, ma da un'altra prospettiva. "Il ministro all’Ambiente, il generale  Costa, ci comunica che il Tap è legittimo. Lo sapevamo, ma soprattutto lo sapevano anche  gli esponenti del Movimento 5 Stelle che, in quanto parlamentari, avevano avuto tutto il tempo di leggere le carte e le sentenze, specie quella del Consiglio di Stato del marzo 2017 (esattamente un anno prima delle elezioni politiche), ma hanno preferito prendere in giro gli elettori in campagna elettorale promettendo che l’opera sarebbe stata bloccata in due settimane. I cittadini hanno creduto in loro votandoli e oggi sono loro sono proprio quei Ministri che, con quei voti, chiudono l’iter approvativo dell’opera".

"Speriamo che oggi sia l’ultimo atto di una commedia squallida portata avanti demagogicamente carpendo la buona fede della popolazione e lo stesso Costa oggi avrebbe fatto bene a limitarsi a dire che il Tap è legittimo, se questo sia o meno il suo pensiero o se ritenga giusta o meno l’opera sono opinioni che attengono ad un elettore  - conclude polemico - non a un ministro dell’Ambiente".

Erio Congedo, consigliere regionale Fratelli d'Italia Puglia, così commenta: Il capo del Governo gialloverde mette la parole fine alla querelle Tap: l’opera si farà e l’approdo sarà San Foca. Viene così  avvalorata la linea politica dei governi Letta-Renzi-Gentiloni. A questo punto, oltre ad essere confermato l’approdo più osteggiato dalle comunità locali per le note ragioni, il territorio si siederà con le armi spuntate al tavolo delle trattative con la multinazionale sui ristori come contropartita rispetto agli impatti. Come dire, oltre al danno la beffa. Con buona pace di quanto i cittadini avevano creduto in assoluta buona fede, ossia che con il M5S al governo l’infrastruttura sarebbe stata bloccata “dall’esercito” del movimento (Grillo) in appena "due settimane” (Di Battista)".

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