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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica Santa Cesarea Terme

Terme di Santa Cesarea, il dilemma privatizzazione

Forza Italia interroga l'assessore regionale Ostillio sull'ostruzionismo alla compartecipazione pubblica del Comune di Minervino che ha acquistato, a peso d'oro, sette azioni del capitale sociale

"Non si comprende l'avversione dell'assessore Ostillio all'ingresso del Comune di Minervino nella compagine societaria delle Terme di Santa Cesarea. A prescindere dal futuro delle Terme, ossia se dovranno essere privatizzate o meno, l'acquisto di alcune azioni da parte del Comune non pregiudica nulla. Anzi, contribuisce a rendere anche i Comuni protagonisti della gestione e dello sviluppo del Polo termale rendendolo maggiormente legato al territorio". Così si esprima il gruppo consiliare regionale di Forza Italia in una nota di Raffaele Baldassarre e Rocco Palese sottoscritta anche dal consigliere della Lista Civica la Puglia Prima di Tutto, Mario Vadrucci. "La privatizzazione eventuale, non potrà che avvenire a piccoli passi e con tempi lunghi" incalzano i consiglieri del centrodestra, "e, comunque è evidente che Comune di Santa Cesarea e Regione Puglia continueranno a detenere la maggioranza delle azioni, posto che il Comune di Minervino ne ha acquistate appena sette su 191mila. Appare quindi inspiegabile la netta contrarietà mostrata dall'assessore nei confronti dell'ingresso del Comune di Minervino, tanto più perché proveniente da un assessore di una Giunta che della partecipazione, del decentramento, della concertazione delle scelte e delle decisioni, ha fatto bandiera di lotta politica. A meno che non ci sia piuttosto la volontà di gestire il processo di privatizzazione tra pochi intimi e senza troppa concertazione".

A sostegno invece della presa di posizione dell'assessore regionale al turismo nei giorni scorsi è intervenuto il presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino ritenendo "senz'altro condivisibile il punto di vista dell'assessore regionale Ostillio sulla opportunità che la gestione della termalità in Santa Cesarea si apra all'apporto di privati". Nonostante ciò lo stesso Pellegrino non ha certo demonizzato l'azione del Comune salentino. In buona sostanza il presidente della Provincia apre ai privati, ma nel contempo ritiene che ciò "non basta a fondare un giudizio negativo sull'iniziativa assunta dal Comune di Minervino di acquisire, sia pure a costi elevati, una piccola partecipazione nel capitale della società termale". E aggiunge: "Ritengo, infatti, che realizzare quanto prospettato dall'assessore Ostilio sia più difficile nell'attuale situazione di un capitale sociale appartenente esclusivamente a Comune e Regione, mentre, aprire quel capitale innanzitutto ad altre partecipazione pubbliche vale ad affermare che lo sviluppo della termalità è strategico per un territorio più ampio del Comune dove gli stabilimenti termali hanno sede. Negli anni passati" continua nella sua disamina Pellegrino, "l'amministrazione provinciale aveva stanziato in bilancio apposite risorse da investire nel capitale della società e successivamente aveva espresso l'intenzione di conferire al patrimonio sociale un proprio immobile - Villa Anna - a destinazione alberghiera. Nessuna delle due prospettive si è realizzata. Ed anzi la reazione all'ingresso pur fortemente minoritario del Comune di Minervino nella compagine sociale è stata l'inserimento nello statuto sociale di una clausola di prelazione, che, se le parole hanno un senso, tende a cristallizzare l'attuale compagine societaria, ponendosi come un ostacolo oggettivo all'allargamento della stessa ad altri soci sia pubblici, sia privati".

Per l'assessore Ostillio invece la situazione è molto chiara: " Le terme non hanno bisogno di capitali pubblici, specie se provengono da piccoli Comuni. Ma di un piano di rilancio che, per la parte gestionale, preveda un'apertura ai privati. Capisco che ritornare sul tema delle Terme di Santa Cesarea e sullo sviluppo del settore dopo tutto quello che - anche negli ultimi giorni - è stato detto e scritto, può sembrare stucchevole. Ma la mia posizione è più che chiara, è chiarissima. Niente privati tout court innanzitutto" incalza l'assessore dell'Udeur, "sì invece ad una eventuale apertura, d'intesa con il territorio, ad apporti esterni di capitali necessari a migliorare gli aspetti gestionali delle terme. Si, insomma a nuovo management, investimenti, know how e capacità commerciale. Capisco anche che il sindaco di Minervino, Ettore Caroppo, cerchi disperatamente di giustificare l'entrata del piccolo Comune nella Spa, avendo speso ben 49mila euro di soldi pubblici per acquisire solo sette delle 191mila azioni complessive. Non entro nel merito dell'operazione che lo ha portato a comprare a simili prezzi le quote dalle Terme di Agnano". E conclude: "Per il Comune di Napoli, socio di maggioranza, più che di un affare si è trattato di un regalo insperato, visti i costi nominale e di mercato delle azioni cedute. Voglio semplicemente rimarcare il controllo pubblico delle terme di Santa Cesarea. Questo per evitare al Comune di Minervino di sborsare in futuro altri soldi del conto pubblico, inerpicandosi su percorsi che è bene seguano altri: il pubblico faccia il pubblico, il privato faccia il privato. Tutto qui".

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