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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Rudiae / Via Franco Casavola

"Angeli di Beslan", l'occupazione salva dal degrado l'asilo chiuso da tre anni

Un gruppo di attivisti della Rete territoriale dei conflitti ha occupato un immobile abbandonato, nel quartiere Rudiae, diventato preda di prostituzione e spaccio

LECCE - Una dozzina di sacchi neri ricolmi di materiale da buttare danno il senso del lavoro iniziato. Uno striscione, poco sopra, definisce il punto di vista: "Csoa Terra Rossa"

Dallo scorso fine settimana, in via Casavola, un asilo chiuso da tre anni, "Angeli di Beslan", è stato occupato da attivisti che fanno riferimento alla Rete Territoriale dei Conflitti. Subito dopo è arrivato il sostegno di realtà associative e politiche, ciascuna impegnata nel proprio ambito, ma tutte intenzionate a dar vita ad uno spazio sociale in grado innanzitutto di assolvere alla sua funzione originaria e in più di garantire una serie di servizi rivolti a donne e uomini per i quali è molto difficile godere di welfare e protezione: assistenza legale, ambulatorio di strada, corsi di alfabetizzazione e doposcuola con l'aiuto degli studenti medi. 

L'immobile si trova in una traversa di via Monteroni, tra la sede di Acquedotto Pugliese e la caserma "Nacci". Venerdì, alle 18.30, un'assemblea sancirà l'incontro ufficiale tra il collettivo che presidia l'edificio e gli abitanti del quartiere. Le prime informali interlocuzioni sono state positive: anzi, par di capire che il vicinato sia confortato dalla presenza di persone che intendono ridare un'anima a una scuola chiusa nel 2012 per problemi di manutenzione e messa in sicurezza. Da allora, infatti, l'asilo è progressivamente diventato terra di nessuno o, meglio, di qualcuno, figlio della notte, alla ricerca di un riparo, di un'alcova o di uno luogo dove spacciare. Comprensibili le preoccupazioni dei genitori dei bimbi che frequentano l'attigua scuola dell'infanzia e che da qualche giorno, invece, hanno un pensiero in meno. 

20160316_170728 (1)-2La rifunzionalizzazione in corso ha per forza di cose richiamato l'attenzione dell'amministrazione comunale che ora avrebbe superato le "difficoltà burocratiche" e sarebbe pronta a riprendere possesso dell'immobile del quale si era completamente dimenticata. Ma gli attivisti non intendono fare una prova di forza e si dicono sereni anche rispetto all'ipotesi di uno sgombero. Certo, non si può fare a meno di notare la coincidenza tra l'occupazione e lo sblocco annunciato da Palazzo Carafa dell'impasse burocratica e amministrativa.

Al caso non crede l'associazione Lecce Bene Comune che, d'altra partre, "ritiene che sarebbe un errore mortificare sul nascere la spinta dal basso che l'iniziativa di autogestione di uno spazio pubblico abbandonato rappresenta, per il solo fatto che privarsi di questa opportunità equivarrebbe a privarsi di una opportunità di crescita della comunità nonché di rigenerazione urbana della zona di via Monteroni".

Nell'attesa della prossima mossa, nel cantiere non si resta con le mani in mano: la ludoteca è stata allestita con donazioni e tanto olio di gomito, date le penose condizioni igieniche, gli altri spazi saranno approntati e destinati ad una funzione nelle prossime settimane. Per capire cosa fosse questo asilo prima di essere ribattezzato "Terra Rossa" basta percorrere una scala che porta nel seminterrato: sembra che sia passato un tornado. 

Le intenzioni sono ambiziose anche dal punto di vista culturale: un primo appuntamento è già in calendario per la metà di aprile e vedrà la partecipazione anche di diplomatici di paesi stranieri: si tratta del "Quarto incontro italiano di solidarietà con la rivoluzione bolivariana del Venezuela" che prevede tavoli tematici con esperti e docenti universitari. 

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