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Trasporti, la Provincia porta la Regione davanti al Tar

Palazzo dei Celestini avanza 4 milioni di arretrati tra adeguamenti Istat e rimborsi Iva. Ma il taglio verticale dei fondi, che falcidia i servizi, non lascia scampo a dubbi: efficienza o sarà la fine

LECCE - Non bastano 60 milioni di euro per far funzionare come si deve il sistema dei trasporti nel Salento, tanto che l'assessore provinciale Bruno Ciccarese non potrà far ripartire "Disco in bus", il progetto per portare in tutta sicurezza i ragazzi da Lecce e dalle principali località marittime nei luoghi della movida estiva. Cifre astronomiche e numeri risibili, un ossimoro economico che rende il senso di una situazione paradossale ma da tempo sotto gli occhi di tutti.

Bruxelles ordina, Tremonti esegue. Il resto è un effetto domino di tagli e il prezzo lo pagano gli "utilizzatori finali", i cittadini. Sanità, servizi, cultura sono i settori più colpiti. Guarda caso quelli che avrebbero bisogno di maggiori investimenti, o per lo meno di una gestione più razionale. Che è quello che, in fondo, chiede la Provincia di Lecce alla Regione Puglia, sollecitando con una mano una cabina di regia per la riorganizzazione dei trasporti su ferro e su gomma, consegnando con l'altra un "invito" davanti al Tar per dirimere un contenzioso: ci sono 4 milioni di arretrati che Palazzo dei Celestini rivendica con una certa ansia, dovendosi muovere sempre sull'orlo del precipizio finanziario.

A circa 1 milione e 800 mila euro ammontano gli oneri in favore dell'amministrazione provinciale per gli adeguamenti Istat, di quasi 2 milioni e 200 mila euro è l'importo per i rimborsi Iva. Somme che derivano dalla semplice differenza tra quanto dovuto e quanto effettivamente versato dalla Regione sin dal 2001 quando in viale Capruzzi sedeva l'attuale ministro Raffaele Fitto. Una questione non nuova ma che, evidentemente, è divenuta di vitale importanza parallelamente al chiudersi del rubinetto dei finanziamenti. "Siamo quasi al tracollo", ha detto il presidente della Provincia Antonio Gabellone aprendo la conferenza stampa. Accanto a lui, l'assessore ai Trasporti, il dirigente responsabile del settore, Luigi Tundo e il capogruppo del Pdl, Biagio Ciardo.

Il quadro è abbastanza semplice. Il Cotrap, che ha l'appalto fino alla fine del 2012 per il trasporto su gomma, ha bussato a Palazzo dei Celestini con tanto di decreti ingiuntivi. La Provincia, allora, si è rivolta alla Regione vantando i crediti mai riscossi. L'assessore Minervini - ha riferito Gabellone - ha risposto sostanzialmente picche, spiegando che non ci sono risorse aggiuntive e che sarebbe meglio ridiscutere i termini contrattuali con i concessionari. Per questo è stato promosso un contenzioso davanti al Tar (lo ha fatto anche la Provincia di Bari). I denari servono e anche alla svelta perché bisogna mantenere un determinato standard qualitativo e, soprattutto, garantire la retribuzione dei dipendenti, dai dirigenti ai meccanici passando per gli autisti.

Ma si è certi che sia solo una questione di soldi? Se così fosse, non ci sarebbe speranza perché il tempo delle vacche grasse è finito per sempre. Ma l'apparato burocratico e operativo dei trasporti in Puglia è sostanzialmente rimasto lo stesso di sempre, cioè sovradimensionato ma allo stesso tempo carente. Ha ragione l'assessore Ciccarese quando fa notare che non è razionale, sullo stesso territorio, dividere il servizio su gomma tra Cotrap, che fa capo alla Provincia, e Ferrovie Sud Est, che dipendono dalla Regione.

Oppure che non ha senso fare un nuovo bando di gara nel 2013 per i bus e rinnovare fino al 2019 quello relativo al trasporto su ferro.Per non dire delle inutili sovrapposizioni di corse e di orari tra autobus e treno, alle quali ha fatto un accenno Gabellone. Altrove si chiamerebbe semplicemente trasporto integrato ed è spesso uno degli aspetti che più incidono sulla qualità della vita: un solo biglietto, più mezzi per spostarsi. Lo avessero fatto per "Italia Wave Love Festival", ci si sarebbe risparmiati, con buona pace di tutti, la metà delle critiche.

Sono gli stessi enti a rendersi conto di quanto impellente sia l'esigenza di un ripensamento generale: sempre più spesso ricorrono termini che una volta erano meno frequenti, come cabina di regia, razionalizzazione, contenimento delle spese, aumento della produttività. Il che significa, anche, tagli ai posti di lavoro. La vera patata bollente di cui nessuno vuole assumersi la responsabilità. E' per questo che il muro contro muro non gioverà a nessuno: su questioni così annose esiste una corresponsabilità che non si può risolvere con uno scaricabarile tra un ente ed un altro o tra un'amministrazione e quella precedente, magari di diverso colore politico. Il prezzo da pagare sarà comunque alto.

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