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Vita nuova per i pendolari salentini: in arrivo i treni moderni e veloci di Fse

Le vecchie littorine saranno sostituite nel giro di un anno con gli Atr 220 dotati di tutti i comfort, compresi i vani portabici. "Un colpo di spugna alla malagestione precedente"

LECCE - Addio ai viaggi della speranza e ai treni “vintage” destinati ai pendolari salentini. Vintage per usare un eufemismo perché sulle difficoltà di attraversare il territorio in tempi utili, utilizzando la rete ferroviaria, si sono versati litri di inchiostro. Rispolverare le ataviche polemiche e lamentele arcinote sarebbe ridondante, visto che nel Salento sembra scoccata l'ora della modernità.

Ironia a parte, sul binario 1 della stazione di Lecce questa mattina il nuovo gruppo dirigente di Ferrovie del Sud Est, rappresentato dall'amministratore delegato Luigi Lenci, ha presentato il nuovo treno ATR 220 che soppianterà progressivamente i vecchi convogli. Il parco mezzi dovrebbe essere rinnovato completamente nel 2020: questi i tempi tecnici previsti da Lenci che non ha escluso la possibilità di aggiungere corse domenicali.

“Abbiamo raccolto quest'esigenza degli utenti e ne stiamo discutendo con la Regione Puglia, ricordando però che dobbiamo fare i conti con un contratto di servizio che ha termini operativi ed economici stringenti”, ha spiegato l'ad di Fse.  

I nuovi treni si presentano agli utenti come moderni e dotati di tutti i comfort, compresi gli alloggi per le biciclette. La società ha investito 40 milioni di euro, avviando interventi di manutenzione ciclica e restyling su tutta la flotta, compresa l'installazione a bordo del sistema di sicurezza controllo marcia treno. Il treno, lungo 55 metri e largo 2,8, è in grado di raggiungere i 120 chilometri orari. Conta 151 posti a sedere, comprese due postazioni per viaggiatori a ridotta mobilità e 6 spazi porta bici.

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Una buona notizia, quindi, per gli utenti che conferma l'intenzione dichiarata dagli esponenti della Regione Puglia di cancellare, con un colpo di spugna, il deludente passato di Fse e i tormentati trascorsi della precedente gestione aziendale di cui si sta occupando la magistratura. “Questo treno non è solo l'emblema di una battaglia di legalità che stiamo conducendo, contro il vecchio sistema di malagestione delle Ferrovie Sud Est, ma rappresenta anche una battaglia di civiltà per il rispetto del diritto costituzionale alla mobilità – ha chiosato l'assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini-. Raccogliamo un'eredità pesante e abbiamo messo a disposizione di Fse 700 milioni di euro che serviranno a riqualificare l'intera rete ferroviaria del Salento, rinnovando complessivamente il parco rotabile. Così contiamo di migliorare la qualità di vita di pendolari ed utenti”.

L'introduzione degli Atr rappresenta la tappa di un percorso più lungo: “Una volta elettrificata la rete ferroviaria che va da Martina Franca fino a Gagliano del Capo, il nostro obiettivo sarà quello di sostituire gli Atr con treni elettrici. Ci vorrà però del tempo”.

Sul piatto ci sono anche 60 milioni di euro per la realizzazione di una bretella di collegamento tra l'aeroporto di Brindisi e la città di Lecce. I tempi tecnici si sono però dilatati per cause di forza maggiore: “Stiamo aspettando che il Comune di Brindisi risolva il rapporto con l'appaltatore, nel senso che trovi una soluzione alla vicenda della gara d'appalto”.

“La Puglia, il Salento hanno bisogno di trasporti efficienti per aumentare il livello di attrattività turistica: ricordo che Lonely planet ci cita tra le dieci mete europee da non lasciarsi sfuggire nel 2019 – ha commentato Loredana Capone, assessore regionale allo Sviluppo Economico-. In questi ultimi anni abbiamo lavorato senza tregua sul potenziamento dei voli diretti. Adesso è tempo di migliorare anche i trasporti su ferro e gomma.”.

Diego De Lorenzis, deputato M5S e vicepresidente della IX Commissione trasporti ha definito gli Atr un primo passo fondamentale, ma non sufficiente: “I lavori di elettrificazione saranno completati nel Salento tra un paio d'anni almeno e le stazioni dovranno diventare degli hub intermodali, con investimenti sul trasporto integrato gomma e ferro, così da sostenere la mobilità alternativa dei cittadini.  Mancano, però, le risorse per completare il programma degli investimenti di Fse e questo è un impegno che devono prendere Regione e Ministero. Il governo, per parte sua, ha confermato che non taglierà i fondi per il settore del trasporto pubblico”.

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