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Sabato, 20 Aprile 2024
Salute

Asportazione del tumore all'occhio dal naso: riuscito uno dei pochi interventi in Italia

A sei mesi da uno dei più delicati interventi mai eseguiti all’ospedale “Vito Fazzi”, il paziente versa in buone condizioni di salute. L’operazione in collaborazione tra Neurochirurgia e Otorinolaringoiatria

LECCE – A distanza di sei mesi da quel giorno, uno tra gli interventi chirurgici più delicati mai eseguiti a Lecce può dirsi finalmente riuscito.  L’asportazione endoscopica di un tumore all’occhio attraverso il naso, al “Vito Fazzi”, è stata infatti una delle poche effettuate in Italia. Ora il paziente è in ottime condizioni anche per via dell’assenza di complicanze post intervento. Quest’ultimo è stato eseguito nel mese di novembre scorso. Il team medico del capoluogo salentino ha asportato un tumore della cavità orbitaria (che aveva provocato al paziente una riduzione della vista), estraendolo dal naso. La tecnica endoscopia all’orbita è una novità chirurgica utilizzata pochi centri specializzati in Italia.


Da circa cinque anni, i sanitari di Neurochirurgia ed Otorinolaringoiatria dell’ospedale leccese, dirette dal Alessandro Melatini e da Antonio Palumbo, collaborano nella gestione delle patologie complesse della base cranica anteriore, utilizzando il naso come corridoio d’ingresso al cervello.  Ciò che unisce le due branche specialistiche è sia l’anatomia di confine costituita dalla base cranica, che la tecnica endoscopica “trans-nasale”. La tecnica endoscopica permette infatti di raggiungere zone profonde, ma con una invasività minima. E, soprattutto, con un ottimo controllo visivo dell’anatomia e della malattia da rimuovere.

Numerose le patologie trattate negli ultimi anni in collaborazione fra le due unità dell’ospedale leccese, a partire dai più frequenti tumori della ghiandola ipofisi, alcuni selezionati meningiomi, craniofaringiomi, fistole rino-liquorali, meningoencefaloceli, tumori del naso che sconfinano nel cranio. Sono state inoltre gestite anche patologie infiammatorie dei seni paranasali, col supporto di tecnologie recenti come il  navigatore, il doppler intracranico per l’identificazione delle arterie, la fluorescenza e il monitoraggio dell’attività cerebrale.
 

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