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Caos scuola. Uil: "Nessuna certezza alla riapertura. No all'improvvisazione"

Il sindacato manifesterà il 14 a Bari. Tanti i nodi da sciogliere prima del suono della campanella: "Mancano docenti e personale Ata e dove troveremo spazi alternativi per la didattica?"

LECCE – Nessuna certezza alla ripartenza delle attività didattiche, prevista in Puglia il 24 settembre. Il corpo docente ed il personale Ata in servizio risultano insufficienti a gestire la complessa situazione, specie se le classi dovessero essere sdoppiate, utilizzando altri locali. E il peso della responsabilità, in mancanza di altre indicazioni chiare, ora come ora ricade tutto sulle spalle dei dirigenti scolastici.

La confusione regna sovrana nel mondo dell'istruzione che non si è ancora riorganizzato dopo lo scossone dell'emergenza sanitaria. Eppure il tempo stringe.

Per questi motivi il sindacato Uil Scuola manifesterà a Bari martedì 14 luglio, davanti all'Ufficio scolastico regionale.  La protesta è indetta in tutta la Puglia ma il sit-in si terrà davanti alla sede del centro decisionale scolastico.

“Se non si attuano tutte le disposizioni previste per contrastare il virus, difficilmente gli istituti scolastici riapriranno a settembre – avverte il segretario provinciale Arturo Gaetani -. Rimane ancora da capire come si regoleranno i dirigenti con le cosiddette classi pollaio, che ospitano anche 27 alunni alla volta: non tutte le scuole dispongono, infatti, di locali utili ad ospitare i ragazzi, garantendo il rispetto del distanziamento sociale”.

Le linee guida scritte dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina invitano i presidi a trovare spazi alternativi per la didattica, come cinema, biblioteche e teatri. Una proposta “bocciata” dal sindacalista: “L'organizzazione dei locali non può essere improvvisata e di certo una palestra non è un luogo idoneo a fare lezione. Se l'alternativa è questa, dobbiamo sbrigarci perché il tempo stringe: al suono della campanella mancano di fatto poche settimane, considerate le ferie del mese di agosto”.

Si naviga a vista anche sul versante delle risorse umane: “Nelle scuole ad oggi mancano docenti e il personale Ata per garantire la sicurezza: se non riusciamo a raddoppiare il numero dei lavoratori, bisognerebbe inserirne negli organici almeno il 20 percento in più. Peraltro, siccome non vengono banditi concorsi pubblici in tempi utili, si continua a tamponare la situazione con le supplenze, invece di assumere personale di ruolo in pianta stabile”.

Gaetani lancia anche l'allarme sicurezza: “Uil Scuola ha proposto al ministero l'attivazione di un presidio sanitario in ogni istituto, gestito da personale opportunamente formato. Non può essere il collaboratore scolastico a garantire la sicurezza sanitaria interna. Per aiutare gli istituti in questo compito delicato un aiuto sostanzioso potrebbe venire dalla Croce Rossa”.

“Nelle banche, per fare un esempio, gli accessi ormai sono contingentati e controllati. Non oso immaginare cosa potrebbe accadere all'interno degli istituti che accolgono anche mille persone al giorno. Dobbiamo cominciare a ragionare in una prospettiva diversa, ma dobbiamo farlo subito per non farci cogliere impreparati”, ammonisce il sindacalista.

Chi si occuperà, poi, dell'adeguamento degli edifici al nuovo indirizzo governativo? “Non possono farlo i dirigenti perché ciò non rientra nelle loro competenze e non dispongono di sufficienti risorse finanziarie – replica l'esponente Uil -. Ciascuno deve assumersi la propria responsabilità, a partire dagli enti locali. Sono i Comuni e le Province, del resto, i soggetti istituzionali deputati ad adeguare degli edifici scolastici. E ricordiamo che la maggior parte delle strutture non sono neppure a norma”.

La responsabilità organizzativa di questa situazione complessa non può ricadere unicamente sulle spalle dei dirigenti, in altre parole: “Vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema, esortando i decisori politici a sbrogliare la matassa: da 20 anni a questa parte invece di finanziare e investire sull'istruzione, i governi continuano a tagliare risorse”.

Lascia perplessi anche l'ipotesi di alternare la didattica a distanza con l'insegnamento in presenza: “La didattica a distanza per noi è stata un'eccezione. Io capisco gli interessi economici che ci sono alle spalle, ma l'istruzione non è una mera questione di nozionismo e non può prescindere da un percorso fatto anche, e soprattutto, di relazioni umane. Questo ci insegna la Costituzione. Inoltre la didattica a distanza ha rappresentato un problema per gli studenti più fragili economicamente o che non sono stati supportati dai genitori nella gestione dei sistemi informatici. Una buona fetta della popolazione scolastica è stata emarginata dal sistema. E non possiamo permetterlo”, ha concluso il segretario di Uil Scuola.

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