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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ecosmart break water: un innovativo progetto di ingegneria marittima

Si parlerà del progetto EcoSmart Break Water venerdì 12 ottobre a partire dalle 14,45 in Rettorato, in occasione del prestigioso appuntamento con gli Studi di Aggiornamento su "INNOVAZIONE NELL'INGEGNERIA MARITTIMA" AIOM-PIANC Italia 2018

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

Una nuova vita per la Posidonia, pianta acquatica endemica del Mediterraneo, che viene inserita nel calcestruzzo per incrementarne la resistenza. Ecco quanto si prefigge di fare l’innovativo EcoSmart BreakWater. Il progetto, finanziato dalla Regione Puglia, che vede impegnati insieme il Dipartimento di Ingegneria dell’Università del Salento e altri partners, si occupa di calcestruzzo ecosostenibile per elementi smart in ambiente marino. Se ne parlerà venerdì 12 ottobre a partire dalle 14,45 nell’ambito della due giorni di Studi di Aggiornamento sull'Innovazione nell'Ingegneria Marittima AIOM – PIANC Italia 2018, presso il Rettorato dell'Università del Salento. L’evento, organizzato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione e dagli Ordini degli Ingegneri delle Province di Brindisi e Lecce, focalizzerà l’attenzione su Eco-Smart BreakWater a partire dalle ore 14.45 di venerdì pomeriggio: Mauro Della Valle di Federbalneari Salento parlerà de "La posidonia oceanica come risorsa". A seguire "Innovazione nel progetto delle dighe frangiflutti a scogliera - il progetto Eco-Smart Breakwater" a cura di Giuseppe Roberto Tomasicchio, Ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università del Salento. Subito dopo "Calcestruzzi ecosostenibili per elementi di mantellata “smart”" a cura di Wanda Arena del Consorzio CETMA. Nello studio, che vede riuniti insieme Unisalento e altri partners, i residui di posidonia oceanica spiaggiata vengono utilizzati per fibrorinforzare il calcestruzzo, andando cioè a migliorarne notevolmente le prestazioni e la durabilità. Proprio nell’uso di questa pianta risiede il carattere particolarmente innovativo del progetto, che lascia intravedere anche interessanti sviluppi futuri per l’ecosistema marino. I PARTNERS: Athanor Consorzio Stabile di Bari, Università del Salento, Consorzio CETMA, Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici di Lecce, Pietro De Pascalis s.r.l. di Galatina (LE), Eurostrade Snc di Melissano (LE), ICATEC s.r.l. di Brindisi, Global Software di Vinci Paolo di Ceglie Messapica (BR), Antheus s.r.l. di Monteroni (LE). “Nell’ambito dei conglomerati cementizi ecosostenibili, esistono ad oggi pochi studi sull’utilizzo di Posidonia come aggiunta al cemento: essi dimostrano tuttavia l’elevata compatibilità della pianta acquatica che siamo abituati a vedere spiaggiata sulle nostre coste dopo le mareggiate, con il calcestruzzo stesso.”, spiegano gli esperti. Nessuno studio prima d’ora aveva mai riguardato l'utilizzo dei residui di Posidonia Oceanica spiaggiata per fibrorinforzare un calcestruzzo, ovvero per essere usata quale materia prima seconda nel conglomerato cementizio. Sull'utilizzo, inoltre, di scarti da demolizione da utilizzare quali aggregati per il calcestruzzo, sebbene lo stato dell'arte ne abbia confermato il potenziale utilizzo, ci sono ancora numerose problematiche e le conseguenti limitazioni che ne impediscono la piena utilizzabilità. Il Progetto ECO-SMART BREAKWATER punta a superare questi limiti, mettendo a punto una metodologia ed una tecnologia innovativa. L'originalità della proposta risiede nel settore applicativo in cui si vuole utilizzare il calcestruzzo innovativo: ad oggi, infatti, esiste un solo studio in merito alla realizzazione di elementi di mantellata con calcestruzzo ecosostenibile che favorisca lo sviluppo di biodiversità e di ripascimento biologico marino. SVILUPPI FUTURI: I risultati attesi nel progetto potrebbero allargare gli ambiti di intervento della tecnologia sviluppata anche a dissuasori, strutture per il ripopolamento ittico e basamenti o strutture di stabilizzazione per torri eoliche offshore. Altro elemento del tutto originario originale è la possibilità di sensorizzare elementi in calcestruzzo posti in ambiente marino, sia per garantire un monitoraggio strutturale sia per soddisfare l’esigenza, sempre più sentita, di disporre di dati inerenti l’ambiente marino, che consentano ad esempio la valutazione dello status marino o che diano utili informazioni relativamente ai fenomeni dinamici del moto ondoso e/o di comportamento delle correnti.

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