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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Impegno da premiare, ma gli abilitati sono troppi": Zara sui ricercatori

Il rettore conferma il piano assunzionale per il triennio e spiega: "Le figure a tempo indeterminato eccedono le possibilità dell'ateneno, ma il loro apporto andrebbe riconosciuto"

LECCE – UniSalento tira dritto sul piano triennale del fabbisogno del personale, approvato nel mese di marzo, con una porta aperta per i ricercatori universitari che rivendicano gli avanzamenti di carriera commisurati alla fascia di appartenenza (A o B). Tra loro si contano anche i 38 vincitori del precedente bando della Regione Puglia, “Future in Researh”, assunti dall’ateneo salentino con contratto a tempo determinato ma in bilico a causa della mancanza dei fondi per la proroga del rapporto di lavoro.

Questo problema, che rappresenta uno dei nodi principali dell’Università, sarà oggetto di discussione del prossimo Consiglio di amministrazione.

Il rettore Vincenzo Zara, interrogato sul punto, ha mantenuto una posizione dialogante per quanto inevitabilmente legata a doppio filo alla disponibilità effettiva delle risorse ed agli indici di spesa per il personale. Riportiamo, di seguito, l’intero testo dell’intervista a Zara.

UniSalento rispetterà il piano di programmazione del reclutamento di personale docente, ricercatore e tecnico-amministrativo, per il triennio 2018-2020, approvato a marzo dal Consiglio di amministrazione?

Nonostante il quadro complessivo delle spese per il personale del nostro Ateneo sia molto elevato, si terrà fede a quanto programmato e quindi all’utilizzo di tutti e 12 i punti organico nel corso del triennio 2018-2020. È lo sforzo massimo, in termini finanziari, che in questo momento possiamo compiere considerate sia la disponibilità da Ffo (Fondo di finanziamento ordinario che costituisce una delle principali fonti di entrata per le università italiane, ndr) sia le entrate derivanti dalla contribuzione studentesca. Come nel 2016, infatti, l’indicatore per le spese di personale in UniSalento, anche quest’anno, ha superato l’80 percento, nonostante il rallentamento del turnover nel corso del 2017. Questo valore così alto ci induce a porre una maggiore attenzione nelle politiche di reclutamento per evitare che vi sia un peggioramento degli indici di spesa per il personale.

Esistono politiche in grado di migliorare questo indice?

L’unica modalità è quella di mettere in atto azioni che possano incrementare le risorse da Ffo: questo significa soprattutto recuperare fondi derivanti dall’applicazione del costo standard e quindi un maggior numero di studenti iscritti regolari. Ovviamente bisogna intervenire anche sulle quote premiali derivanti principalmente dalla qualità della ricerca e dal grado di raggiungimento degli obiettivi strategici nell’ambito della programmazione triennale. In altri termini, bisogna fare in modo che i servizi resi da Unisalento siano commisurati all’entità del personale docente e tecnico-amministrativo presente.

Come sono stati distribuiti i punti organico?

Considerato il forte disequilibrio in termini numerici rispetto al personale docente e ricercatore, 5,6 punti sono stati destinati al personale tecnico-amministrativo. Sono state, infatti, avviate le procedure di stabilizzazione dei precari con passaggio a posizioni a tempo indeterminato e parziale al 66 percento. Nel dettaglio, 3,4 punti organico sono stati destinati al passaggio dei ricercatori di tipo B attualmente in servizio a professori associati, qualora rispettino quanto previsto dalla normativa vigente al termine del triennio; 3,0 punti organico sono stati destinati ai professori: 2,1 per professori associati e 0,9 per professori ordinari. In totale, quindi, 12 punti organico finanziati sulla base delle nostre risorse interne.

A questi si aggiungono ulteriori 7,5 punti finanziati dal Miur e assegnati ad UniSalento per l’assunzione, nel corso del 2018, di altri 15 ricercatori a tempo determinato di tipo B. Il criterio seguito per tutte queste nuove procedure concorsuali è il soddisfacimento dei fabbisogni di Unisalento in modo da perseguire gli obiettivi del piano strategico e la piena sostenibilità delle attività didattiche.

I fabbisogni di Unisalento prima di tutto?

Tutte le proposte di reclutamento presentate dai dipartimenti dovranno essere coerenti con le analisi contenute nel documento di programmazione e con le linee strategiche di sviluppo dell’ateneo. I dipartimenti, inoltre, presenteranno un numero di richieste superiore rispetto ai posti (che saranno posti a bando) per consentire agli organi di governo le opportune scelte e decisioni. Inoltre, in tutti i casi in cui si verificherà un passaggio di fascia di personale interno, si effettuerà il monitoraggio dei costi reali al fine di recuperare ulteriori risorse finanziarie che potrebbero consentire di allargare le possibilità assunzionali già dopo la prima tornata 2018.

Cosa accadrà ai ricercatori? Qual è la loro situazione?

La legge Gelmini del 2010 ha istituito una nuova figura di ricercatori, quelli a tempo determinato di tipo A o junior e di tipo B o senior. La figura più “protetta” è quella di tipo B perché al termine del triennio, con il possesso dell’abilitazione e previa valutazione, transita direttamente nella posizione di professore associato. I ricercatori ante-Gelmini, quelli a tempo indeterminato, non hanno le stesse garanzie in quanto il loro passaggio di fascia è legato non solo al possesso dell’abilitazione, ma anche alla disponibilità di risorse per bandire il concorso a professore associato. E i ricercatori a tempo indeterminato abilitati eccedono le attuali possibilità assunzionali di Unisalento.

È anche vero che la maggior parte di questi colleghi sostengono da anni i corsi di studio del nostro ateneo, pur non essendo obbligati a farlo, e quindi andrebbe riconosciuto il loro apporto. Con il quadro attuale delle risorse e con gli indicatori di spesa per il personale che non sono rosei, stiamo facendo il massimo per riconoscere il loro impegno, seguendo anche in questo caso il principio fondamentale del soddisfacimento dei fabbisogni di Unisalento.

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