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L'amore al tempo della guerra: la lettera torna a casa dopo 75 anni

Un soldato salentino scrive alla moglie dal Nordafrica, nel '43. La lettera, mai recapitata, viene recuperata per puro caso dal nipote: "Una grande emozione per noi"

UGGIANO LA CHIESA - Una lettera spedita dal fronte della seconda guerra mondiale e mai recapitata. Ma il destino di quella missiva d’amore, scritta da un soldato salentino dell’artiglieria di contraerea, in missione in Nordafrica, non era quella di giacere per sempre negli archivi postali.

La busta, infatti, dopo ben 75 anni è giunta a destinazione, seppur al termine di un rocambolesco viaggio. A ritirarla non è stata la moglie, Immacolata Coluccia, ormai deceduta, ma il giovane nipote del militare, Daniele Piconese che si è imbattuto su internet in una lettera scritta con una calligrafia familiare. Molto familiare.

“Amatissima moglie mia, ti scrivo questa lettera in fortuna di Dio. Non so se la ricevi, io sto bene e lo stesso spero di sentire pure di voi”: dopo aver letto le prime righe, Daniele ha riconosciuto il tratto del nonno, che è poi molto simile al suo. Ha controllato il mittente, Francesco Piconese, e la destinataria, Immacolata “Vata” Coluccia. E a quel punto non ha avuto alcun dubbio: si trattava dei nonni e quella lettera, datata 23 aprile 1943, oltre a rappresentare un importante documento storico per la comunità di Uggiano La Chiesa, doveva avere un inestimabile valore affettivo per lui.

Così Daniele si è messo in contatto con chi ha recuperato, per puro caso, la missiva: un collezionista di articoli, libri, scritti inerenti la storia della piccola cittadina salentina, che aveva comprato la lettera su Ebay. Le foto di quella lettera erano state pubblicate su un gruppo privato del social network Facebook proprio al fine di rintracciare i famigliari del soldato. Missione compiuta: Daniele è riuscito ad ottenere la copia originale che ora è destinata a ritornare nella casa che fu del nonno.

La lettera venne scritta due anni prima della liberazione d’Italia dal nazifascismo, quando ancora piovevano le bombe degli alleati nella cosiddetta guerra del deserto. Ed essendo stata scritta dal fronte, contiene alcuni omissis: il soldato salentino non mette nero su bianco alcun dettaglio dell’azione militare, ma traspare la sua paura che da un momento all’altro possa accadere qualcosa di molto grave.

Il militare scrive alla moglie per mantenere il contatto con lei, per salutare i parenti rimasti in Salento e porgere gli auguri alla nipote prossima al matrimonio. Si tratta di una lettera breve, carica di romanticismo e semplicità; una delle tante che i soldati inviavano alle proprie famiglie per testimoniare di essere ancora vivi.

Francesco è stato fortunato: dopo tre anni di prigionia, alla fine del conflitto mondiale tornò effettivamente a casa. E Daniele, per quanto piccolo all’epoca, ha avuto modo di conoscere il nonno ed ascoltare alcune testimonianze della sua vita negli anni del fronte, della crudeltà della guerra, del tempo trascorso con la speranza di poter riabbracciare la moglie e tutti i parenti.

“Trovare la lettera così, per puro caso, è stato davvero emozionante – spiega lui -. La busta non era stata recapitata alla nonna perché mancava il bollo Italia, ma in un modo o nell’altro è tornata a casa. Nel frattempo è stata anche tradotta, perché alcune parole non erano comprensibili oppure erano cifrate. Del resto, trattandosi di posta militare, non potevano esserci dettagli sul conflitto. Sappiamo solo che il nonno era in Tunisia. Leggere e riconoscere la sua calligrafia, che è uguale alla mia e a quella di mio padre, mi ha permesso di ritrovare un pezzo di storia della mia famiglia”.

Ora la lettera verrà incorniciata  e tornerà nella casa dei nonni; casa che il nipote sta ristrutturando per farne la propria abitazione. “La lettera rimarrà comunque a disposizione del Comune di Uggiano la Chiesa perché si tratta di un documento della II guerra mondiale importante per la storia della città”, conclude lui. 

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