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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Annullati permessi a cinque lidi. A rischio smantellamento anche Punta della Suina

Dopo una ricognizione tra Comune e Soprintendenza si rispolvera la sentenza del Consiglio di Stato che annulla i permessi per il mantenimento annuale. Interessati anche Zeus, Spiaggia Club, la Bussola e lido Rivabella

GALLIPOLI – Dopo le note vicende della decadenza delle concessioni demaniali per il Samsara e il Lido Zen, e nell’attesa dei responsi della giustizia amministrativa, arrivano nuove grane per altri cinque lidi gallipolini alle prese questa volta con l’annullamento delle autorizzazioni paesaggistiche rilasciate nel 2011 per il mantenimento annuale della strutture sull’arenile. La ricognizione congiunta avviata in queste settimane tra il Comune di Gallipoli e la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici (al netto dei vertici in Regione dei giorni scorsi), sulle autorizzazioni e i permessi a costruire rilasciati agli stabilimenti balneari per il mantenimento annuale, ha portato alla luce l’esecutività di una sentenza del Consiglio di stato del settembre del 2012 (e in un paio di casi del giugno scorso) che accogliendo il ricorso in appello da parte della Soprintendenza, contro il via libera al mantenimento delle strutture in maniera permanente sulla costa decretato dal Tar di Lecce, di fatto imponeva già da tempo al Comune di provvedere all’annullamento delle autorizzazioni concesse circa sei anni addietro.

Punta della Suina-5

Ed infatti con le determine sottoscritte dal responsabile del Settore sviluppo del territorio, urbanistica, ambiente, edilizia ed innovazione, Sergio  Leone, e pubblicate oggi, l’amministrazione comunale ha decretato l’annullamento delle autorizzazioni paesaggistiche rilasciate nel 2011 per il mantenimento annuale delle strutture relative a cinque lidi che ricadono sui due litorali ionici. E nello specifico si tratta dei permessi rilasciati al Lido Punta della Suina, Lido Rivabella, lido La Bussola Lido, lido Spiaggia Club e lido Zeus-Mare Azzurro. L’annullamento delle autorizzazioni paesaggistiche comporta per tutti i gestori degli stabilimenti in questione l’inefficacia del permesso a costruire rilasciato per il mantenimento permanente e quindi le società titolari dei lidi sono state invitate “alla rimozione della struttura balneare ove presente sul territorio”.

Una nuova tegola per gli stabilimenti della costa gallipolina, anche se alcuni di quelli interessati dai provvedimenti provvedono già autonomamente a rimuovere, nel periodo invernale, la gran parte delle strutture poste sull’arenile per mitigare l’impatto ambientale, e sulla quale si attendono nuovi sviluppi e una nuova sequela di ricorsi. Le strutture balneari dopo aver ottenuto, tra il 2010 e 2011, il diniego del Comune alla richiesta di autorizzazione paesaggistica per il mantenimento annuale delle strutture in conformità al parere negativo espresso dalla Soprintendenza, erano riuscite ad ottenere la legittimazione grazie all’accoglimento dei relativi ricorsi presentati al Tar. Tra il 2012 e il 2017 il Consiglio di Stato aveva invece accolto l’appello proposto dalla Soprintendenza e annullando la sentenza del tribunale amministrativo di fatto le autorizzazione paesaggistiche sono diventati inefficaci per consentire il mantenimento annuale delle strutture su spiagge e scogliere.                                 

FASANO: “Provvedimenti esecutivi dal 2012 e mai eseguiti. Assurdo”  

“Sconcerta non poco prendere atto di come, fin dal settembre 2012, la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici per la struttura balneare di Punta della Suina aveva espresso parere contrario con la seguente motivazione: le strutture balneari in esame per dimensioni contrastano con l’ambito paesistico caratterizzato dalla presenza di dune e vegetazione autoctona così in sentenza  emessa il 7 settembre 2012 dal Consiglio di Stato” commenta il capogruppo di Gallipoli Futura, Flavio Fasano, “e che tale sentenza aveva confermato in pieno tale statuizione con la evidente conseguenza di una immediata rimozione della struttura balneare ove presente sul territorio, come oggi, a distanza di ben sei anni, riporta l’odierna determinazione”. Valutazioni caustiche quelle del consigliere della minoranza che con il suo gruppo consiliare aveva recentemente richiesto tutti gli atti comunali inerenti autorizzazioni e provvedimenti legati agli stabilimenti balneari gallipolini.        

“Non possiamo sottacere la gravità di questa sospetta dimenticanza” incalza Fasano, “soprattutto se proprio in quel 2012, a Gallipoli, si tennero le elezioni amministrative comunali che videro contrapposti al ballottaggio del 21 maggio Francesco Errico e Salvatore Di Mattina, quest’ultimo interessato proprio alla gestione di Punta della Suina. Mi chiedo” conclude il capogruppo di Gallipoli Futura, “quanto ancora Gallipoli dovrà sopportare in termini di omissioni, abusi, interessi privati. Dire che tutto questo che qui si denuncia è l’esatto contrario della trasparenza, legalità, efficienza, buon andamento, tutela e rispetto dei diritti di tutti è davvero superfluo. Dopo sei anni si dà attuazione ad una sentenza del Consiglio di Stato in materia di tutela ambientale. Semplicimente assurdo e inaudito”.

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